L'ex ministro attacca il sindaco uscente («Si faccia un esame di coscienza, trent'anni fa ha amministrato con soggetti che poi sono stati condannati per mafia») e ignora le accuse di Sinistra Comune («Non mi metto a polemizzare con i passanti...»). L'investitura sull'ex Pd: «Candidato credibile e vincente, qui è a casa sua. Orlando ha fallito»
Romano presenta la lista di Cantiere Popolare Ferrandelli: «Qui la parte migliore dei cuffariani»
Se mai ci fossero ancora dubbi, abbraccia definitivamente la causa dei ‘cuffariani’ Fabrizio Ferrandelli. Spingendosi, alla presentazione della lista di Cantiere Popolare per il Consiglio comunale e le Circoscrizioni, a rivalutare una parte di quella esperienza di governo. Contro cui nel 2008, quando frequentava il Partito Umanista, fece addirittura lo sciopero della fame. Al suo fianco, sul palco della multisala Politeama, il leader di Cp Saverio Romano e i deputati regionali Roberto Clemente e Toto Cordaro mentre il consigliere comunale uscente Felice Bruscia fa la spola tra il banchetto di raccolta delle firme e la sala, stracolma di gente pure su nel loggione e con un fitto assembramento all’ingresso.
L’ex Idv e Pd arringa la folla: «Sono abituato a incontrare cuffariani ovunque. E qui c’è la parte migliore. Voi eravate detentori di una proposta politica che ha portato milioni di siciliani al voto. Qui dentro ne vedo una parte che si rimette in gioco, che si rimette in marcia, che vuole ricostruire la propria storia e non confonderla con quella degli altri». Romano lo lusinga («Qui sei a casa tua») e l’ex deputato regionale raccoglie l’assist: «È vero, qui mi sento davvero a casa, avete fatto una lista di persone credibili. Non venite fuori dal web». Il convitato di pietra, Totò Cuffaro, è assente, ma l’ex ministro delle Politiche Agricole si mette alle spalle le incomprensioni sul referendum costituzionale e gli rinnova la sua amicizia: «Cuffaro ha espresso la sua valutazione su chi può governare meglio la città e penso che non farà mancare il suo affetto e il suo voto per il Cantiere Popolare: noi ci teniamo».
Quando si tocca l’argomento Leoluca Orlando, che più volte ha paventato il rischio che con la rinnovata coalizione di centrodestra Palermo ritorni «nella palude», volano parole grosse: «Io ricordo che trent’anni fa Orlando ha amministrato Palermo anche con soggetti che poi sono stati condannati per mafia. Chi? Chiedetelo a lui, che parla di connivenze e collusioni senza fare nomi. Si faccia un esame di coscienza. I voti di Ciaculli vanno bene solo quando conviene a lui, dice cose strumentali in funzione della sua proposta politica inesistente. Nel momento in cui non ha più nulla da dire attacca con un repertorio di cui la gente non ne può più: modello Crocetta. Sono gemelli diversi».
Non meno tenere le considerazioni nei confronti dei candidati di Sinistra Comune, che ieri, in vista dell’anniversario dell’omicidio Impastato il 9 maggio, in un comunicato stampa adombravano pesanti sospetti sui ‘romaniani’, sostenendo che «la rinascita di Palermo non è affatto un processo scontato: la cultura connivente si sta riorganizzando, anche gettando pubblicamente la sua ombra inquietante sulle elezioni amministrative». Romano preferisce l’arma dell’ironia: «Sinistra Comune? E chi sono questi? Non mi metto a fare polemica con i passanti…». «Siamo felici che Saverio Romano non conosca Sinistra Comune – è la risposta di Giusto Catania -: evidentemente frequentiamo ambienti diversi, infatti noi non abbiamo militanza politica in comune con i condannati per mafia. Romano è un ologramma che riproduce l’immagine e il pensiero di Totò Cuffaro, per questa ragione siamo preoccupati che qualcuno voglia riportare questa città nelle mani di chi l’ha distrutta in dodici anni di governo». Risposta seguita da una nuova stilettata di Romano: «Con riferimento alla simpatica precisazione di Sinistra Comune-Carneade circa le sue frequentazioni abituali, ben diverse da quelle dell’onorevole Saverio Romano, che di Sinistra Comune ignora persino l’esistenza, ribadiamo che non è ipotizzabile conoscere le frequentazioni di una entità di cui si ignora persino l’esistenza».
Poi l’ultimo affondo contro il Professore: «Altro che Primavera, in questa città c’è un inverno triste. Ci sono tre proposte politiche. C’è Orlando, che ormai si guarda allo specchio. C’è Forello, che nessuno riconosce, ma che sarà votato da chi è stanco della politica. E poi c’è Ferrandelli, un candidato credibile e credibilmente vincente. Con lui abbiamo concretamente la possibilità di chiudere con la pagina politica, a dir poco fallimentare, rappresentata da Orlando». Già al primo turno? «Con una dispersione di voti così importante, con così tanti candidati al Consiglio comunale visto che funziona il voto di trascinamento, non sarà facile per nessuno vincere al primo turno. Noi abbiamo l’obiettivo di superare lo sbarramento» attraverso una lista «profondamente rinnovata con la presenza di tante donne, più di quelle che la legge impone di garantire. Nessuno dei candidati è mai stato in Consiglio comunale. Una proposta politica nuova: le formazioni politiche di questa elezione hanno superato i vecchi schemi di centrodestra e centrosinistra». Che poi è il refrain che i sostenitori di Ferrandelli usano per spiegare il suo passaggio del Rubicone: come lui ha attaccato a lungo il centrodestra sia da consigliere comunale sia da deputato regionale, è la tesi, «allo stesso modo il Pd e l’Ncd hanno attaccato Orlando fino all’altroieri, non fino a due o tre anni fa», chiosa Romano. Il nuovo centrodestra in salsa palermitana è servito.