Il maltempo e la burocrazia hanno stoppato il rifacimento di 12mila metri quadrati di manto stradale 48 ore dopo l'avvio degli scavi. Ora la soluzione si avvicina: le due ex municipalizzate lavoreranno assieme. E c'è chi propone di rivedere completamente la viabilità dell'intera zona, che ogni mattina si trasforma in un caos di auto
Corso Tukory, disagi per cantiere fermo da 20 giorni Rap e Amat verso il lavoro notturno per accelerare
Una serie di intoppi – burocratici e non – sta bloccando da venti giorni i lavori in corso Tukory, iniziati il 30 gennaio ma interrotti nell’arco di 48 ore. Ad occuparsi di un manto stradale che, come in tanti quartieri di Palermo, assomiglia più a un colabrodo, è la Rap, che ogni anno per questo servizio percepisce dal Comune quasi 15 milioni di euro.
In una nota del 27 gennaio la partecipata di igiene ambientale annunciava il rifacimento di oltre 12mila metri quadrati di manto stradale dell’arteria che collega la Stazione Centrale a Orleans, dove si trovano l’omonimo parco e una fermata del passante, e a piazza Indipendenza, dove ha sede la presidenza regionale e inizia il percorso Unesco. Una strada non secondaria disseminata di buche, crepe e dossi, pericolosa per le auto ma soprattutto per i motorini, e su cui la Rap voleva intervenire in modo definitivo.
Una manutenzione tanto attesa quanto impegnativa, specie se si considera il volume di traffico che ogni mattina si riversa sulla mini-rotonda all’altezza di Porta Montalto, dove le quattro corsie di via Ernesto Basile (due lato Civico e due lato Orleans) si restringono fino a diventare, di fatto, una sola, con tutte le conseguenze del caso in termini di code e ingorghi. Per di più, corso Tukory e tutte le strade limitrofe sono invase da anni, e sette giorni su sette, dal famigerato mercatino abusivo dell’Albergheria. Proprio per questo l’avvio dei lavori era stato tutt’altro che facile per gli operai, costretti a sgomitare con i mezzi pesanti in uno spazio angusto, circondati da clacson e auto incolonnate.
Ruspe, camion e caterpillar, però, sono rimasti all’opera per appena due giorni, completando giusto una striscia di asfalto all’imbocco con corso Re Ruggero. Prima è arrivato il maltempo: impossibile stendere il bitume caldo con la pioggia. Poi l’azienda di piazzetta Cairoli ha chiesto all’Amat di rimuovere su tutta la strada i cordoli che delimitano gli spartitraffico e la corsia laterale degli autobus. Nel frattempo l’Ufficio Traffico studiava una soluzione per rendere più agevole il lavoro degli operai e il 13 febbraio emanava una nuova ordinanza con limitazioni ancora più stringenti: divieto di sosta ambo i lati 24 ore su 24, chiusura della circolazione sulla carreggiata interessata e del transito pedonale sui marciapiedi transennati e obbligo di svolta a destra per chi arriva da via dei Benedettini. Nel frattempo però le squadre della Rap hanno smontato tutto e si sono spostate altrove, come previsto dal piano manutenzioni aziendale.
Ora le due partecipate sembrano aver trovato una soluzione e a giorni si attende la nuova ordinanza dell’Ufficio Traffico: gli operai dell’Amat interverranno per la rimozione dei cordoli contemporaneamente a quelli della Rap e i lavori dovrebbero svolgersi in notturna, limitando così al massimo i disagi per la circolazione mattutina. A questo proposito l’associazione Mobilita Palermo ha proposto una soluzione radicale: rimuovere i due distributori di carburante e realizzare altre due rotatorie, una all’incrocio con corso Re Ruggero e una all’altezza di piazza Stazzone, rivedendo anche il sistema delle corsie per i bus e alcuni marciapiedi. Un’ipotesi come tante per evitare che ogni giorno quel nugolo di svolte e deviazioni si trasformi in un budello inestricabile per gli automobilisti.