Architettura, patrimonio da non disperdere

Il preside della facoltà di Architettura dell’Università di Catania (con sede a Siracusa) ha messo a disposizione di Step1 il testo dell’articolo pubblicato su “La Sicilia” dell’11/2/2010 col titolo “Architettura a Siracusa una facoltà da potenziare”. Si tratta di una risposta indiretta alle preoccupazioni espresse dallo studente Daniele Chiarandà.
Il professor Dato si è detto disponibile a rispondere su Step1, con una successiva intervista, a tutte le richieste di chiarimento che verranno indirizzate come commenti all’articolo.

Quando negli anni ‘90 l’Ateneo di Catania decise che alcuni corsi di laurea di alcune Facoltà potessero essere svolti in sedi decentrate molti docenti apprezzarono questa scelta con la convinzione che l’Università potesse contribuire al rilancio economico e sociale di alcune realtà territoriali. In particolare la decisione di far nascere la Facoltà di Architettura a Siracusa sembrò oltremodo opportuna perché la sua storia millenaria, la ricchezza del suo palinsesto urbano e territoriale e la presenza di monumenti prestigiosi venivano a costituire un contesto ideale per il percorso formativo di futuri architetti che avrebbero prevalentemente operato nella Sicilia orientale.

Poiché ho fatto parte del primo consiglio della Facoltà di Architettura, che oggi ho l’onore di presiedere, credo di avere gli elementi di giudizio sufficienti per fare un bilancio degli anni spesi dal personale docente e non docente e dagli studenti nel processo di crescita e consolidamento della realtà universitaria a Siracusa. Il bilancio è senz’altro positivo da più punti di vista nonostante le difficoltà iniziali delle prime fasi di insediamento che hanno visto comunque il Comune e la Provincia e successivamente il Consorzio Universitario Archimede sostenere, anche se non puntualmente, l’Università nel reperimento dei locali per la didattica e nel finanziamento del personale docente.

Per più di un decennio la Facoltà si è adattata nei locali messi a disposizione per la didattica dal Comune. Quei locali in seguito, per l’aumentato numero di studenti, si sono rivelati insufficienti ed oggi la Facoltà è totalmente insediata nella ex-Caserma Abela che è stata ceduta in uso gratuito e perpetuo all’Università di Catania.

La Facoltà si è ben radicata nel territorio e la qualità dell’offerta formativa è riconosciuta tant’è che ogni anno ai test d’ingresso per il primo anno d’iscrizione su 100 posti messi a disposizione per il corso di laurea triennale in “Scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile” e su 100 posti per il corso di laurea quinquennale a ciclo unico in “ Architettura” si sono presentati mediamente più di 250 studenti per ogni corso.

La didattica che abbiamo svolto in questi anni ha privilegiato come temi di studio e di progettazione le realtà urbane e territoriali del Val di Noto, dichiarate dall’UNESCO beni dell’umanità, che presentano alti indici di degrado urbano ed ambientale. Si è venuto così a costituire un patrimonio di conoscenze, soprattutto con le tesi di laurea, davvero straordinario ed inedito. Anche la ricerca scientifica, a seguito dell’istituzione dei dipartimenti DARP ed ASTRA, ha spaziato anche su temi locali e sono state attivate proficue consulenze scientifiche con aziende private, con enti locali e con le Soprintendenze ai BB.CC.AA. di Siracusa, Ragusa, Catania ed Enna.

Con le attività di ricerca e di didattica la Facoltà ha potenziato virtuosi circuiti di scambio culturale e scientifico attraverso convegni internazionali e workshop di progettazione che hanno visto in Siracusa docenti e studenti provenienti dai Paesi dell’Africa mediterranea e del Medio-Oriente ma anche dall’Europa e dai Paesi extraeuropei, con ricadute positive nell’attività turistico-alberghiera della città.

Il radicamento della Facoltà in Ortigia ha comportato anche una ricaduta sociale ed economica non trascurabile in quanto molti studenti hanno preso locali in affitto in aree di difficile immissione nel mercato immobiliare dato che molti siracusani hanno preferito abbandonare l’isola perchè attratti da nuovi modelli residenziali. L’Università con la sua presenza può contribuire alla riqualificazione urbana ed ambientale di aree degradate stimolando iniziative pubbliche e private come è avvenuto al quartiere della Graziella dove l’IACP ha recuperato alloggi per residenza studentesca e come può avvenire con la localizzazione della Facoltà nella ex-caserma Abela in un’area che fino a pochi anni fa era inerte e silenziosa.

La Facoltà vive un difficile momento di crescita che bisogna superare per non gettare al vento quanto finora costruito. Cosa è mutato nei rapporti fra Ateneo di Catania e sedi decentrate ed in generale nel mondo universitario perché si renda necessaria la revisione delle convenzioni stipulate con gli enti locali e di conseguenza dell’offerta formativa? Anche per responsabilità della passata Amministrazione dell’Ateneo, che non ha preteso da parte dei consorzi e degli enti locali di Enna, Ragusa, Siracusa, Comiso, Nicosia, Modica, ecc. il puntuale pagamento delle rate annuali quale contributo all’attivazione dei corsi, l’Ateneo ha cumulato un credito di circa 50 milioni di euro. A questo si aggiunga il ‘curioso’ risultato del lodo arbitrale con il Consorzio ennese universitario da cui origina la Kore di Enna, che nei fatti ha cancellato il debito del consorzio, comunque appellato dall’Ateneo di Catania. Questo lodo purtroppo rischia di diventare un modello per le altre sedi decentrate. Il Senato pertanto ha proceduto alla disattivazione dei corsi nelle sedi decentrate ad eccezione di Ragusa e Siracusa per le quali sarà necessaria la revisione delle convenzioni. Per quanto riguarda la sede di Siracusa il debito già riconosciuto dalla Provincia di 10.500.000 euro nei confronti dell’Ateneo, se non estinto, rischia di diventare un ostacolo insormontabile per il mantenimento a Siracusa anche della Facoltà di Architettura per la quale sono già state prese delle decisioni in applicazione delle regole di attivazione dei corsi di laurea stabilite dal D.M. n.270/2004 e dal D.M. 31 ottobre 2007. Dato il numero di docenti attualmente in servizio presso la Facoltà di Architettura e date le risorse finanziarie disponibili e preventivabili per i prossimi anni, il Senato accademico dell’Università di Catania ha deliberato per l’anno accademico 2010/2011 soltanto l’attivazione della classe di laurea quinquennale a ciclo unico. Ciò significa che a partire dall’anno accademico 2010/2011 il corso di laurea triennale in “Scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile” sarà disattivato.

Si è trattato quindi di un processo di riproporzionamento dei corsi di laurea che consentirà la sopravvivenza della Facoltà di Architettura a Siracusa a condizione che gli impegni di finanziamento della Provincia di Siracusa siano mantenuti e nella consapevolezza che se si vuole far crescere ulteriormente la Facoltà e migliorare l’offerta formativa si rende necessario acquisire risorse aggiuntive. Migliorare l’offerta formativa significa: 1) reclutare nuovi docenti e consentire a quelli esistenti le legittime progressioni di carriera accademica; 2) reclutare altro personale non docente per una migliore gestione dei servizi esistenti e di quelli da istituire; 3) migliorare gli spazi per la didattica e la ricerca con il reperimento di nuove aule e la costruzione di un’aula magna di almeno 300 posti; 4) reperire alcuni locali, al momento inagibili, della ex-caserma Abela e migliorare quelli già in uso con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e il completamento della rete di climatizzazione; 5) ampliare i locali della biblioteca e del laboratorio informatico; 6) attivare l’archivio dei disegni della didattica, il laboratorio di modellistica, il laboratorio di prove su materiali da costruzione e diagnostica strutturale, il laboratorio di costruzione dell’architettura, materiali e modelli. Questi laboratori sono davvero indispensabili per elevare il livello di prestazione dei servizi al pari delle altre facoltà di Architettura italiane e consentire agli studenti un apprendimento aggiornato all’evoluzione delle tecniche di costruzione dell’architettura.

Soddisfatte le esigenze sopra elencate si potrà pensare in un secondo momento ad ampliare l’offerta formativa. Da questo punto di vista le competenze dei docenti di Architettura potranno essere messe a disposizione per attivare corsi di laurea in “Disegno industriale” e in “ Scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica ed ambientale” e corsi di laurea magistrale in “Design”, “Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale” e “Architettura del paesaggio”.

Programmare lo sviluppo dell’Università a Siracusa significa pensare non soltanto ai bisogni immediati ma anche a quelli futuri. Spetta alla politica fare le scelte a seconda delle richieste che vengono dal territorio e mettere a disposizione le risorse affinché quello che già esiste si consolidi e quello che si vuole raggiungere abbia gambe su cui camminare. Spetta alla politica infine individuare i percorsi che si ritengono opportuni, di consolidamento dei rapporti con l’Università di Catania o di istituzione di un quarto polo universitario, per garantire la presenza dell’Università a Siracusa e non disperdere quel patrimonio di esperienze e di risultati scientifici che il corpo docente e non docente e gli studenti della Facoltà di Architettura hanno con molta fatica ed impegno costruito in questi anni.

* Preside della Facoltà di Architettura della Università di Catania – Sede di Siracusa


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