La riforma dei rifiuti approda in Assemblea regionale Concorsi per una parte del personale, grana debiti Ato

Mesi di attesa e di polemiche, ma alla fine, questo pomeriggio a Sala d’Ercole verrà incardinata la riforma dei rifiuti targata Alberto Pierobon. Un atto formale che servirà più che altro ad aprire la discussione generale e dare verosimilmente una settimana di tempo per presentare gli emendamenti alla norma, mentre il reale esame degli articoli del disegno di legge inizierà la prossima settimana.

Cosa cambierà con la nuova riforma? Intanto la governance delle strutture chiamate a gestire il ciclo dei rifiuti nell’Isola, arginando la frammentazione territoriale del servizio: al momento, infatti, esistono 18 Srr e più di 200 Aro formate anche da un solo Comune. Con la nuova legge, invece, verranno istituiti nove Ambiti territoriali (Ada) che coincideranno con le province. Le Ada avranno natura di enti pubblici come in tutto il resto d’Italia. Le Srr erano invece spa, società di capitali, e Anac e Corte dei conti avevano rilevato criticità.

Il principio cardine della riforma è quello di restituire autosufficienza ai territori: il servizio, almeno in linea di principio, è immaginato in modo tale da garantire a ciascun territorio di iniziare e chiudere il proprio ciclo dei rifiuti, evitando così i lunghi viaggi dei rifiuti da una parte all’altra dell’Isola. Capitolo a parte, ovviamente, riguarda gli impianti: la norma si limita alle linee guida e alla tempistica rispetto agli iter autorizzativi, ma rimanda al Piano regionale di gestione dei rifiuti la definizione degli impianti in base ai fabbisogni dei singoli territori.

Perché le Ada saranno pubbliche? Perché – anche in questo caso si parla al momento di buoni propositi – a differenza di Ato e Srr, tecnicamente «società consortili di capitali», i nuovi soggetti pubblici non ostacoleranno i compiti di controllo e vigilanza da parte della Regione. Fermo restando, appunto, il principio per cui la linea e il controllo saranno a carico del pubblico, mentre la gestione sarà a cura di soggetti da individuare e che potranno essere pubblici, privati o misti. Il privato, in ogni caso, sarà selezionato attraverso gare a evidenza pubblica.

L’incognita maggiore resta sul personale: chi era già stato selezionato tramite concorso transiterà direttamente alle Ada. Per gli altri saranno previsti dei concorsi nei quali, certo, l’esperienza maturata farà punteggio. Ma oltre l’esperienza, bisognerà appunto superare il concorso pubblico.

Resta il tema delle liquidazioni degli Ato: in questo senso il legislatore regionale non può intervenire con norme di natura civilistica, perché questa competenza è riservata in via esclusiva al legislatore statale. Nel disegno di legge è stata inserita, su iniziativa parlamentare, una norma che assegna il coordinamento delle liquidazioni alla Regione e, per essa, all’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni. Ma non è possibile intervenire ulteriormente.


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