A Vaccarizzo i residenti chiedono spazi di aggregazione «I ragazzi fanno venti chilometri per andare a scuola»

Per anni è stata considerata esclusivamente una meta di villeggiatura, con i suoi stabilimenti balneari e le case-vacanza. Ma, per chi ci vive tutto l’anno, la quotidianità diventa sempre più complicata. È il profilo di Vaccarizzo o Villaggio delfino, vasto borgo della zona a Sud di Catania, sulla collina Primosole, i cui confini lambiscono il Siracusano. Una località tanto vasta da inghiottire parte dei residenti fino a determinare una condizione di abbandono. Da mesi, gli abitanti chiedono risposte sui tempi di realizzazione dei lavori alla scuola che dovrebbe aprire i battenti per il prossimo anno scolastico. I quesiti di chi abita nella quarta circoscrizione catanese riguardano pure il futuro dell’oratorio, al momento chiuso, e la mancanza di strutture educative per accogliere anche persone con disabilità. Scollegato rispetto al centro abitato, troppo isolato da rendere irraggiungibili anche i servizi essenziali, Vaccarizzo sembra destinato a essere un luogo dal futuro incerto. Superata la stagione estiva, nella zona Sud etnea rimane la fotografia della speculazione edilizia di un centro isolato dal cuore di Catania. A illustrare i tanti disagi a MeridioNews è Andrea Gagliano, che fa parte del Comitato civico di Vaccarizzo. Il gruppo, che accoglie centinaia di ragazzi della zona, si è preso carico anche delle istanze dei tanti ragazzi disabili che oggi chiedono più punti di aggregazione e centri a cui potersi rivolgere. 

«Cerchiamo di essere punto di riferimento per tanti e di dare un’alternativa a chi desidera da tempo uno spazio dove giocare e una scuola a pochi passi da casa – afferma Gagliano – Sono centinaia i ragazzi che devono alzarsi alle 6 per andare a scuola che si trova a Librino. Per le famiglie diventa impegnativo se non impossibile, figuriamoci per chi ha una disabilità». Studenti e famiglie, in qualche caso, devono percorre più di 20 chilometri ogni giorno. Tuttavia, una risposta su questo tema dovrebbe arrivare tra qualche mese, quando potrebbero essere ultimati i lavori nella struttura che ospitava un ex caserma e che dovrà accogliere le classi per offrire a Vaccarizzo un nuovo plesso scolastico. Ad affermarlo a questa testata è l’assessora all’Istruzione Barbara Mirabella. «La scuola è la prima cellula di aggregazione di ogni comunità – sottolinea – Adesso attendiamo che i lavori vengano ultimati. Il cantiere si era fermato per motivi burocratici – aggiunge – ma i fondi regionali per finanziare le opere nel 2018 sono stati sbloccati». 

Attiguo alla struttura, infatti, potrebbe nascere un parco giochi inclusivo. Proprio Mirabella ieri ha preso parte a un incontro voluto da alcuni genitori, per discutere sulle eventuali iniziative da intraprendere. Il tavolo ha visto la partecipazione della preside del plesso di Fontanarossa Concetta Patrizia Tumminia. A farsi promotrice dell’appuntamento, Claudia Vincenza Condorelli, presidente dell’associazione Il faro, nata per dare supporto alle famiglie. Insieme a Condorelli erano presenti la vicepresidente dell’associazione Carla Sanfilippo e Milena Trovato, una delle associate. «La situazione è esasperata – fa notare Condorelli – Noi abbiamo raccolto le istanze di alcuni genitori, anche di chi è costretto a convivere con le difficoltà legate alla disabilità dei propri figli. Ringraziamo la preside e l’assessora, ma chiediamo di fare in fretta – aggiunge la presidente dell’associazione – nel quartiere è richiesta anche una farmacia e un minimarket, per non parlare dell’assenza di un campo sportivo dove potere giocare – e conclude – Ci auguriamo e faremo il possibile perché la scuola sia completata prima di settembre». Uno dei pochi punti di ritrovo era l’oratorio della chiesa di Nostra Signora di Nazareth oltre Simeto, ma oggi è chiuso perché dichiarato inagibile. Un intervento per far ripartire l’oratorio potrebbe arrivare dal neo arcivescovo di Catania Luigi Renna che, a pochi giorni dal suo insediamento, ha parlato del ruolo fondamentale degli oratori. 

«Col comitato abbiamo consegnato una raccolta firme al vicario dell’arcivescovo – osserva Gagliano – I ragazzi del quartiere si sono organizzati per costruirsi un campo per poter giocare, ma noi non vogliamo, è troppo pericoloso. In passato – conclude il residente – abbiamo anche chiesto un incontro col sindaco, ma nessuno è venuto. In questi cinque anni la situazione è peggiorata». Oltre al parco giochi inclusivo e la scuola, un’altra soluzione potrebbe arrivare dai fondi del Pnrr. Il Comune ha presentato un progetto per la ristrutturazione della villetta sulla quarta strada, in via Gondola. La struttura è stata confiscata alla mafia, e nel 2014 l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) l’ha trasferita al patrimonio del Comune. I locali sono però inutilizzabili. Per ripristinarli, l’amministrazione ha presentato un progetto affinché nei locali possa essere realizzato un centro educativo per minori e una colonia marina sociale. Ma per sapere se il progetto sarà accettato e finanziato bisognerà attendere la fine del mese.


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