Lo scalo ragusano ha prima rischiato di chiudere, poi è stato salvato. Mancavano i soldi per i controllori di volo. Ma secondo il direttore di Malpensa, Gianni Scapellato, «i costi dovrebbero essere a carico dell'Enav, invece si continua con una convenzione che mostra una connivenza spaventosa tra una politica che elargisce elemosine e un'imprenditoria che attende i contributi»
Aeroporto Comiso: Regione trova 2,5 milioni per Enav L’esperto: «Serve solo ai politici per gonfiarsi il petto»
Non c’erano soldi a sufficienza per l’aeroporto di Comiso. E non solo. Era questa la posizione del governo regionale attraverso l’assessore all’economia Alessandro Baccei, espressa in apertura della seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana per approvare il documento finanziario. Mancavano venti milioni di euro, in totale, per la copertura di diversi servizi. Di questi, due milioni e mezzo circa destinati allo scalo Magliocco per il pagamento del servizio di assistenza al volo – gli uomini-radar, i tecnici della torre di controllo – all’Enav (Ente Nazionale Assistenza al Volo), società per azioni controllata dal ministero dell’Economia. Che alla fine sono stati trovati.
È stata accesa bagarre in aula. I parlamentari iblei si sono opposti immediatamente alla soppressione della voce di bilancio. Giuseppe Di Giacomo, ex sindaco di Comiso, deputato del Partito Democratico, inveiva sui social network: «Non si può ancora tirare a campare e giocare sulla pelle di un aeroporto», e divideva con nettezza meriti e colpe: «Finora ognuno ha fatto la propria parte: il Comune, la regione, la gestione commissariale della provincia. Al contrario della società e del governo nazionale». Il collega dell’opposizione, Giorgio Assenza (gruppo di Forza Italia) usava metafore ancora più drammatiche per la «felice realtà» dell’aeroporto: «Non si uccida nella culla una creatura viva e vitale per un’ampia parte dell’Isola di Sicilia». Venivano così presentati diversi emendamenti al testo di legge, nella lunga maratona assembleare per l’approvazione.
La So.a.Co. (Società Aeroporto di Comiso) intanto interveniva rispedendo al mittente l’accusa di «insipienza». «Ci chiediamo che cosa dovrebbe mai fare la società di gestione rispetto al tema dei controllori di volo. Un tema che, è palese, riguarda in primis politica e istituzioni. Quelle regionali, che anche il Digiacomo rappresenta, hanno sempre dichiarato che avrebbero supportato il Pio La Torre, pure facendosi carico del costo dei controllori di volo fino alla firma del contratto di programma con lo Stato».
L’occasione veniva colta per dare notizia di un incontro, avvenuto una settimana prima a Roma, tra i vertici di So.a.Co., il sindaco di Comiso Filippo Spadaro e i dirigenti di Enav ed Enac. Argomento della riunione era la proroga, senza costi aggiuntivi, di tre mesi del servizio di assistenza al volo. Le richieste sono state accolte e la scadenza, prevista per il 30 maggio, è stata posticipata per «dare tempo alle istituzioni regionali di intervenire», riporta la nota di Enzo Taverniti e Rosario Dibennardo (rispettivamente amministratore delegato e presidente di So.a.Co.).
Alla fine della seduta, durata più di ventiquattro ore, la finanziaria è stata approvata. Alle 7 del mattino, durante le battute finali, l’annuncio definitivo è arrivato: l’emendamento presentato dall’opposizione è stato accolto positivamente e la copertura finanziaria per il servizio di controllo dei voli è stata trovata. «In extremis, si è riusciti a evitare questa sciagura – ha comunicato Assenza – e ad assicurare così, all’intera Isola, una struttura che contribuisce a garantire una continuità territoriale di vitale importanza».
La stipula della convenzione per il servizio di assistenza già prima dell’apertura definitiva, nel 2013, aveva messo a rischio e prolungato i tempi necessari al decollo della struttura. Alla fine, i fondi erano stati messi a disposizione dall’ente regionale: 4,5 milioni di euro versati alla So.a.co che a sua volta venivano girati all’Enav. Così sarà anche stavolta, con il costo ancora a carico della Regione.
Alcune posizioni critiche in merito però vengono espresse da anni da Gianni Scapellato, in passato direttore dell’aeroporto di Malpensa e consigliere tecnico del comune di Comiso per la trasformazione da base militare in aeroporto civile. Secondo cui i costi per l’assistenza al volo devono essere forniti gratuitamente. «Perché il Pio La Torre deve pagare il servizio? È una struttura di proprietà del Comune di Comiso su terreno della Regione. Secondo la legge (articolo 697 – Aeroporti aperti al traffico civile) gli aeroporti degli enti pubblici locali sono equiparati a quelli dello Stato. Quindi i servizi garantiti per il corretto funzionamento dell’aeroporto non devono avere costi per i proprietari, ma devono essere garantiti dall’Enav».
La critica non si ferma: «Il caso della convenzione con Enav è eclatante ed è l’indice della vicenda. Serve solo ai politici, che adesso potranno andare con i petti gonfi, salire su un palco e dire che è stato grazie a loro. C’è una connivenza spaventosa tra una politica che elargisce elemosine e un’imprenditoria che attende i contributi; i politici però si inseriscono in un vuoto dell’industria». Arriva poi al nocciolo, secondo lui, della questione: «Manca il management. Un aeroporto vive con visioni strategiche di trenta o quaranta anni (come la durata della concessione del Pio La Torre). E invece qui si discute di mese in mese. Come si possono, senza programmazione, attirare investimenti importanti?». Da settimane infatti si attende la pubblicazione di un bando di 1,6 milioni di euro per la concessione di nuove tratte aeree. Forse il ritardo è stato causato anche dalla diatriba sulla convenzione Enav e sul supporto economico.
Scapellato si congeda con una domanda, al termine di un ragionamento: «La So.a.Co. è capitalizzata; seppure registra perdite modeste (siamo in fase iniziale), ha un capitale importante. Ma il modello di business qual è? Il management che progetti ha per i prossimi quaranta anni? Secondo me, alla base, c’è una incapacità industriale di programmazione. Che non è solo della So.a.Co., ma dell’intero territorio. Dov’è l’imprenditoria iblea? Quali scelte sta compiendo per lo sviluppo dell’economia (connessa al suo aeroporto)? Cui prodest questo stallo?».