Salvatore Scaglione è uscito di casa intorno alle 11.45 dell'1 giugno e, da quel momento, i familiari non hanno più avuto sue notizie. «La preoccupazione è che gli sia successa qualcosa e non siamo riusciti ad aiutarlo», dice la figlia Alessandra
Vanno avanti le ricerche dell’imprenditore scomparso «Ultima immagine nelle riprese del santuario di Tindari»
«La preoccupazione più grande è che gli sia successa qualcosa e che noi non siamo riusciti ad aiutarlo». A esprimere i suoi timori è Alessandra, la figlia più piccola di Salvatore Scaglione. L’imprenditore 58enne che è scomparso dall’1 giugno da San Piero Patti, in provincia di Messina. «Vorrei solo sapere se sta bene, nemmeno se è quando tornerà», aggiunge la giovane ai microfoni di Chi l’ha visto?.
Quando è uscito dalla casa di campagna in cui vive insieme alla moglie – dalla quale però si è separato un paio di anni fa – Scaglione non ha portato niente con sé, «nemmeno un cambio di abiti o un paio di scarpe di riserva». Proprietario di un’azienda agricola, fin dall’adolescenza lavora come panettiere. «Quella mattina – spiegano i familiari – l’unica cosa strana è che era un’oretta in ritardo con la panificazione». L’ultimo pane lo sforna intorno alle 7, a casa torna alle 11. Dopo una doccia, esce di nuovo verso le 11.45 dicendo ai parenti di dovere andare dalla consulente del lavoro.
Quando all’ora di pranzo non torna a casa, al suo cellulare risponde già la segreteria. Nemmeno per cena fa rientro. Alla figlia, però, viene in mente di avere visto il suo furgoncino accanto a delle campagne all’altezza dell’arteria che collega Mongiove (frazione di San Piero Patti) con la strada statale 113. «Dal lato della guida – ha ricostruito la figlia Alessandra – lo sportello era aperto». È stato poi un ciclista a raccontare di avere visto Scaglione mentre camminava per strada diretto verso il santuario della madonna di Tindari.
È lì che alcune persone lo vedono e le telecamere lo inquadrano intorno alle 13.20. Ha in testa un cappellino blu e in mano ha una bottiglietta d’acqua e un sacchettino con dentro delle noccioline. L’ultimo occhio elettronico che registra la sua immagine è quello delle zona che porta all’area archeologica dove le telecamere ci sono ma non funzionano. «È molto religioso anche se non praticante – sottolineano i familiari – Mette spesso un lumino davanti alla madonna di Tindari che c’è nel giardino di casa. Nell’ultimo periodo, è diventato più spirituale e pratica anche yoga e meditazione. In questo – ci tengono a precisare i parenti – non c’è niente di misterioso o che rimandi a sette, come qualcuno ha provato a suggerirci».