Ambiente, «quella moltitudine nascosta» Storia di potere, battaglie perse e attesa

C’è una storia di ambiente che può spiegare quello che è successo in questi giorni, sulla scelta di più della metà degli aventi diritto al voto siciliano.

Vi racconto la storia di una persona, che conosco bene e che si è applicata per più di vent’anni in questo settore nel contesto catanese. Questa persona però desidera non apparire in questa storia. E allora, per trattare in egual misura persone, luoghi e fatti, vado per similitudini facili. Così se dico che l’ambiente in questione è il vulcano più grande d’Europa, si capisce qual è; se scrivo dell’area naturalistica protetta di questo vulcano, si capisce qual è; se dico che il giornale per il quale questa persona scriveva è il più grande e diffuso quotidiano di questa città, si capisce qual è.

Lei ha scritto articoli e interviste, condotto speciali sul non fatto da parte delle istituzioni deputate; sui soldi pubblici spesi per ristrutturare manufatti identificati come punti-base per l’escursionismo, e poi lasciarli a se stessi, incustoditi, preda dei vandali. Ha messo in evidenza la mancanza di vigilanza e controllo, iniziata col blocco e l’annullamento del concorso specifico. Ha puntato il dito sulla fruizione mai veramente partita: pochi e mai più ripresi sentieri segnati, nessun punto-base attivato. E’ arrivata alla provocazione della chiusura della baracca-Parco e convertirla a Riserva, senza guardaparco e con meno sperpero di denaro di tutti.

Si è tirata dietro le invettive di alcuni funzionari e il blocco progressivo del caporedattore, che ha alzato l’asticella di collaborazione. Non le ha mai concesso di intervistare sull’argomento l’assessore regionale all’ambiente – e non l’ha mai fatto nessun giornalista interno; ha trasformato un servizio speciale in una mega-lettera di una pagina intera con foto, nella rubrica dei lettori che scrivono al giornale, dissociandosi di fatto sulla questione, che stava diventando politica. E la politica, di fatto, non s’è mai sentita chiamata all’appello. La faccia dei vari assessori è stata la stessa maschera impermeabile usata e passata di mano come un testimone silenzioso e sorridente.

Ha perso. E’ servito a poco, fare questa battaglia per il proprio ambiente. Allora, lei ha pensato di diversificare l’azione, partendo con iniziative di educazione ambientale e di volontariato, coinvolgendo scuole, associazioni, attori e registi per spot di pubblicità-progresso. Ha visto che in Sicilia la legge non consente il volontariato singolo – chissà perché – e dunque ha fondato con diversi amici, che sentono la stessa sofferenza di vivere in un ambiente naturale così magnifico e così degradato, un’associazione che specifica nello statuto la volontà di vigilanza volontaria. Innumerevoli attività con bambini di avvicinamento alla natura, liberazione di animali selvatici, giochi educativi, avviamento agli sport naturali, escursioni guidate, incontri ed eventi in tema sul senso di appartenenza alla natura, e la dichiarata, ripetuta, pubblicata disponibilità a collaborare con gli enti locali e le istituzioni per un maggiore controllo del territorio, ormai arrivato al collasso. Centinaia di discariche pericolose, abusi in fuoristrada, caccia in montagna.

Ha perso daccapo. Nessuno chiama. Nessun Comune ha bisogno di volontari non allineati a correnti politiche. Nessun Ente ha risposto a quest’associazione apartitica e apolitica, in cui nello statuto è scritto che il consiglio direttivo è vietato a coloro che ricoprono cariche politiche pubbliche.

Ecco perché lei adesso si è ritirata e non desidera il suo nome e cognome su queste righe. E’ altrove, nascosta, in attesa forse. In elaborazione di altro, forse. Ma stranamente non è sola. Assieme a lei c’è una moltitudine inaspettata di persone in attesa. In elaborazione, forse…

Leggi il post sul blog Naturamente di Sergio Mangiameli.

[Foto di axom.]


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