L'iniziativa è nata in provincia di Siracusa, nel centro Entheos-IdO di Francofonte. «Il terapeuta deve avere una grande dimestichezza con le dinamiche psicoaffettive che caratterizzano i primi anni di vita», spiega Magda Di Renzo
A Francofonte l’avvio del primo gruppo di Mamme a bordo «Progetto aiuta a decifrare i comportamenti atipici dei figli»
Non esiste un bambino senza il suo genitore e il centro Entheos-IdO di Francofonte lo sa, inaugurando l’avvio del primo gruppo siciliano di Mamme a bordo, che segue la scia dei gruppi partiti diversi anni fa nelle sedi romane dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) all’interno del modello evolutivo DERBBI – Developmental, Emotional Regulation and Body-Based Intervention per il trattamento dei disturbi del neurosviluppo.
Ogni gruppo si compone di un massimo di cinque mamme (un minimo di tre) insieme ai loro bambini e dura almeno un anno. «Concretamente in un contesto di gioco – spiega Sabrina Scalone, psicologa, psicoterapeuta IdO e responsabile di Entheos – si favorisce il rispecchiamento madre-figlio, facilitando la regolazione sensoriale ed emotiva all’interno della dimensione corporea del terapeuta e dei partecipanti al gruppo». Oltre alle mamme e ai bambini, fanno parte del gruppo diverse figure professionali, tra cui lo psicoterapeuta dell’età evolutiva, il logopedista, lo psicomotricista e l’osteopata. Il gruppo è composto anche da tirocinanti (in qualità di osservatori) che frequentano il corso quadriennale di specializzazione in Psicoterapia psicodinamica dell’età evolutiva della Fondazione Mite-IdO e che possono svolgere il loro tirocinio anche nel Centro Entheos a Francofonte.
«Mamme a bordo è un gruppo di terapia per noi molto caro – sottolinea Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO – e sul quale abbiamo investito moltissimo per aiutare il genitore a rimanere tale, potenziando le sue capacità e aiutandolo a decifrare i comportamenti atipici del bambino. Presuppone una formazione importante da parte del terapeuta che deve fungere da facilitatore e avere una grande dimestichezza con le dinamiche psicoaffettive che caratterizzano i primi anni di vita. Per questo tipo di terapia, fortemente voluto dall’equipe IdO, è necessaria infatti una importante formazione da parte del terapeuta che, oltre a conoscere la specificità del disturbo, deve avere la capacità di potere contenere emotivamente i disagi del bambino e della diade», conclude.