Al canile restano 19 animali, scontro ancora acceso I timori del capo area: «Tante adozioni senza controlli»

Continua a tenere banco in questi giorni la questione del canile di Palermo. Tante le lamentele, che arrivano da più parti. L’ultima riguarda lo slittamento dei lavori nella struttura di via Tiro a Segno dove sono rimasti ormai 19 cani. Gli ultimi trasferimenti affidati all’associazione Aivac, che avrebbero consentito il via alle opere di adeguamento e manutenzione, hanno subito uno stop a causa delle proteste degli animalisti e poi del blocco deciso dalla Regione. 

Su questo è intervenuto il candidato sindaco del M5s Ugo Forello: «Nemmeno una settimana fa il Comune aveva assicurato che i lavori di ristrutturazione del canile municipale di Palermo sarebbero partiti il 3 aprile, invece sono slittati e nella struttura ci sono ancora una ventina di animali. Adesso la Regione ha deciso di stoppare le autorizzazioni per il trasporto dei cani rilasciate all’associazione Aivac, dando di fatto ragione ai volontari di alcune associazioni che la scorsa settimana hanno bloccato l’uscita dei cani dai cancelli di via Tiro a Segno». 

Il dibattito attorno al canile si è spostato quasi subito sul fronte politico, entrando a pieno titolo come uno degli argomenti principe dello scontro per la corsa a sindaco. Il primo a scendere in campo è stato il leader dei coraggiosi Fabrizio Ferrandelli. Anche lui, come adesso Forello, ha sollevato dubbi sull’opportunità dell’impiego delle risorse pubbliche nel recupero della struttura: «Negli ultimi quattro anni l’amministrazione comunale – afferma il candidato sindaco pentastellato – ha sperperato soldi e su questo vogliamo vederci chiaro. Il M5s ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti per capire come è stata gestita la struttura finora e come sono stati spesi soldi pubblici. Invece di stanziamenti milionari per la ristrutturazione di una struttura comunque vetusta, l’amministrazione avrebbe potuto salvaguardare gli animali, realizzandone una nuova, magari a minor costo e in un terreno confiscato alla mafia e promuovendo la cultura del riuso». 

Dal canto loro le associazioni animaliste chiedono maggiori controlli nelle adozioni, rifiutando però la logica del bonus alla quale, affermano, si sono sempre opposti. Inoltre sottolineano con forza come vengano diffuse false affermazioni nei loro confronti. Denunciano che da parte dell’amministrazione comunale c’è disinteresse nei confronti dei cani e del canile. A sollevare una questione ulteriore ci pensa però il capo area del Comune Gabriele Marchese che sta gestendo in questi giorni la complessa situazione dello svuotamento della struttura. Tocca a lui questa volta chiedersi che fine hanno fatto questi animali: «Negli ultimi giorni – afferma – sono stati affidati oltre quaranta cani attraverso il sistema dell’adozione semplice. Ora il problema è che con questo tipo di strumento non è possibile effettuare controlli perché la legge non lo consente. Per questo avevamo deciso di promuovere lo strumento dell’adozione incentivata, perché prevede che vengano fatte verifiche per un anno intero». 

Stefania Brusca

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