Sarebbero nove i dipendenti della società di gestione del Villa San Mauro Hotel in esubero dopo la fine delle commesse statali. La trattativa con i sindacati per cercare soluzioni tampone sembra che neppure possa partire. «Servirebbe invece guardare un po' oltre»
Chiude il Cara e l’Nh di Caltagirone avvia licenziamenti «L’azienda ha detto no anche alle integrazioni salariali»
«Lo avevamo detto che le ricadute negative sarebbero state più ampie di quanto potesse sembrare, la vicenda dell’Nh ne è la prova». Il dossier che riguarda nove lavoratori finora in servizio al Villa San Mauro Hotel di Caltagirone, struttura di proprietà della grande catena alberghiera spagnola, è sul tavolo della Filcams Cgil calatina. E sembra non lasciare spazio a vie d’uscita: «La società ha chiuso ogni margine di trattativa – spiega a MeridioNews il sindacalista Francesco D’Amico – motivando la scelta con la disdetta dei contratti che aveva con le forze dell’ordine». Di fatto, negli ultimi anni, il core business dell’albergo a quattro stelle di via Portosalvo erano diventate le commesse dello Stato legate alla presenza di agenti nell’ex più grande centro d’accoglienza per richiedenti asilo d’Europa.
Come siano andate le cose è più che noto. Il ministro Matteo Salvini ha svuotato in pochi mesi il Residence degli aranci, mantenendo la sua promessa elettorale ma soprattutto cancellando centinaia di impieghi connessi all’ingente presenza di migranti ospitati dal Cara. Senza temere peraltro, il leader della Lega, di mostrarsi neanche tanto preoccupato per la sorte di circa poco meno di un migliaio di lavoratori. «Non ci vuole un genio per capire che le assunzioni qui dentro non erano certo dettate dal merito», dichiarava il ministro durante l’ultima visita. Per i sindacati, al contrario, l’allarme resta di ampia portata e riguarda tanto gli interni alla struttura quanto l’indotto. Come, appunto, un hotel dove oggi non dorme più nessun poliziotto. «Si sapeva che il Cara non sarebbe stato eterno», ammette oggi D’Amico criticando le scelte dei vertici della catena Nh. Filcams Cgil è rimasta delusa dall’ultimo tavolo, ospitato dal Centro per l’impiego di Catania, con la società di gestione dell’hotel, Zr srl di Messina, presso cui sono incardinati i dipendenti. Nh ha formalmente declinato l’invito a partecipare al tavolo con un suo rappresentante.
«Abbiamo chiesto l’applicazione del Fondo di integrazione salariale (Fis), possibile secondo l’Inps, ma la società non ne ha voluto sapere», chiarisce D’Amico. Filcams ha tentato, finora, di aprire un confronto sulla riprogrammazione dell’offerta della struttura: «Capisco che adesso si ritrovino senza la loro commessa più importante, ma si presume che a Caltagirone ci sia un’economia a vocazione turistica che potrebbe rappresentare un’opportunità anche per il San Mauro». Secondo il sindacato, il supporto salariale – l’80 per cento delle retribuzione – poteva insomma servire a traghettare hotel e lavoratori verso una nuova fase. «Non esiste alcuna possibilità di ripresa dell’attività perché il Cara ha chiuso e tutti gli agenti sono stati trasferiti». Questo è quanto ha invece messo nero su bianco la Zr srl, respingendo al mittente le accuse sindacali riguardo il proprio «comportamento ostile».
La società ha sottolineato di aver proposto «soluzioni alternative» ai licenziamenti come il godimento di ferie e permessi e la riduzione delle ore contrattuali, misure che hanno però trovato la «ferma opposizione» di Filcams. «Servirebbe guardare un po’ oltre, siamo preoccupati perché questo hotel e molte realtà della zona sembrano non volerlo fare», commenta D’Amico preannunciando «ogni iniziativa sindacale e giudiziaria utile per salvare i lavoratori». Una novità, nelle ultime ore, sarebbe arrivata, senza però prefigurare segnali positivi. Secondo quanto appreso dai dipendenti del San Mauro, la società avrebbe optato per la procedura di licenziamento individuale, facendo dietrofront rispetto al licenziamento collettivo avviato già a maggio 2019.