Solo grazie alla “regimentazione” del voto la maggioranza ha retto. Continuano ad essere agitate le acque all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana. In modo particolare tra Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Prima l’Italia, Popolari e Autonomisti, Democrazia Cristiana Nuova con il partito di Giorgia Meloni che continua, anche a sala d’Ercole, a volere giocare un ruolo di punta. Alla fine, grazie a qualche sostegno delle minoranze, le caselle delle commissioni, con le rispettive presidenze, sono state riempite così come si voleva. Per centrare i risultati, sostanzialmente, le operazioni di voto hanno riportato tutte le “indicazioni”, seguite fedelmente dai deputati. Nelle schede, quindi, i nominativi sono stati segnati con nome e cognome o cognome e nome oppure con l’iniziale puntata del nome e il cognome per esteso. Insomma una modalità di tracciamento nascosta per scoprire ed evitare possibili franchi tiratori.
Alla fine la presidenza della commissione alla Sanità è andata al Carroccio con Giuseppe Laccoto mentre il vice è dell’opposizione, dei democratici, Calogero Leanza. A capo degli Affari Istituzionali è finito Ignazio Abbate della DC, il Bilancio a Fratelli d’Italia con Dario Daidone. Al partito sovranista la presidenza anche della commissione Cultura con Fabrizio Ferrara. I forzisti hanno espresso alle Attività Produttive Gaspare Vitrano mentre gli autonomisti il Territorio e Ambiente con Giuseppe Carta; la vice è la pentastellata Jose Marano. Il Movimento 5 Stelle, tramite Luigi Sunseri, festeggia anche con le Politiche Comunitarie.
Restano con le mani in mano Gianfranco Micciché e i componenti della “sua” Forza Italia; la spaccatura, a sala d’Ercole, all’interno del partito di Silvio Berlusconi, continua nonostante le telefonate. E alla luce del risultato sulle commissioni pare non essere destinata al risanamento lasciando così, i sostenitori di Renato Schifani in Aula, in balìa di una parte dell’opposizione. Una stampella che pare sempre più luccicante, stellata. Dopotutto i gruppi riconducibili a Cateno De Luca, Sud chiama Nord e Sicilia Vera, pure in questa occasione hanno dimostrato di volere rimanere distanti e distinti non partecipando al voto e alla spartizione delle poltrone.
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