Comune, le sfide per il 2019 dalla mobilità al sociale Nuove linee del tram, Prg e rifiuti tra i nodi da sciogliere

Il 2019 per il Comune di Palermo sarà un anno cruciale. Finita la sbornia da capitale italiana della cultura e città ospitante di Manifesta, saranno tante le sfide che chiamano in causa giunta e consiglio comunale. Questo, infatti, è per Leoluca Orlando l’anno del giro di boa, quello in cui bisogna non solo decidere che città si vuole lasciare ai propri successori – e soprattutto ai cittadini – alla fine di quello che sarà con tutta probabilità l’ultimo mandato del sindaco della Primavera, ma sarà anche l’anno in cui sarà necessario trasformare in realtà progetti e intenzioni. C’è da costruire il nuovo ferro di cavallo a Mondello per scongiurare gli allagamenti, c’è da approvare un nuovo regolamento sulle pubblicità, c’è da mettere a punto interventi concreti a cominciare dalla mobilità.

MOBILITÀ: da una parte il cavallo di battaglia e dall’altra il grande cruccio degli ultimi tempi dell’era orlandiana, sarà uno dei campi di battaglia più accesi per l’amministrazione. C’è per esempio il tram da completare, per questo negli ultimi giorni utili del 2018 la giunta ha approvato due delibere necessarie alla partecipazione di due bandi, uno ministeriale e uno regionale per ottenere i finanziamenti necessari alla realizzazione delle nuove quattro linee tranviarie, che potranno così completare la rete cittadina, e dei parcheggi funzionali alla stessa rete. Sul piatto ci sono somme che sfiorano i 500milioni di euro

Insieme al tram ci sarà da sciogliere l’altro grosso nodo cruciale: l’avvio dell’iter per approvazione del piano regolatore generale della città. Un Prg che, come si legge nella relazione presentata qualche anno fa dagli uffici comunali, «prefigura la città che vogliamo, una città che non ci è ostile, dove ci sentiamo sicuri e felici, una città che non è ostacolo alle nostre attività quotidiane: lavorare, studiare, muoversi, divertirsi, vivere e morire». Ci si lavora da tanto tempo, questo dovrà essere l’anno buono per gettare non solo le basi, ma costruire delle solide fondamenta per un nuovo piano la cui mancanza si fa sentire. E che non può non essere legato alla mobilità, appunto. Compresa la sorte dei cantieri interminabili di passante e soprattutto di anello ferroviario, che tengono ancora sotto scacco troppe aree di Palermo. 

RIFIUTI: Ancora una volta l’anno che si è appena chiuso è stato segnato dalle troppe emergenze, da una Regione che ha avuto necessità di chiedere a Roma il commissariamento del sistema per fare fronte alle tante criticità e a una discarica, quella di Bellolampo, che ha continuato a sfornare preoccupazioni e grattacapi ai vertici della Rap. L’amministratore delegato dell’azienda, Giuseppe Norata, ha in mente un piano ben preciso per l’anno nuovo, che parte proprio dalla discarica e, per usare le sue parole, dalla «definizione del quadro impiantisco per Bellolampo». A questo deve giocoforza seguire la «realizzazione degli altri Centri comunali di raccolta», le famose isole ecologiche e l‘avvio della differenziata su tutta l’area cittadina. Un percorso importante e non senza ostacoli, specie alla luce degli ultimi, traumatici, passaggi dal vecchio sistema dei cassonetti al porta a porta, spesso mal digerito e mal gestito in diversi quartieri. E per fare ciò non si potrà prescindere dall’assunzione di un direttore generale, figura di cui Rap è mancante.

SOCIALE: Su questo fronte l’imperativo sarà quello di scongiurare una guerra tra poveri. Ci sono infatti i cento abitanti del campo rom della Favorita, da non molto posto sotto sequestro. Persone che il Comune ha promesso di proteggere e condurre a una vita che comprenda un’abitazione e un graduale inserimento nella società, tanto in termini lavorativi quanto in termini di qualità della vita. Un proposito che inevitabilmente cozza con una lista, quella dell’emergenza abitativa, che conta circa tremila iscritti. Starà all’assessore Mattina e ai suoi collaboratori riuscire a dare un colpo netto a questa situazione cercando di accontentare tutti. L’esempio di via Savagnone potrebbe essere virtuoso se messo a sistema, ma l’impresa sembra oltremodo ardua.

CULTURA: «Palermo da capitale della cultura adesso dovrà diventare capitale delle culture» ripete spesso il sindaco Orlando. Ma al di là degli slogan, per citare quanto dichiarato a MeridioNews dal regista e attore teatrale Giuseppe Provinzano, «Fare cultura nell’anno della capitale della cultura è stato facile per molti, sarà interessante vedere l’anno prossimo quanti ne troveremo. Il vero gap della città secondo me resta la macchina amministrativa e burocratica». Bisognerà tendere ad alzare un livello che, grazie alle manifestazioni che hanno coinvolto Palermo nel 2018, è comunque abbastanza buono. Andrea Cusumano è avvisato, neanche questa sarà impresa da poco.

SPORT: Nella speranza che i lavori al palazzetto dello sport trovino continuità e passo spedito, molto dipende dalla nuova proprietà del Palermo Calcio. Gli inglesi non hanno ancora presentato al Comune un piano operativo e non si sa se e quanto punteranno sulla costruzione di un nuovo stadio, di un centro sportivo o di impianti funzionali alla squadra o ai tifosi. E non è neanche detto che qualora decidessero di realizzare queste grandi opere i progetti rimangano quelli, seppur discussi, dell’era Zamparini. Di certo c’è che per lo sport in città ci sono ancora soltanto molte macerie e c’è un intero movimento da ricostruire, passando, magari, dalla fruibilità delle infrastrutture.


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