Ciaula scoprì la luna, mentre Gibiino scopre i ‘buchi’ finanziari della Regione siciliana

MA SE LA SITUAZIONE E’ COSI’ DRAMMATICA COME MAI IL SUO PARTITO, SEI MESI FA, ALL’ARS, HA VOTATO SI’ ALL’INDEBITAMENTO ULTERIORE DI QUASI UN MILIARDO DI EURO? LA VERITA’ E’ CHE IL COORDINATORE DI FORZA ITALIA DELLA SICILIA HA UNA ‘CODA’ LUNGA ALMENO QUANTO QUELLA DEL CAPOGRUPPO DEGLI AZZURRI A SALA D’ERCOLE, MARCO FALCONE…

In queste ore Forza Italia o si è sganciata dall’orbita del Governo Renzi, o gli azzurri siciliani hanno avuto il permesso, da Berlusconi, di raccontare la verità sulla disastrata situazione finanziaria della Regione siciliana. Non si spiega altrimenti la sortita del coordinatore degli azzurri dell’Isola, Vincenzo Gibiino, che descrive con una certa precisione il baratro economico in cui sta sprofondando la nostra Isola.

“Che i conti non tornassero nelle ‘casse’ della Regione siciliana – dice Gibiino – era palese da tempo. Per poter chiudere il Bilancio di previsione 2015 mancano infatti 1 miliardo e 602 milioni di euro. Non un ‘buco’, bensì una voragine impossibile da colmare senza misure eccezionali”.

“Il 9 marzo scorso, da Taormina – aggiunge Gibiino – lanciammo l’allarme insieme al nostro presidente Silvio Berlusconi, prevedendo uno scenario di totale fallimento”.

Peccato che in quegli stessi giorni – questo Gibiino lo dimentica, chissà perché – il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars votata “sì” a un ulteriore indebitamento della Regione siciliana per quasi un miliardo di euro. Supponiamo con il consenso – se non con la spinta – del “presidente Silvio Berlusconi”, forse perché questi soldi sarebbero serviti per pagare strani debiti delle Aziende sanitarie regionali.

“La Sicilia – aggiunge il coordinatore di Forza Italia in Sicilia – terra dalle mille potenzialità che ne potrebbero fare la California del Mediterraneo, non può più essere oltremodo salassata dal governo centrale. Le risorse economiche prodotte dal lavoro dei siciliani devono rimanere in gran parte sull’Isola, per consentire una normalizzazione altrimenti impossibile”.

Su questo punto Gibiino non è chiaro: non si capisce se faccia riferimento alla mancata applicazione dell’articolo 37 (le imposte che le imprese con stabilimenti in Sicilia e sede sociale altrove non pagano alla nostra Regione in barba al nostro Statuto) o agli accantonamenti, cioè ai soldi che il governo nazionale ‘deruba’ ogni anno alla nostra Regione (per la precisione 915 milioni di euro nel 2013 e 850 milioni di euro quest’anno).

“Il Partito Democratico regionale – conclude Gibiino – porti dunque al PD nazionale, al premier Renzi, le ragioni della nostra terra, sostenendo la necessità di porre fine ad un ingiusto e insostenibile prelievo nei confronti della Sicilia”.

Qui forse si capisce che Gibiino fa riferimento agli accantonamenti annuali. Diciamo che si salva in calcio d’angolo. Perché se c’è una forza politica che non deve più parlare di articolo 37 è proprio Forza Italia, che nella legislatura 2001-2006 ha preso in giro i siciliani millantando l’applicazione di tale articolo dello Statuto.

La volonTà, da parte della Regione, c’era e, forse, anche da parte dell’allora Ministro delle Regioni, Enrico La Loggia. Solo che Berlusconi e l’allora Ministro dell’economia, Giulio Tremonti, bloccarono tutto: la Sicilia gli aveva già dato un sacco di voti. E l’allora Cavaliere, per ‘sdebitarsi’, si tenne i soldi dell’articolo 37 dello Statuto e regalò alla Sicilia due ‘perle’: Diego Cammarata Sindaco di Palermo e Umberto Scapagnini Sindaco di Catania, due Sindaci passati alla storia per avere ‘rilanciato’ le finanze di questi due Comuni…

Nota a margine

Ultima domanda: come mai Gibiino, quando nei mesi scorsi il Governo Renzi ha scippato alla Regione 850 milioni di lire dal bilancio 2014, non ha detto una sola parola?

Chissà, magari ce lo spiega il capogruppo all’Ars, Marco Falcone, quello che ha votato e fatto votare l’indebitamento di quasi un altro miliardo di euro della Regione…


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