La sentenza è stata letta nei giorni scorsi alla sezione Lavoro di Palermo. Per la giudice, la selezione del chimico industriale non sarebbe stata motivata da adeguate esperienze. A fine gennaio, il 52enne è stato condannato in Calabria dalla Corte dei Conti
Arpa, tribunale giudica illegittima nomina di Vazzana «Nel curriculum requisiti professionali assai blandi»
Scossone ai vertici di Arpa Sicilia. Il tribunale del lavoro di Palermo si è pronunciato sulla nomina a direttore di Francesco Carmelo Vazzana dichiarandola illegittima. Il 52enne originario di Reggio Calabria non avrebbe avuto requisiti sufficienti per essere selezionato, nell’autunno 2017, dall’allora assessore al Territorio Maurizio Croce.
Nella sentenza, pronunciata nei giorni scorsi, la giudice Matilde Campo sottolinea come il profilo professionale di Vazzana non sarebbe stato così superiore a quello degli altri aspiranti direttori. «L’affidamento di funzioni dirigenziali a soggetti che non abbiano superato un percorso di qualificazione
concorsuale esige – si legge nel dispossitivo – che dal curriculum dell’interessato emergano non solo il possesso di esperienza sul campo, ma severi requisiti di comprovata eccellenza professionale, che appaiono nel caso del curriculum del resistente (quello di Vazzana, ndr) assai blandi».
Contro quello che di fatto è stato uno degli ultimi atti del governo targato Rosario Crocetta si era scagliato il Movimento 5 stelle, depositando un esposto in cui si rimarcava che Vazzana, a dispetto di quanto previsto dall’avviso di selezione, non aveva avuto sufficienti esperienze negli ultimi dieci anni. Tesi che oggi viene ripresa dal tribunale del lavoro, davanti a cui è arrivato il ricorso presentato da un pretendente al posto dirigenziale. «La normativa, a garanzia dell’esigenza di pubblicità e trasparenza, impone all’amministrazione – ricorda la giudice – un apposito meccanismo paraconcorsuale (avviso indicante i requisiti selettivi; pubblicazione di curricula) e correlativamente, affinché la “fiduciarietà” non si traduca in pericolose commistioni tra cariche politiche e incarichi gestionali».
Nella sentenza si legge anche che la comparazione tra i curricula dei candidati avrebbe dovuto dare conto – «senza ricorrere a formule meramente tautologiche o a stereotipi» – dei motivi per cui il bagaglio di esperienze di Vazzana fosse ritenuto di «tale eccellenza da anteporlo a quello di tutti gli altri candidati». Così, però, non è stato e all’assessorato, che adesso sarà tenuto a indire una nuova procedura di selezione, non è bastato individuare in Vazzana «una competenza professionale e trasversale» nel settore ambientale.
Nei giorni scorsi, il nome del chimico industriale è finito al centro dell’attenzione per la condanna da parte della Corte dei Conti della Reggio Calabria, che ha disposto un sequestro milionario per l’ormai ex direttore di Arpa e per l’attuale commissario dell’ex Provincia di Siracusa Domenico Percolla. I due sono finiti nel mirino dei giudici contabili per le attività svolte in Calabria per conto del commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico. In quella vicenda, a giudizio è andato anche lo stesso Maurizio Croce, ma nel caso dell’ex assessore al Territorio e attuale commissario per il rischio idrogeologico della Regione Siciliana la Corte ha rigettato le richieste della procura.