Presentato lo scorso lunedì al Monastero dei Benedettini di Catania il libro di Andrea Vecchio, l'imprenditore catanese simbolo della lotta al racket mafioso. Tante ricette di gastromafia per digerire e smaltire la criminalità organizzata grazie ad ingredienti come la legalità e il senso di giustizia
Ricette di legalità contro la mafia
S’intitola “Ricette di legalità” il libro scritto dall’imprenditore simbolo dell’antimafia Andrea Vecchio, presentato lo scorso lunedì nell’aula magna del Monastero dei Benedettini, davanti ad pubblico numerosissimo che non ha esitato a partecipare con interesse a questa novità.
All’incontro erano presenti anche Elvira Seminara (docente di Storia e tecnica del giornalismo, scrittrice e giornalista), Enrico Iachello (preside della Facoltà di Lettere), Vincenzo Pirrotta (attore teatrale), Ivan Lo Bello (presidente di Confindustria Catania) ed Enzo Bianco (ex-sindaco di Catania e deputato nazionale PD). A coordinare la conferenza il giornalista catanese Andrea Lodato.
È ben nota a tutti la vicenda del coraggioso imprenditore che, dal 1982 fino allo scorso anno, è stato vittima di richieste di estorsione e di intimidazioni da parte della mafia, alle quali però si è sempre ribellato con ostinata caparbietà e senso di giustizia. Vecchio racconta la sua storia con grande consapevolezza e sincerità, senza alcuna volontà di protagonismo ma assumendo anzi la veste di un antieroe, di un uomo qualunque che è diventato noto soltanto per aver denunciato apertamente il racket mafioso.
Nel volume dell’imprenditore catanese l’arte culinaria viene usata soltanto come un espediente “squisitamente” narrativo per raccontare come la mafia può essere digerita e smaltita, utilizzando quegli ingredienti che dovrebbero caratterizzare la dimensione morale di ogni cittadino, ovvero il senso di giustizia e la forza di opporsi al male incombente, che insieme possono concorrere a sfidare la mafia e a denunciare.
«E’ un opera interessante per la leggerezza con la quale viene fornita una descrizione realistica dei mafiosi» afferma la prof. Seminara. «Non sono come quei personaggi potenti che le fiction ci propinano ma solo della gente balorda e ignorante, priva di alcun carisma. Il modo in cui Andrea Vecchio affronta la mafia non è vissuto in maniera tragica ma come un fatto quotidiano, da denunciare regolarmente, come esempio da porre a tutti i cittadini».
«È un libro autentico in cui Andrea Vecchio parla delle sue due passioni – dice Ivan lo Bello – ovvero la passione per il cibo e la passione civile. Andrea ha avuto un ruolo importantissimo nella lotta alla mafia perché ha permesso a tutti gli imprenditori di riflettere, di rivedere il proprio codice etico».
La conferenza si è conclusa con un grande applauso di tutto il pubblico ad Andrea Vecchio per l’integrità morale mostrata. Ora c’è da sperare che questo piccolo e sano libricino di appena cento pagine, nato per deliziare il palato di chi crede nella lotta alla mafia, sia “divorato” da tanti lettori che impareranno a combattere la criminalità organizzata con tante nuove ricette di “gastromafia”, firmate da uno “chef” che si impegna ogni giorno per difendere la legalità.