Istituto Bellini, Bianco glissa sulla consigliera Marco Tra gli arrestati anche lo zio dell’onorevole Berretta

In casa Articolo 4 i telefoni squillano a vuoto. I componenti del gruppo politico a cui Erika Marco ha aderito da pochi giorni non hanno voglia di commentare quanto accaduto all’istituto musicale Bellini: l’indagine della guardia di finanza che coinvolge 38 persone, tra cui la madre, il padre, la sorella e lo zio della consigliera comunale. Lei prima di riattaccare dice solo che «parleranno gli avvocati». E alla domanda se abbia vagliato l’ipotesi di dimettersi dal suo ruolo nel senato cittadino replica solo con un «Arrivederci». Il leader Luca Sammartino, parlamentare regionale del Pd, preferisce non rilasciare dichiarazioni. E il vice capogruppo Giuseppe Catalano stamattina non ha saputo della notizia: «Sono stato fuori tutta la settimana – dichiara – onestamente non so nemmeno di cosa stiamo parlando. Oggi sono stato anche alla sede del gruppo ma nessuno mi ha detto mezza parola. Vorrei prima capire di cosa si tratta». 

Non è la prima volta che il cognome della famiglia Marco sale agli onori della cronaca. A gennaio 2016 la consigliera viene citata nella relazione della commissione regionale antimafia all’Ars sulle presunte ombre di Cosa nostra in Consiglio comunale. Il riferimento è al padre Fabio Antonio, arrestato oggi e indagato, quasi vent’anni fa, per corruzione nell’ambito di un’inchiesta antimafia sull’ospedale Garibaldi di Catania. Accusa poi prescritta. Di questo, a novembre 2016, parla l’ex prefetta di Catania Maria Guia Federico nel corso di un’audizione di fronte alla commissione nazionale antimafia. «Sono fiera e orgogliosa del cognome che porto, del padre lavoratore onesto che ho, degli amici di cui mi circondo – scriveva all’epoca su Facebook la consigliera Marco – Tutte persone che della legalità mangiano pane quotidiano». Coinvolti nell’inchiesta The band ci sono anche Roberta e Francesco Marco, rispettivamente sorella e zio della consigliera, nonché referenti della società Icomit srl. Che per il Comune di Catania si è occupata del rifacimento di piazza Galatea.

E anche un altro arrestato nell’operazione di oggi è familiare di un personaggio noto. Si tratta di Giancarlo Maria Benvenuto Berretta, 67 anni, imprenditore indagato per concorso in riciclaggio e partecipazione all’associazione, e zio di Giuseppe Berretta, parlamentare nazionale del Partito democratico, ex sottosegretario alla Giustizia e tra i principali sostenitori dell’attuale guardasigilli Andrea Orlando. Lui, però, raggiunto telefonicamente prende le distante dal parente: «Confermo – dichiara a MeridioNews dopo avere visto una fotografia – È il fratello di mio padre, ma non lo vedo e non lo sento da più di dieci anni». Tra i due, in effetti, i dissidi in famiglia sarebbero noti e li hanno visti contrapporsi anche nelle aule di tribunale.

La reazione del sindaco Enzo Bianco alla vicenda è particolarmente dura ma non fa alcun riferimento al coinvolgimento dei familiari di una consigliera di maggioranza: «È stato estirpato un cancro – attacca il primo cittadino di Catania in una nota – che minacciava di uccidere un’istituzione molto importante per l’intera Sicilia. La dirigente del Comune Clara Leonardi ha scoperto e denunciato, con gli altri vertici dell’ente, supportati dai soci, le gravi irregolarità contabili che hanno aperto la strada all’indagine della guardia di finanza». Il primo cittadino fa poi riferimento al licenziamento di sette dipendenti, «per giusta causa», avvenuto più di un anno fa. Già all’epoca era emersa la parentela della responsabile amministrativa Giuseppa Agata Carrubba con la consigliera Marco.

«Non ho letto nulla, non ho notizie. Non so cosa dire», taglia corto l’assessore alle Attività produttive, in quota Articolo 4, Nuccio Lombardo. A chi gli chiede se, dinnanzi a un’inchiesta di simile portata, siano necessarie le dimissioni di Erika Marco dal gruppo consiliare – se non dal Consiglio comunale – il capogruppo articolista Giuseppe Musumeci risponde: «Ho appreso la notizia dalla stampa. Questa è una scelta che prenderà la consigliera, non saprei dire di più». 

Intanto, nel pomeriggio, una nota congiunta del sindaco di Catania e metropolitano Enzo Bianco e della presidente dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini Graziella Seminara ha comunicato che i rispettivi enti hanno intenzione di chiedere la costituzione di parte civile quando saranno sottoposti a giudizio gli arrestati nell’operazione.


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