La voglia di rinascita dopo l'emergenza Covid-19, il desiderio di mettere in risalto gli splendori dell'Isola e la necessità di sponsorizzare una nuova mobilità hanno portato alla nascita di una nuova manifestazione
Giro della Sicilia Tour: edizione zero scatta da Palermo Cinque tappe alla ricerca di bellezza, cultura e storia
Da Palermo a Menfi, passando per Acate, Noto e Randazzo, fino al rientro nel capoluogo siciliano: è partita ieri la prima edizione del Giro della Sicilia Tour, neonata manifestazione organizzata dall’Associazione Sportiva Gs Med Pro. Una pedalata di cinque giorni (dal 20 al 24 giugno) che porterà un ristretto gruppo di 15 ciclisti a percorrere una buona fetta di Trinacria. L’elemento di differenza tra il Tour e il classico Giro della Sicilia, manifestazione per ciclo-amatori che ha visto la luce nel 2017, è l’assenza dell’aspetto agonistico: l’obiettivo è infatti quello di viaggiare attraverso la nostra regione, assaporandone fino in fondo ogni peculiarità e caratteristica. Una vera e propria immersione che ha come scopo primario la scoperta di una cultura millenaria.
L’edizione zero del Tour ha visto la luce durante il recente lockdown legato all’epidemia di Coronavirus: un’evenienza che ha costretto gli organizzatori a far slittare il Giro della Sicilia nella settimana che va dal 31 ottobre al 6 novembre. Marco Lampasona, dirigente del Gs Med Pro, racconta a MeridioNews come è nato tutto. «L’idea è venuta in seguito a questa emergenza sanitaria, diventata anche sociale ed economica. Abbiamo pensato – specifica il dirigente – che sarebbe stato un bel segnale ripartire con un Tour che consentisse agli appassionati di girare tutta l’Isola, facendo del cicloturismo». La volontà è quella di riproporre l’evento, dopo questo lancio iniziale, sui canali nazionali e internazionali: «Crediamo – ammette Lampasona – che possa diventare un grande strumento di rilancio per la valorizzazione della Sicilia».
Tra i 15 partecipanti spicca il nome dell’avolese Giampaolo Caruso, ex professionista che in carriera ha vestito le maglie di Once, Lampre, Ceramica Flaminia e Katusha. Il resto del gruppo sarà composto dallo staff dell’Associazione Gs Mediterraneo. «Saremo noi – precisa Lampasona – a testare in prima persona questo progetto, mettendolo a punto per le edizioni future. Si pedalerà dalle sei alle otto ore ogni giorno, con punti di sosta in località di pregio artistico e culturale: anche i luoghi di pernottamento sono stati scelti seguendo questi criteri». Emerge con chiarezza come all’interno di questo Tour di cinque giorni la bici sia solo uno strumento, per raggiungere un fine nobile: quello di dare spazio e risalto alle bellezze siciliane, incentivando la mobilità sostenibile.
Un fine non facile da raggiungere, in una regione in cronico ritardo dal punto di vista sia delle infrastrutture che della sensibilità ambientale. Lampasona, però, non dispera: «Si dice che i cambiamenti non avvengano mai in maniera veloce: bisogna sempre che accada qualcosa. Il mio auspicio è che l’emergenza legata al Covid-19 possa portare a un ripensamento globale del sistema di mobilità. Nell’ultimo decennio – ricorda l’intervistato – è cresciuta notevolmente la sensibilità delle persone su questo tema, dando il via a un percorso virtuoso: l’aumento dei ciclisti su strada ha portato a più segnalazioni sulla scarsa manutenzione delle strade, costringendo anche i sindaci a una maggiore attenzione».
L’organizzazione del Tour non è stata troppo complessa: «La voglia che ci ha guidato – precisa Guido Grasso, componente del direttivo Gs Mediterraneo Pro – è stata quella di cominciare a rivivere gli spazi e le bellezze del nostro territorio. Abbiamo alle spalle una notevole conoscenza delle strade da percorrere: in venti giorni abbiamo allestito tutto il percorso». Sullo sfondo resta l’idea, affascinante, di una futura partnership col Giro di Sicilia dedicato ai professionisti. «Ci sarebbero – ricorda Grasso – problematiche legate alle tempistiche: i calendari dell’Unione ciclistica internazionale prendono forma rapidamente, mentre noi ci rivolgiamo a una clientela straniera che ha bisogno di pianificare con più calma i propri spostamenti. L’auspicio, però è che si possa creare una sinergia». Il fine ultimo, per tutti, è quello di far conoscere la Sicilia come territorio unico al mondo nel fondere clima, cultura, gastronomia e sport.