E' scontro tra il premier matteo renzi e le regioni. Il premier, infatti, pensa di fare pagare agli enti locali i costi delle sue politiche e del suo asservimento alle oligarchie europee.
La rivolta delle regioni contro i tagli di Renzi. E la Sicilia che dice?
E’ scontro tra il Premier Matteo Renzi e le regioni. Il Premier, infatti, pensa di fare pagare agli enti locali i costi delle sue politiche e del suo asservimento alle oligarchie europee.
Parliamo di un nuovo taglio di 4 miliardi di euro che sta suscitando le ire dei governatori di mezza Italia, e pure del suo stesso partito. Piuttosto che ritoccare l’Irap mi dimetto dice il presidente piemontese Sergio Chiamparino che aggiunge: Al taglio prospettato dal governo Renzi di 4 miliardi di euro vanno, sommati quelli decisi dai governi Monti e Letta pari a circa 1,750 miliardi. Si arriva così a 5,7 miliardi. E sono tagli insostenibili a meno che non si incida sulla spesa sanitaria o che non si cerchino maggiori entrate”, cioè nuove tasse.
Daccordo i presidenti delle altre Regioni. Nicola Zingaretti, governatore del Lazio è ironico:”È facile abbassare le tasse con i soldi degli altri”. E ancora, secondo il presidente della Lombardia,Roberto Maroni “come conseguenza ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili”.
Protesta anche l’Umbria: “È tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità- dice la governatrice Catiuscia Marini.
Per il governatore della Campania, Stefano Caldoro, “il Patto per la Salute non è a rischio, è pregiudicato. Cè un problema di affidabilità istituzionale”. Per il veneto Zaia “questa manovra passerà alla storia come la legge del massacro specie per le Regioni virtuose”.
La domanda sorge spontanea: cosa ne dice il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta? Farà finta di nulla per salvarsi la carriera? Non sarebbe la prima volta, d’altronde, che il governatore sacrifica i siciliani sull’altare del Governo nazionale. Basti ricordare i prelievi di oltre 1, 2miliardi di euro (i famigerati accantonamenti) o la rinuncia ai contenziosi con lo Stato. Sarà così anche questa volta? Le scommesse sono aperte.