Progetto Spartacus, Corte Conti condanna Crocetta Con lui anche Bonafede e Corsello, assolti gli altri

La Corte dei Conti ha condannato l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, l’ex assessora regionale del Lavoro Esterina Bonafede e l’ex dirigente generale al Lavoro Anna Rosa Corsello al pagamento di 2,2 milioni di euro, da suddividere in parti uguali, quindi 738mila euro ciascuno a favore della Regione Siciliana. Al centro della vicenda il progetto Spartacus, affidato all’ente di formazione Ciapi di Priolo per una spesa di 35 milioni di euro. 

A citare in giudizio l’ex presidente della Regione, gli ex assessori e i dirigenti era stata la procura contabile diretta da Gianluca Albo. Erano accusati di aver dissipato 35 milioni di euro di fondi europei e statali – usandoli per 9mila cassintegrati – che avrebbero dovuto essere impiegati per retribuire l’attività di formazione e di politiche attive del lavoro espletata, per otto mesi, da circa 1.800 ex sportellisti. La vicenda giudiziaria e contabile attorno al Ciapi per il progetto Spartacus era cominciata nel 2014. In base alle indagini della Guardia di finanza, dopo un esposto proprio di alcuni ex sportellisti, si è appurato che pressoché nessuna attività lavorativa sarebbe stata fatta e che, invece di operare presso uffici del dipartimento regionale Lavoro, gli ex sportellisti sarebbero stati assegnati ad alcune scuole e ad altri rami dell’amministrazione ma sempre per restare sostanzialmente inattivi, almeno secondo quanto dichiarato da alcuni capi di istituto.

I giudici della sezione siciliana della Corte dei conti (presieduta da Guido Carlino, relatore Maria Rita Micci e consigliere Giuseppe Grasso), hanno invece assolto gli ex assessori e dirigenti Antonino Bartolotta, Luca Bianchi, Lucia Borsellino, Dario Cartabellotta, Maria Lo Bello, Nicolo’ Marino, Egidio Ortisi, Luciana Rallo, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti e Linda Vancheri.

La Procura Regionale della Corte dei Conti aveva citato in giudizio Crocetta e gli altri chiedendo una condanna al pagamento della complessiva somma di oltre 35 milioni di euro in favore della Regione Siciliana per avere «frettolosamente e sostanzialmente al buio adottato con voto favorevole una deliberazione contrastante non solamente con il divieto di assunzioni ribadito con legge regionale n. 25 del 2008 ma anche sprovvista di adeguata istruttoria idonea a giustificare l’ingente allocazione di risorse, l’economicità e la congruità dell’affidamento nonchè l’inerenza del progetto con il titolo del finanziamento».


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