Picciolo: “Commissariare la Sicilia? Strano che nessuno avanzi credenziali verso Roma”

PER IL CAPOGRUPPO DEI DRS BISOGNEREBBE PRETENDERE DA ROMA LE RISORSE CHE SPETTANO ALLA SICILIA. PECCATO CHE FINORA HANNO FATTO FINTA DI NIENTE DINNANZI AGLI SCIPPI DEL GOVERNO CENTRALE

”Assistiamo da qualche giorno ad una serie di interventi di esponenti politici riconducibili alla maggioranza che sostiene il presidente Crocetta che paventano, agitandone lo spettro, il prossimo commissariamento della Regione. Tutto purtroppo avviene mentre si potrebbero, evitando nuovi pesanti tagli da parte del Governo centrale, raccogliere i frutti di un’attenta politica di riduzione degli sprechi della sanità, che potrebbe portare, ad esempio, per la prima volta all’abolizione dei ticket sulle visite specialistiche”.

A dirlo è Giuseppe Picciolo, capogruppo del Patto dei Democratici per le Riforme-Drs all’Assemblea regionale siciliana che interviene così sul dibattitto relativo alla disastrosa situazione dei conti regionali e alla paventata sinistra ipotesi del Commissariamento (qui vi abbiamo tracciato il quadro della situazione).

“Se c’è un disegno dei ‘poteri forti’ affinché questa legislatura regionale venga interrotta anticipatamente – prosegue – è meglio dirlo con chiarezza e decidersi a far votare la mozione di sfiducia, che a noi del Pdr non impensierisce minimamente. La Sicilia non merita questo ulteriore affronto ‘calato dall’alto’. Piuttosto che continuare a litigare e poi legittimamente ‘preoccuparsi’, alcuni alleati premurosi nei confronti di Crocetta ci spieghino quale sarà il loro forte ed autorevole impegno per costringere il governo Renzi a riconoscere maggiori risorse alla Sicilia e garantire il varo del bilancio di previsione in condizioni di pareggio finanziario”.
E’ strano infatti che oggi, davanti alle difficoltà di pareggiare i conti, nessuno avanzi credenziali verso Roma”.

C’è da dire che Picciolo non sembra avere tutti i torti. Se i conti siciliani versano in stato comatoso è anche per colpa del Governo centrale che continua a salassare la Regione. Basti pensare all’oltre un miliardo di euro di accantonamenti imposti da Roma.

Solo quest’anno il Governo nazionale ha scippato dal Bilancio regionale un miliardo e 350 milioni di euro. Un miliardo e 150 milioni come accantonamenti. E altri 200 milioni per pagare la sceneggiata degli 80 euro che ha pagato solo in parte.

Certo, poi ha restituito 500 milioni di euro, ma solo dopo che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha rinunciato a contenziosi con lo Stato – davanti la Corte Costituzionale -pari a circa 5,4 miliardi di euro (con alcuni di questi contenziosi che, a quanto pare, erano già vinti).

Detto questo, c’è da chiedersi come mai il Governatore Crocetta e lo stesso gruppo di Picciolo non si siano opposti prima e non abbiano quindi tentato di evitare lo scippo romano.

Al contrario questo Governo è lo stesso che, non solo non ha detto niente sugli accantonamenti imposti da Roma, ma – come già accennato – ha anche firmato la rinuncia ai contenziosi con lo Stato, alias la rinuncia a 5,4 miliardi di euro che, potenzialmente, potevano arrivare nelle ‘casse’ siciliane.

Ora si stanno accorgendo che il Governo Renzi  – come del resto i Governi nazionali che l’anno preceduto – sta affossando la nostra Regione?  Speriamo non sia tardi.

Resistenza, commissariamento o autoscioglimento? Tre ipotesi per la Regione siciliana in crisi finanziaria


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