Dall'ex sindaco di racalmuto
Racalmuto, Sciascia e le italiche imposture
dall’ex sindaco di Racalmuto
Salvatore Petrotto
ricviamo e volentieri pubblichiamo
Il Ministro dellInterno, Anna Maria Cancellieri, chiude il suo discorso, a Racalmuto, ricordando una intervista di Sciascia al Corriere della Sera: La lotta più efficace alla mafia è quella compiuta nel nome del diritto, senza stati dassedio, ma dando al cittadino la sua sicurezza. Per certi versi si tratta dellesatto contrario di ciò che è avvenuto nel paese di Leonardo Sciascia, il 10 aprile, in occasione della visita del Ministro dellInterno, allatto dellinsediamento della Commissione Prefettizia, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose.
Il Ministro, in un paese di mafia, come poteva essere accolto? Sembrava tutto quanto militarizzato,una sorta, appunto, di quello tato dassedio, tanto aborrito da Leonardo Sciascia, proprio in quello scritto citato dal Ministro dellInterno ed in tanti altri scritti ed interventi pubblici dello scrittore di Racalmuto.
E già, Leonardo Sciascia, parlava dello Stato di Diritto. Immagino come si sentono adesso quei venti consiglieri comunali, tutti quanti spediti a casa, per infiltrazioni mafiose! Avrebbero dovuto fare le valige molto tempo prima! Avrebbero dovuto capire che non era aria e che bisognava farsi da parte. La democrazia, le istituzioni liberamente elette, i rappresentanti della volontà popolare, chi ha stabilito che devono per forza continuare ad amministrare la cosa pubblica?
A Roma cè un Governo che è una riedizione del compromesso storico dei fatidici e micidiali anni 70 ed 8o, quando, anche allora, lintera classe politica italiana, per far fronte, in malo modo agli attentati terroristici, fece quadrato, solo per salvare sé stessa e per sopravvivere sino agli inizi degli anni Novanta. Sino al crollo, cioè, della cosiddetta Prima Repubblica, a seguito dello scoppio di Tangentopoli e Mafiopoli.
Ed era proprio Leonardo Sciascia che ci ripeteva, sempre e comunque, sino alla nausea, né con lo Stato né con le Brigate Rosse. Soprattutto quando da deputato, dallinterno del parlamento nazionale, si occupò della tragica fine di Aldo Moro, pubblicando anche un libro, assai illuminate dal titolo L Affaire Moro. Ed abbiamo constatato che Leonardo Sciascia aveva ragione allora ed ha avuto ragione sempre.
Aldo Moro è morto per la linea dura di chi lo doveva salvare, ossia la sua Democrazia Cristiana e quel Partito Comunista che, assieme, con lappoggio esterno di questultimo, avrebbero traghettato lItalia verso la deriva successiva al crollo del Muro di Berlino.
Guardi, signor Ministro, si informi meglio e si accorgerà che le hanno riferito, sicuramente, delle cose vere, infarcite da una serie di logiche deduzioni, non sempre attendibili. Anzi, altri hanno da difendere certi interessi forti, come ho cercato di farle sapere, attraverso qualche mio scritto che, purtroppo, me ne rammarico, Lei probabilmente non ha avuto modo di leggere.
Mi riferisco ad alcuni suoi accompagnatori, consacrati, purtroppo per me, attraverso una lettera dello scrittore Andrea Camilleri, letta alla Fondazione Leonardo Sciascia dallattuale presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Un passaggio di quella lettera mi ha colpito, anzi un nome, Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia che viene citato quale virtuoso esempio da seguire. Probabilmente lo scrittore Camilleri si riferiva alla scandalosa gestione del settore dei rifiuti?
Si faccia spiegare da Giuseppe Catanzaro come vengono affidati i servizi per centinaia di milioni di euro, senza gara, da 5 anni a questa parte, con costi che sono tra i più alti dItalia. Guardia di Finanza, Digos, oltre che la Procura della Repubblica di Agrigento stanno conducendo alcune delicate indagini sulla gestione di acqua e rifiuti nellAgrigentino.
Del resto, le verrebbe facile assumere informazioni in merito visto che, tra laltro, i massimi rappresentanti degli organi inquirenti che stanno indagando su queste scandalose gestioni, erano al suo seguito, il giorno che Lei è venuta a Racalmuto. Si faccia dire, se vuole, se è vero o no, che soltanto due ben individuate ditte agrigentine, la SAP e la ISEDA, hanno ricevuto affidamenti diretti, da parte dellATO rifiuti AG 2, senza gara, in proroga per 5 anni, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per un importo di circa trecento milioni di euro.
Sa, da noi, tutti i Comuni sono debitori dellATO rifiuti proprio perché i costi di gestione sono tra i più alti dItalia, così come la relativa tassa che pagano famiglie ed imprese con dei servizi assicurati che sono semplicemente pessimi. E questo è dovuto anche, e non solo, alla mancata attivazione della raccolta differenziata, od ancora alla scelta, obbligata, fatta di affidamenti diretti, senza gara, a queste due ditte.
Guai a chi si oppone a questa gestione! Io questo ho fatto in questi anni. Tutti coloro i quali hanno espresso un parere, unopinione su queste scellerate gestioni, sono stati spazzati via a colpi di denunce, più o meno calunniose. Siano essi politici o imprenditori. Si figuri io, che fine potevo fare, Caro Ministro Cancellieri, che ho avuto lardire di consegnare alla Procura della Repubblica di Agrigento un esposto, allinizio dello scorso anno, in cui mettevo in evidenza quanto sto disperatamente cercando di far conoscere a Lei ed a chi di dovere.
Cosa dobbiamo fare od immolare ancora sullaltare di una parte di Confindustria Sicilia, per fermare questa terribile storia continuata ed aggravata ormai da 5 anni ai danni di comuni e cittadini. Ma non mi è stato possibile incontrarla a Racalmuto, proprio perché Lei era cinturata, proprio da quel Catanzaro Giuseppe che, anchegli, si occupa di discariche e rifiuti e che queste cose conosce bene.
Mi dispiace per Andrea Camilleri che, forse non sa e si fida anche di Catanzaro. Ma se parliamo di Stato di Diritto, scomodando Leonardo Sciascia, possiamo avere il piacere anche di capire se quello che io da anni sostengo, con delle precise e circostanziate denunce, è giusto o no! E possibile continuare a cedere sul terreno della legalità, affidando direttamente i pubblici servizi in mano a dei soggetti privati?
Questo è avvenuto con la gestione dei rifiuti e dellacqua, anche quando il popolo che era, o dovrebbe ancora essere sovrano, con tanto di referendum, votato dalla stragrande maggioranza dei cittadini si è espresso, in maniera plebiscitaria, a favore dellacqua pubblica. Ed io,screditato, delegittimato, denigrato, processato e/o condannato, magari ingiustamente, e poi assolto, non devo sentirmi una vittima! E quei venti consiglieri comunali di Racalmuto, per lo più giovani ed alla loro prima esperienza, mandati pesantemente a casa, e consegnati alla gogna mediatica della cronaca ed anche della storia di Racalmuto?
Non è così che hanno fatto in passato con altri, con coloro i quali toccavano gli interessi dei cosiddetti poteri forti e/o occulti. Ecco che fine fa chi, come me, si oppone a certe nefandezze,e denuncia alla Procura della Repubblica le scandalose gestioni nellAgrigentino, di acqua e rifiuti. Loperazione che si conduce è sempre la stessa: prima si viene delegittimati, attraverso delle mirate operazioni fango; una volta persa ogni minima credibilità, si viene colpiti ed affondati! Non volevo crederci, ma è così!
Aveva ragione un Procuratore della Repubblica che, una volta ebbe a dirmi, a proposito di storie assai simili a quelle fin qui raccontate che, in certe vicende: chi tocca i fili muore. Ed io, da perfetto idiota ed altrettanto perfetto suicida, ci son cascato! Anche se poi, accortomi dellimbroglio, dellimpostura che si stava perpetrando ai miei danni, ho preferito mettermi da parte, stare in disparte, un anno fa. Tanto si era capita lantifona, si era capito tutto, già sin da allora.
Mi dispiace che non lhanno capito anche quei giovani ed incolpevoli consiglieri comunali che pagano colpe, per cose pressoché inesistenti e che poco centrano con la loro vita e le loro esperienze amministrative. Chiedo, prima di tutto, scusa a loro. Anche se, molti di quegli incolpevoli rappresentanti del popolo non hanno compreso sino in fondo il putiferio che era scoppiato. E stata tutta colpa mia! Tutto parte quando, evidentemente, non dovevo farlo, ho toccato i fili dellalta tensione, interessandomi delle scandalose vicende relative alla illegale gestione dei settori acque e rifiuti. Settori in cui cè dentro di tutto: politica, affari, sindacalismo più o meno interessato, clientele e soprattutto miliardi di euro mal spesi e tanta illegalità!
Se lo faccia spiegare, Signora Ministro Cancellieri, La Prego, La Supplico. Si faccia spiegare, quando Le dico queste cose, se Lei ha a che fare con un visionario o con un folle. Tranne che, per affermare verità e giustizia, per appellarci a quello Stato di Diritto a cui Lei faceva riferimento, nella Terra, oltre che di Sciascia, anche di Pirandello, non bisogna essere forse soltanto folle, ma anche un po troppo imbecille, come lo sono stato io.
I soldi, quelli che paghiamo con le nostre tasse, continueranno a finire macinati, sotterrati con i rifiuti! Se è vero come è vero che in Sicilia, negli ultimi tre anni, come ha denunciato la Corte dei Conti, oltre due sono i miliardi di euro di buchi provocati nei bilanci dei Comuni delle illegali gestioni. E tra queste gestioni discutibili cè quella di Agrigento e della sua provincia!
Senza contare che paghiamo la tassa sui rifiuti tra le più care dItalia! Io di questo genere di legalità volevo parlarle, semplicemente se me lo avessero permesso. Ma capisco che loperazione fango su di me ha sortito i suoi devastanti effetti!
Tanto da consentire anche lo scioglimento di un Consiglio comunale perché, in un paese di 9 mila abitanti, in cui alcune decine di esponenti della mafia, tra laltro tutti quanti morti o in galera, per una semplice questione anagrafica, non potevano non avere qualche rapporto di parentela dentro quel Consiglio comunale.
Come si sa, i parenti non si scelgono. Ed in ogni caso, si scioglie un Consiglio comunale, anche perché due ditte hanno ricevuto affidamenti, in quattro anni, complessivamente di dieci mila euro a testa. Si tratta, come detto più volte, di due piccole imprese artigiane, regolarmente iscritte alla Camera di Commercio, munite di certificazione antimafia, rilasciata dalla stessa Prefettura di Agrigento che ha ordinato lindagine ispettiva che ha portato allo scioglimento.
E poi, diciamocelo chiaramente, si scioglie un Consiglio comunale, perché, in parte, aveva sostenuto un sindaco scellerato come me che ha osato sfidare i poteri forti che oggi si sono incarnati, nellAgrigentino, in coloro i quali si occupano di acqua e munnizza.
Un paradosso no! Io queste cose volevo dirLe, Signora Ministro Cancellieri. Ma mi è stato impedito, perché sono stato folgorato mortalmente, allorquando ho toccato i fili lungo i quali scorrono gli affari miliardari ed illegali, questi si, che riguardano la gestione agrigentina e siciliana di acqua e rifiuti.