Partigiani Pd, dissidenti rilanciano con kermesse «Resistenza è restare nel partito senza piegarsi»

Una panca da birra sul palco del teatro palermitano di Santa Cecilia. È la scelta dei Partigiani del Pd – il gruppo dissidente che dopo la formazione delle liste per le Politiche ha deciso di avviare una dura critica interna al partito – per la kermesse di oggi nel capoluogo siciliano. Presenti amministratori locali e, in videochiamata, anche Pierfrancesco Majorino, ex assessore della giunta Pisapia a Milano, e Federico Ariezzo, capogruppo Pd al Comune di Napoli.

«Stiamo gettando le basi per una battaglia che inizierà il 5 marzo – ha spiegato Antonio Rubino, leader del gruppo – chi ha lasciato il partito ha sbagliato, la vera resistenza è rimanere senza piegarsi a chi pretende di dare lezioni raccontando la favola della rottamazione, mentre invece sta mettendo in piedi un trasformismo fondato su una palude».

Rubino ci ha tenuto a precisare che «i Partigiani del PD non sono un’area né una corrente, sono un sentimento. In queste settimane – ha continuato – ci hanno detto di tutto, ci hanno chiesto “chi c’è dietro di noi”: la risposta è che dietro di noi c’è il PD, la voglia di credere ancora nei valori originari di questo partito. Ci sono le nostre facce, quelle dei tanti militanti, segretari di Circolo, dirigenti di partito ed amministratori locali che al modello della fedeltà al capo preferiscono il modello delle idee e dei territori».

Nel mirino dei dissidenti le trasformazione del Pd targato Renzi. E in particolare le scelte del sottosegretario Davide Faraone e la scalata interna di Sicilia futura. «Ci auguriamo che il PD abbia un ottimo risultato alle elezioni perché la casa è più importante di chi la dirige – ha concluso Rubino – ma la parola spetta agli elettori e deve essere chiaro fin da ora che la responsabilità di quello che sarà il nostro risultato dovrà assumersela chi ha compiuto le forzature degli ultimi anni e chi ha fatto le liste».

La panca unico arredo sul palco del teatro Santa Cecilia? «È una di quelle panche che per tanti anni hanno arredato le ville durante le Feste de l’Unità – osserva il leader dei Partigiani – ed erano così libere, disordinate, anche un po’ sporchine, perché dietro al lavoro di tanti c’era solo passione e senso di militanza. La manifestazione di oggi è nata da questo, senza avere dietro nessuno, se non il lavoro di tanti. Ora come allora, con rabbia e con amore».


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