Che la provincia di messina sia una sorta di "bomba ad orologeria" c'era da aspettarselo. Da qualche tempo dedichiamo maggiore attenzione a questo territorio per via della possibile designazione di franco rinaldi ad assessore regionale allistruzione e formazione professionale. Ricordiamo che rinaldi è cognato di francantonio genovese, parlamentare nazionale, tra i fondatori della corrente del pd "innovazione" e tra i maggiori azionisti nel settore della formazione professionale per via degli acquisti a go-go di enti formativi (cessione di rami d'azienda). Non erano vietate? ma
Ancol, la carica di amici & parenti
Che la provincia di Messina sia una sorta di “bomba ad orologeria” c’era da aspettarselo. Da qualche tempo dedichiamo maggiore attenzione a questo territorio per via della possibile designazione di Franco Rinaldi ad assessore regionale allIstruzione e Formazione professionale. Ricordiamo che Rinaldi è cognato di Francantonio Genovese, parlamentare nazionale, tra i fondatori della corrente del Pd “Innovazione” e tra i maggiori azionisti nel settore della formazione professionale per via degli acquisti a go-go di Enti formativi (cessione di rami d’azienda). Non erano vietate? Ma (a destra, la formazione professionale vista dalla politica messinese…)
La moglie di Rinaldi è presidente della Lumen, Ente di formazione titolare di un pacchetto considerevole di ore formative. E poi Rinaldi è stato eletto con oltre 17 mila voti. Che ci sia un nesso connettivo tra formazione e voti? Questo non lo sappiamo con certezza, ma diversi sono i segnali in questa direzione.
Precisiamo che già Mario Centorrino, ex assessore regionale alla Formazione professionale, e una sfilza di dirigenti e funzionari sono stati condannati per danno erariale. Per cui non è difficile immaginare che gli ex Dc della “Margherita” staranno già tirando la giacca a Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana.
Dicevamo di una terra “calda” e fortemente invischiata in reati commessi nel settore della formazione professionale. A cosa ci riferiamo? Certamente alla sovra esposizione del sistema formativo tipico di questa provincia, dove formazione professione e politica sono la stessa cosa (un po quello che succede ad Alcamo, in provincia di Trapani ).
Ebbene sì, da quando, nel precedente Governo regionale, lex presidente, Raffaele Lombardo, ha affidato a Mario Centorrino la delega all’assessorato alla Istruzione e Formazione professionale ed a Ludovico Albert la direzione del dipartimento al ramo, le cose sono andate sempre peggio. E non è un caso che certi mali siano originati da una gestione poco originale e fortemente sbordata verso pochi poteri economici forti, a discapito di un intero sistema. (a destra, il parlamentare nazionale del Pd, Francantonio Genovese, foto tratta da guidasicilia.it)
E’ di qualche ora fa la notizia dell’avviso di conclusione indagini per Melino Capone nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Messina sui corsi di formazione professionale. Il sostituto procuratore, Camillo Falvo, per l’ ex commissario regionale dellAncol – altro Ente formativo che va a nozze con la politica – ipotizza il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
La magistratura contesta allAncol, (Associazione nazionale delle comunità di lavoro), la legittimità dei finanziamenti ottenuti dalla Regione siciliana, per 13 milioni e 600 mila euro, dal 2006 al 2011. Melino Capone, si legge in un articolo del quotidiano on line www.livesicilia.it, fu commissario Ancol sino al 2006.
Capone – a parere dell’accusa – non più commissario Ancol, avrebbe comunque presentato alla Regione progetti formativi che furono regolarmente finanziati per un totale di 13 milioni e 600 mila euro. Con quel denaro furono aperte nuove sedi a Barcellona, Catania, Palermo e Mirabella Imbaccari, e asssunto personale “amico”. Capone – secondo quanto scaturito da indagini delle Fiamme Gialle – assunse l’intero parentado.
LAncol nazionale pose però fine all’azione arbitraria dell’ex commissario Capone con una lettera alla Presidenza della Regione siciliana. Fu scritto che quella carica, a Capone, era stata revocata e che in Sicilia non esistevano più sedi della onlus. Quella lettera – accertarono i finanzieri – sarebbe stata archiviata frettolosamente da Patrizia Di Marzo, funzionario direttivo della segreteria dellAvvocato generale della regione siciliana e da Anna Saffioti, responsabile dellArea Affari Generale della Regione. Le due funzionarie sono attualmente indagate per truffa.
Anche nel mondo della formazione professionale di Messina – anzi, soprattutto a Messina – cè bisogno di discontinuità. Troppe attenzioni ci sono su questo settore. Troppe connivenze incestuose tra formazione professionale & politica. Meglio voltare pagina. Altrimenti rischiamo di nuovo di vederne delle belle.