Riscossione Sicilia spa e Crocetta si fanno un baffo dell’Ars e sbaraccano quattro sedi periferiche

IN CHIUSURA LE SEDI DI CALTAGIRONE, SCIACCA, GELA E VITTORIA. MOZIONE DI FORZA ITALIA PER MANDARE A CASA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETA’

Il dato è solo uno: l’Assemblea regionale siciliana approva leggi e ordini del giorno, ma Riscossione Sicilia spa, d’accordo con il Governo di Rosario Crocetta, se ne fa un baffo! E, in barba a quanto stabilito da Sala d’Ercole, chiude le sedi di Caltagirone, Sciacca, Gela e Vittoria.

Così, stasera, la politica siciliana, “umiliata e offesa” da una società regionale che ignora leggi e indicazioni del Parlamento dell’Isola, si ‘dimena’. E prepara una revoca del consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia alla quale il Governo non darà corso.

Ed è anche logico: questa società e il governatore Crocetta hanno ignorato una prescrizione di legge e gli ordini del giorno: perché mai dovrebbero prendere sul serio una mozione della stessa Assemblea regionale siciliana?

Intanto i parlamentari di Forza Italia all’Ars Marco Falcone, Vincenzo Figuccia, Giorgio Assenza,Giuseppe Milazzo, Alfio Papale e Riccardo Savona hanno già pronta la mozione che non servirà a nulla. 

Forza Italia, attraverso la mozione depositata all’Ars, primo firmatario Marco Falcone, denuncia “l’atto di sfrontatezza unico assunto dai vertici della società partecipata della Regione siciliana che ha annunciato la chiusura, a far data dal prossimo 15 settembre, delle sedi periferiche di Caltagirone, Gela,Vittoria e Sciacca”.

La mozione “impegna il Governo della Regione ad assumere ogni urgente iniziativa nei confronti della società Riscossione Sicilia Spa, responsabile di grave atto di insubordinazione, con la consequenziale revoca dell’intero consiglio d’amministrazione”.

Nelle premesse, la citata mozione rimarca il fatto che “la società Riscossione Sicilia Spa, al fine di garantire più servizi agli utenti, da parecchi anni ha istituito suoi uffici decentrati presso comuni non capoluogo di provincia”.

Dalla lettura del testo viene anche ricordato che “negli scorsi mesi gli amministratori della società avevano manifestato la volontà di sopprimere dette sedi periferiche adducendo mere motivazioni di carattere economico, ma che l’Ars, durante la discussione della recente Finanziaria, aveva approvato una mozione d’indirizzo contro tali chiusure”.

Lo stesso assessore all’Economia, Maurizio Agnello, si precisa nella mozione, in sede di Commissione di Bilancio, alla presenza anche dei capigruppo Ars e del Presidente della società Riscossone Sicilia Spa, aveva disposto di soprassedere alla chiusura delle sedi periferiche di Caltagirone, Gela, Vittoria e Sciacca.

Cosa che non è avvenuta, atteso che dal 15 settembre quattro sedi chiuderanno i battenti, alla faccia dell’autorevolezza del Parlamento siciliano.

“Alla base della decisione ci sarebbe un risparmio, da parte della società, che è tutto da verificare – dichiara al nostro giornale Falcone primo firmatario, come dicevamo, della mozione – perché i locali in uso nelle sedi periferiche sono, per lo più, in comodato d’uso gratuito, messi a disposizione dagli enti locali. La decisione, invece, aggrava il disagio dell’utenza siciliana e ‘scarica’ sui contribuenti un costo inutile ed insopportabile”.

“E’ mai possibile – sottolinea il capogruppo di Forza Italia – che, per pagare una bolletta, un utente di Gela debba recarsi a Caltanissetta? Idem per gli utenti di Caltagirone, che dovrebbero recarsi a Catania. O di Sciacca, che dovrebbero recarsi ad Agrigento”.

Una decisione che ha innescato un polverone che coinvolge l’assessore all’Economia, Roberto Agnello, reo di aver disatteso gli impegni assunti in sede di Commissione Bilancio e Finanze all’Ars (a meno che l’assessore Agnello, in questa vicenda, conti quanto il due di coppe con la briscola a denari, visto che Crocetta e il suo ‘Cerchio magico’ si occupano di tutto: cosa non improbabile).

Altra tegola che cade in picchiata sulla testa del governatore della Sicilia nel peggior momento, alle prese con la strenua difesa dell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, dall’atto di censura con invito a dimettersi del centrodestra e dei grillini. Con il complicato e pieno d’insidie rimpasto della Giunta.

 


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