Durante l'incontro di oggi a Roma con i rappresentanti dei lavoratori, il colosso dei call center ha ribadito l'intenzione di non sospendere le procedure annunciate a causa della crisi strutturale del settore. Le sigle sindacali promettono battaglia
Almaviva, azienda conferma licenziamenti Sindacati: «Subito tavolo nazionale al Mise»
Almaviva non intende retrocedere dalle sue posizioni e conferma l’intenzione di procedere con i licenziamenti annunciati nei giorni scorsi: 2988 esuberi in Italia e 1670 a Palermo, dove lavorano quasi 5mila persone. La società lo ha ribadito oggi, durante l’incontro che si è svolto nel primo pomeriggio a Roma, nella sede di Unindustria, con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, per il primo esame congiunto previsto dalla procedura di riduzione del personale, avviata il 21 marzo scorso.
I dirigenti dell’azienda hanno illustrato le misure contenute nel piano di riorganizzazione aziendale «alla luce della estrema gravità della situazione – si legge in una nota – determinata dalla crisi strutturale del settore italiano dei call center, segnato da perduranti fenomeni distorsivi, condizionato da un quadro normativo incerto e dalla costante elusione delle regole».
Per Almaviva, quindi, servono interventi normativi urgenti che rispondono alla necessità «di affrontare l’accertata insostenibilità delle attività dell’azienda alle condizioni attuali e con i soli strumenti fino ad oggi disponibili, compreso l’ormai pluriennale ricorso agli ammortizzatori sociali».
L’Azienda, inoltre, ha puntualizzato che a fronte di un radicamento produttivo nei diversi territori che supera i quindici anni, la media del personale che si è avvalsa di sgravi contributivi negli ultimi sei anni è inferiore al 3,5 per cento, attualmente pari all’1 per cento. Almaviva, quindi, ha fatto presente che se, ad oggi, non vi sono certamente le condizioni per interrompere la procedura, mantiene piena disponibilità a proseguire nell’analisi di ogni utile percorso diretto a rispondere alle gravi problematiche in atto, riconoscendo la responsabilità e la serietà delle organizzazioni sindacali in sede di discussione.
«L’azienda ha confermato le posizioni espresse nei giorni scorsi riguardo i licenziamenti – dice Rosalba Vella della Slc Cgil Palermo – ribandendo ancora una volta la presenza di problemi strutturali nel settore dettati dalla mancata applicazione dell’articolo 24 bis (le delocalizzazioni), e le assegnazioni delle gare al massimo ribasso. Criticità che da tempo denunciamo a tutti i livelli, chiedendo maggiori controlli per eliminare queste storture dal settore. Per questo motivo, le segreterie nazionali in una lettera hanno chiesto al viceministro Teresa Bellanova un tavolo nazionale specifico al Mise per la vertenza Almaviva e anche l’intervento della Presidenza del Consiglio».
«Siamo pronti allo sciopero nazionale in tutte le sedi, la data è ancora da decidere», dice Giuseppe Tumminia, segretario regionale della UilCom Sicilia. «Chiediamo subito l’attivazione del tavolo di crisi – prosegue il sindacalista – non accetteremo mai di lasciare per strada migliaia di famiglie. Serve un’assunzione di responsabilità di tutti i soggetti in campo: Almaviva deve ricorrere agli ammortizzatori sociali, il Governo nazionale deve applicare quanto annunciato in ambito di regole e risorse economiche aggiuntive a sostegno del settore e i committenti devono garantire la sostenibilità sociale del settore riportando il lavoro in Italia. Anche la Regione siciliana deve fare la sua parte mettendo a disposizione risorse per formazione e sostegno al reddito. Infine – conclude Tumminia – chiediamo un intervento forte anche al Presidente del Consiglio, Renzi».
.