Intorno alle 9 è approdata la nave Dattilo che ieri pomeriggio ha effettuato il salvataggio dei migranti che viaggiavano su quattro gommoni. «L'Italia può intervenire anche nelle acque Sar di un altro Paese se quest'ultimo non è in grado di farlo», sottolineano dalla Capitaneria etnea
Al porto di Catania 398 migranti salvati in acque libiche Guardia costiera: «Non possiamo far morire la gente»
Ha attraccato al porto di Catania la nave Dattilo della guardia costiera che ha salvato ieri pomeriggio 398 migranti, tutti di origine subsahariana, davanti alle coste libiche.
Il salvataggio è avvenuto intorno alle 16. I migranti viaggiavano su quattro gommoni. Dopo una notte di navigazione, stamani intorno alle 9 l’imbarcazione è arrivata ai moli 10 e 11.
Il trasferimento delle 398 persone – provenienti da Senegal, Gambia e Mail – sarebbe avvenuto nelle acque di competenza libiche. «A prescindere dalle operazioni Mare Nostrum o Triton – spiega il comandante Michele Maltese, della Capitaneria di Catania – è compito della guardia costiera salvare chi è in pericolo di vita in mare». Maltese precisa che le acque di competenza (zone Sar) di un Paese non coincidono con quelle territoriali.
«L’Italia può intervenire anche nelle acque Sar di un altro Paese se quest’ultimo non è in grado di farlo – continua Maltese – succede con Malta, e anche con la Libia, che sappiamo essere in una situazione complicata, con più di un governo. E’ chiaro che se c’è un soccorso da fare ci andiamo noi, perché non possiamo far morire la gente».
Al momento sono in corso le operazioni di identificazione dei migranti sulla nave Dattilo. A breve verrà deciso in quale struttura di prima accoglienza trasferire il gruppo.
Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un’intervista alla Cnn, aveva sottolineato che «l’Europa deve essere all’altezza della sua storia e delle sue responsabilità. La prima esigenza è salvarli ma occorre anche accoglierli». Pronta la replica di Matteo Salvini, leader della Lega Nord: «Ma è il presidente degli italiani o dei clandestini?».