Cento passi indietro.Il Governo di Matteo Renzi sferra un colpo micidiale alle Regioni, e si lascia tentare da una svolta centralista e autoritaria che si sperava fosse solo un ricordo del passato.
Al di là, della riforma del Senato, sulla quale, come vi abbiamo raccontato qui, ha lanciato un pesantissimo allarme democrazia lex Procuratore Nazionale Antimafia, nonché Presidente del Senato, Pietro Grasso, con il provvedimento approvato ieri, il Governo nazionale ha palesato le sue intenzioni:
togliere alle Regioni, con un solo colpo di mano, tutte le competenze in settori strategici. Lo ha dichiarato apertemente la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, che ha detto: “Le materie avocate dello Stato sono in gran parte quelle concorrenti, come la previdenza complementare, la produzione e distribuzione dellenergia; lambiente, la tutela del paesaggio, le scelte strategiche sul turismo; il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Ma lo Stato può decidere di delegare anche queste materie alle regioni».
Praticamente lo Stato si prende tutto. Per diporre delle risorse territoriali senza che i territori abbiano voce in capitolo. Alla faccia del federalismo e del diritto all’autoderminazione dei popoli, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, recepita dall’Italia nel 1977. E, ciliegina sulla torta, queste disposizioni varebbero, qualora la riforma passasse al vaglio del Parlamento, anche per le regioni a Statuto Speciale.
Praticamente, l’ex Sindaco di Firenze, pensa di potere cancellare storie e diritti, con un colpo di penna, come sottolinea il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che condanna la svolta autoritaria proclamata da Roma:
“Con un semplice colpo di penna si vogliono cancellare quasi 70 anni di storia. Siamo alloffensiva finale di un attacco mirato e concentrico contro il regionalismo. Per quello che ci riguarda, la nostra opposizione sarà ferma e determinata dice dopo aver appreso che nel disegno di legge costituzionale di riforma del Senato della Repubblica, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, al comma 13 dellarticolo 33 è espressamente previsto che le disposizioni della presente legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a statuto speciale ed alle Province autonome di Trento e di Bolzano sino alladeguamento dei rispettivi statuti.
La norma – continua Ardizzone – non si presta ad alcuna dubbia interpretazione. Per questo motivo, ne discuteremo con gli altri presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni a Statuto speciale nel corso di una riunione già convocata a Palermo per venerdì 4 aprile.
Ardizzone lancia quindi un appello ai deputati nazionali eletti in Sicilia: “Non possono rimanere indifferenti dinnanzi a questo attacco vergognoso, che è un attacco ai diritti, alla storia e alla dignità dei Siciliani”.
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