Resoconto dellassemblea di giorno 6 novembre presso la Sala Falcone Borsellino.
Assemblea degli studenti
Avete
presente quando, di prima mattina, vostra madre vi dice che dovete
spostare l’ordine dei mobili? E allora trrrrrrrrrrrrr via il
divano. Dopo un po’: “No, no. Era meglio
prima”. E allora trrrrrrrrrrrr tutto come prima.
La
stessa cosa per l’università: prima
“decongestioniamo” e creiamo le sedi decentrate.
Adesso le sedi decentrate costano troppo, costano un mare, costano,
costano, costano e quindi vanno chiuse. Congestioniamo tutto di nuovo.
E forse per il Governo di Figuraccia è meglio, tramite il
suo impero televisivo, venirci a raccontare un po’ di
barzellette e un po’ di falsità in merito, senza
spiegare a nessuno che cosa comporta veramente la riforma Gelmini.
Già
cosa comporta? Cosa succederà a noi studenti di Lingue, di
Medicina, di Agraria, di Giurisprudenza, di Economia, di Ragusa e di
Modica? Queste, appunto, le varie provenienze che si sono incontrate
ieri alla sala fuori-uso (scusate, non volevo infierire sui fondi che
(non) abbiamo a disposizione), pluri-uso Falcone Borsellino.
Ma
davvero tutti i decentramenti sono da chiudere? Ma davvero le
“succursali” non “producono”
niente? Domanda retorica. Qualcosa valiamo. Eppure, sarebbe
l’ora di dimostrarlo, sarebbe il caso di scendere in piazza
proprio il 14 novembre, in occasione dello sciopero nazionale. Sarebbe
pure l’ora di essere coesi, di fare numero, magari superiore
a cinque e di essere un po’ tutte le facoltà!
Utopie? Lo scopriremo solo il 14.
E
questo è dunque il primo passo: cominciare a rimanere in
contatto tra di noi. E gettare le basi proprio il 14. Il percorso della
manifestazione è ancora incerto ma, appresa la notizia,
questo giornale ve lo farà sapere, ammesso che voi lo
leggiate. E magari intanto avete pure scoperto chi sono i vostri
rappresentanti, visto che a ogni assemblea c’è chi
scende dalle nuvole.
Secondo
problema: l’affluenza. Ieri c’erano delle persone,
la sala era piena ma non gremita. Eufemismo per dire: potremmo essere
di più.
Ma
insomma? Dobbiamo davvero pensare che qui a Ragusa gli studenti si
chiamano tutti “Belle Addormentate sul banco” e
“Cavalieri Senza Testa”? Se rimarrete precari per
10, 15, 20 anni (si dice che prima di entrare di ruolo per insegnare
inglese o francese occorrono 21 anni, fate voi, insomma…) e
se lo sgoverno legifera a colpi di maggioranza e ogni 4 anni cambia
ministro, cambia la scuola, cambia l’università e
cambia sempre nel peggiore dei modi, a voi la cosa non vi tange?
Cioè: siete tutti figli di mafiosi? Siete tutti belli,
giovani e abbronzati? Siete tutte con le fattezze della Bellucci pronte
a vincere qualunque concorso?
Però,
lungi da noi voler far credere che non c’era nessuno: il
progresso c’è stato. Anche nella presenza dei
Professori: due invece di uno. Meglio andare avanti a piccoli passi.
E
il passo seguente dunque, è stato decidere che per le alte
cariche è meglio l’invito in prima persona. Per
gli studenti sarà fatto lo stesso, entrando nelle aule a
dare la notizia di un’altra assemblea.
Ed
è infatti in programma un’assemblea con i docenti,
ma nulla è ancora definito, giusto per spiegare cosa
comporta il taglio dei fondi alla ricerca, il precariato a vita, la
trasformazione dell’Università in fondazioni.
Tanto per farvi un esempio: le tasse che voi pagate aumenteranno (e
parecchio) visto che i soldi da qualche parte dovranno pur entrare. Ma
che ve lo dico a fare, tanto se siete tutti evasori fiscali la cosa non
vi tange…né vi preoccupa pagare tremila euro come
se foste alla Luiss.
Ma
questo i giornali locali e nazionali non lo spiegano, non lo dicono. Ma
come mai? Beh, se ancora credete che siamo in una democrazia, poveri
voi! Siamo dopo il 50° posto per la libertà
d’informazione, tanto per rinfrescarvi la memoria.
“Elezioni” non vuol dire democrazia. Anche a Cuba
si è votato e c’è sempre Fidel Castro,
anche in Iraq e in Afghanistan si sono fatte le elezioni, anche in
Italia si vota continuamente e siamo sempre allo stesso punto da 20
anni…
Ma
ecco che si risolvono alcuni misteri: perché i giornali
locali non parlano in modo corretto della nostra Università
pur avendola sotto il naso? Ecco la risposta: la Provincia di Ragusa ha
più collaboratori esterni della Provincia di Milano e uno
dei tanti collaboratori esterni fa anche il giornalista e non vi
verrà mai a dire quanti soldi buttano per la carta igienica
al Palazzo della Provincia. In compenso diranno le cose più
false sulla vostra Università.
Infine,
il passo più grande: coinvolgere la cittadinanza. Invitare
un personaggio pubblico e creare informazione e consapevolezza anche ai
confini dell’Impero.
Fantascienza?
Eppure qui ne sono arrivati: Consolo, Bremond, Ferroni e già
qualche nome importante ieri è volato.
Ma
intanto andiamo per gradi: il 14 in piazza. Voi, finalmente, ci sarete?