Asse Pd-Pdl anche a Palermo? Chissà…

Mancano 20 giorni alle elezioni amministrative di Palermo e il clima della politica si sta arrroventando. A gettare legna sul fuoco, la difficile discussione sul bilancio regionale all’Ars. Un bilancio sofferto e controverso. Tant’è che siamo già al quarto (e ultimo) mese di esercizio provvisorio e ancora i partiti non trovano la quadra. Una coincidenza, l’urgenza dell’approvazione del bilancio e le elezioni amministrative, che potrebbe produrre conseguenze impreviste. Quali?

Da ieri, per esempio, circola la voce che il Pd e e il Pdl stiano chiudendo un accordo all’Ars sulla manovra finanziaria. Tanto che il coordinatore regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia, ha perso le staffe ed ha attaccato a testa bassa il Pdl: “Non voteremo questo bilancio, va contro gli interessi della Sicilia, si pensa solo a rimpinguare il carnet dei consulenti della Regione. Non vogliamo certo fare come il Pdl che, pur sedendo all’opposizione del governo, in queste ore traccheggia su alcune voci del bilancio con Lombardo”.

Che succede? L’Udc e il Pdl non sono alleati, a Roma come a Palermo (soprattutto a Palermo)? Non sono – Udc e Pdl – entrambi all’opposizione ed entrambi schierati a sostegno del candidato sindaco, Massimo Costa insieme con Grande Sud di Gianfranco Miccichè e La Destra di Francesco Storace?

Qui il gioco si complica. E non ci sarebbe da stupirsi se le questioni di Sala d’Ercole dovessero mescolarsi, magari in modo ‘anomalo‘, con l’elezione del sindaco di Palermo. Corre voce,infatti, che non tutti i maggiorenti del Pdl palermitano sarebbero impegnati a sostegno di Massimo Costa. Se a questo aggiungiamo che non tutti i maggiorenti del Pdl – compresi quelli di Palermo – sembrano intenzionati a rinunciare alle prebende del bilancio regionale, ecco che varie ipotesi prendono corpo.

Per cominciare, è noto che Leoluca Orlando è il candidato a sindaco ‘trasversale’ per antonomasia. Tra l’altro, lo stesso Orlando, nei suoi manifesti elettorali non ha messo simboli di partito. Il messaggio è chiaro: si rivolge a tutta la città, perché vuole essere – anche prima del voto: e questo lo differenzia da tutti i suoi avversari – il candidato a sindaco di tutta la città di Palermo. A pensarci bene, il candidato ideale da votare per i possibili elettori del Pdl non particolarmente ‘stimolati’ da quei maggiorenti del partito che  stando sempre a indiscrezioni da confermare – non sarebbero particolarmente impegnati nel sostegno a Massimo Costa.

Di questo sono perfettamente coscienti i settori del Pd che sostengono il candidato a sindaco, Fabrizio Ferrandelli. Da qui l’ipotesi – tutta ovviamente da dimostrare, come è da dimostrare, lo ripetiamo, il non eccessivo impegno di alcuni maggiorenti del Pdl in favore di Massimo Costa – di una possibile convergenza tra Pd e Pdl che, dall’Ars (dove tale accordo già c’è, anche se sottotraccia: relativamente sottotraccia visto che D’Alia li ha già ‘sgamati’), si potrebbe trasferire a Palermo. Dove – è solo un’ipotesi – gli elettori del Pdl non ‘stimolati’ a votare per Massimo Costa potrebbero, alla fine, votare per Ferrandelli.

Si tratta, lo ripetiamo, di ipotesi frutto di indiscrezioni. Che hanno, però, una ratio. Se è vero che gli elettori del Pdl in ‘libera uscita‘ potrebbero essere orientati a votare Orlando, è anche vero che se una parte del Pd dovesse riuscire a intercettare questo ‘flusso elettorale anomalo’ realizzerebbe un grosso risultato: perché ogni voto intercettato avrebbe un valore doppio: un voto del Pdl in meno per Orlando e un voto in più per Ferrandelli.

Ovviamente, in questo gioco il ‘sacrificato’ sarebbe Massimo Costa. Che è il candidato di Angelino Alfano (che a Palermo non è molto seguito) e, soprattutto, di Pierferdinando Casini. Proprio su Costa, Alfano e Casini stanno scommettendo una partita politica che è locale e nazionale insieme. E’ anche per questo che D’Alia attacca a testa bassa l’accordo tra Pd e Pdl?

 


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