Almaviva, chiude una delle sedi di Palermo Tumminia:«1500 posti di lavoro a rischio»

Una vertenza senza fine. I vertici nazionali di Almaviva, (leader nel settore delle telecomunicazioni in Sicilia con sedi a Palermo e a Catania, ndr), hanno comunicato che entro giugno 2015 una delle due sedi di Palermo sarà chiusa e circa 1500 lavoratori, quindi, dovranno trovare spazio nella sede superstite, «Dove – si legge nel comunicato stampa della Uilcm Uil –  risulta scontato che si creeranno nuovi esuberi. Per questo chiediamo l’immediata attivazione di un tavolo istituzionale. Dobbiamo evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro di una fascia di lavoratori giovani che non troverebbe nessuna tutela negli ammortizzatori sociali- scrive il segretario regionale Giuseppe Tumminia -. L’azienda ha confermato la preoccupazione per l’imminente gara della commessa Wind che rischia di creare mille esuberi, a cui si sommano ulteriori 90 lavoratori, a causa del calo di chiamate della commessa Tim. In questi ultimi due anni abbiamo chiesto alle Istituzioni di individuare una sede unica in grado di anticipare azioni di sviluppo nel territorio. Oggi invece riceviamo un segnale che va nella direzione opposta, perchè la commessa che lascerà Palermo non tornerà più in Sicilia (va ricordato che la scadenza della commessa con Wind, scadrà entro marzo 2015, ndr). L’azienda – continua Tumminia – ha inoltre comunicato che saranno accolte richieste di trasferimento volontario verso la sede di Catania ma non sono esclusi prossimi trasferimenti collettivi e la possibile societarizzazione di Almaviva». 

L’azienda da oltre due anni lamenta la mancanza di costanti commesse di lavoro, proponendo l’accorpamento delle due sedi palermitane di via Marcellini e di via Cordova. Un primo allarme era stato lanciato dai sindacati già lo scorso novembre quando Almaviva Contact spa, in una lettera spedita al Comune di Palermo, aveva comunicato di volere  ridurre i posti di lavoro nel call center di Almaviva di via Marcellini, a partire proprio dal primo semestre del 2015.

Le organizzazioni sindacali hanno indetto assemblee e, dopo il già previsto incontro nazionale giorno 9 gennaio, decideranno le forme di mobilitazione dei lavoratori.


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