Uno spaccato sociale, politico e culturale dei magnifici quanto diversi paesi mediterranei e le prospettive per il futuro dei loro giovani.
Avere ventanni nella zona euromediterranea
I giovani e listruzione nella zona euromediterranea.
Il Mediterraneo è centro virtuale e punto darrivo del corso storico che ha attraversato lintera area. Particolarmente efficace quellespressione che recita in proposito: «da millenni tutto vi confluisce». Medi-terrāneum, che è in mezzo alle terre, e difatti il Mediterraneo da sempre è teatro di confronto tra culture diverse, che hanno generato un insieme di valori comuni e pertanto condivisibili. Eppure, spesso le frammentazioni prevalgono sulle convergenze.
LEuropa e il Mediterraneo sono due entità territoriali con una forte valenza politica e simbolica, ma prive di confini precisi. Geograficamente, costituiscono lappendice occidentale e meridionale dellEurasia, mentre politicamente indicano due regioni dai confini mobili. Tale instabilità è determinata da varie tipologie di conflitti:
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conflitti politici: – inter-etnici (come nel caso dellex-Jugoslavia)
– interni, a seguito di processi di liberalizzazione politica (si veda lAlgeria)
– vecchie linee di scontro, come quella tra israeliani e palestinesi;
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conflitti politico-culturali: si prenda in considerazione il rafforzamento del radicalismo islamico nei confronti delle popolazioni occidentali;
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conflitti socio-economici: si veda il sottosviluppo e larretratezza industriale di alcune aree, che provoca processi di migrazione.
Per far fronte a tali problematiche, tra i vari provvedimenti di USA e UE sono state previste politiche di allargamento della UE e della NATO verso est, e la creazione di strutture di cooperazione politica ed economica tra le organizzazioni occidentali e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo.
Proprio perché crogiolo e luogo di contatto tra culture diverse, la zona euromediterranea è da tempo oggetto di dibattiti politici internazionali che vedono realizzabile una fusione dei valori specifici di ogni Paese in un unico e più generale sistema di valori. Già nel 1995 con la Dichiarazione di Barcellona si è costituito il cosiddetto «Partenariato euromediterraneo», su tre assi principali:
– politico e di sicurezza: creare un’area comune, in cui predomini la pace e la stabilità, con l’implementazione di azioni comuni volte a garantire la sicurezza ed il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;
– economico e finanziario: creare un’area di prosperità condivisa attraverso un partenariato economico e finanziario da realizzarsi progressivamente, in primo luogo attraverso una zona di libero scambio Euro-Med entro il 2010, che dovrebbe generare benefici economici comuni a lungo termine, grazie ad un maggior flusso di investimenti e alla riallocazione di parte delle risorse europee nei paesi che attualmente beneficiano dei Fondi MEDA;
– culturale, sociale e umano: il Partenariato non significa solo avvicinare i sistemi politici ed economici, ma anche favorire l’incontro tra le diverse culture ed i diversi popoli in modo da far sì che l’integrazione tra i paesi coinvolti sia completa, facendo leva sulla società civile, la cooperazione decentrata e gli organismi di volontariato.
Uno dei punti fondamentali discussi a Barcellona, nellambito di nuove prospettive di politica dello sviluppo nel Mediterraneo, è stato il valore strategico attribuito all istruzione come fattore indispensabile per la stabilità e lo sviluppo di questarea.
Su questa linea si è proseguiti fino al 29 gennaio 2006, data in cui è stata sottoscritta a Catania da 12 Ministri dellIstruzione e della Ricerca di differenti Paesi del Mediterraneo, e da alcuni rappresentanti della Commissione europea, la Dichiarazione di Catania , nata dallalleanza tra Algeria, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Italia, Malta, Marocco, Slovenia, Spagna, Tunisia e Turchia.
La Dichiarazione di Catania assegna al nostro Paese quel ruolo di “ponte” culturale e scientifico tra l’Europa e i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo.
Obiettivi di tale alleanza sono:
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promuovere la convergenza dei sistemi distruzione superiore dellarea euromediterranea, pur preservando la specificità di ogni Paese;
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stabilire percorsi educativi e formativi comuni, basati su un sistema di crediti compatibili e trasferibili, attraverso la condivisione di criteri e metodi valutativi;
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promuovere i dottorati di ricerca;
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creare nuovi Centri di eccellenza per lAlta formazione e Ricerca;
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potenziare i sistemi di apprendimento a distanza.
Sono stati poi raggiunti due accordi tecnici:
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la nascita di un Centro di Alta formazione e Ricerca sui Diritti umani, in Giordania;
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la nascita di un Centro di Alta formazione e Ricerca sulla Circolazione giuridica, a Instanbul.
I vari progetti hanno ricevuto un sostegno finanziario dal parte del Miur.
Svariate, dunque, le modalità di scambi culturali che potranno permettere a giovani di differenti nazionalità di avere occasioni di confronto e di crescita con studenti di altri Paesi.
Per agevolare lapprendimento a distanza, ulteriore strumento di collaborazione tra sistemi culturali diversi è lUniversità Telematica Internazionale Uninettuno, nata nell aprile del 2005 come progetto che prevede il rilascio di titoli accademici in Italia e allestero, mediante corsi seguiti sulla piattaforma Internet via satellite o su Rai Nettuno SAT 1.
Non certo di minore importanza è poi lesistenza dellAccademia del Mediterraneo, istituita il 10 ottobre 1998 con sede a Napoli. LAccademia è una consociazione di tutte le accademie nazionali e di alto rilievo dei Paesi che gravitano attorno al Mediterraneo. Vi aderiscono ben 561 istituzioni e costituisce una gigantesca banca dati risultante dalla somma delle banche dati specifiche di ogni Paese aderente.
I giovani studenti cristiani, ebrei, musulmani sono eredi della ricchezza di valori, di eventi e di gesta storiche di questarea geografica; pertanto, è bene adottare una serie di misure volte allinternazionalizzazione delle varie culture.
In ambito universitario, è stata proposta una «strategia mediterranea», la cui finalità è quella di rendere gli atenei dei laboratori internazionali di saperi e di conoscenze, al servizio di uno sviluppo pacifico e democratico nel Mediterraneo.
Solo così, e solo abbattendo le barriere fisiche e ideali, sarà possibile per tutti i Paesi di questarea arricchirsi e rafforzarsi in una cooperazione che renderà il bacino del Mediterraneo punto di integrazione di conoscenze e culture millenarie.