Valerio Marletta e la primavera di Palagonia I cittadini: «Una rivoluzione culturale»

«Buongiorno, signor sindaco». Mancano ancora due giorni al ballottaggio, ma a Palagonia tutti lo chiamano già così. Lui è Valerio Marletta: giovane, comunista, istruito, politico. E’ questa la descrizione che ne fanno i suoi concittadini. Che, al primo turno delle elezioni amministrative, lo hanno portato in vantaggio rispetto a Francesco Di Stefano, commercialista che lo sfiderà al secondo turno. «Pensavo di arrivare al ballottaggio, ma non con Marletta – ammette – Magari con uno schieramento portato più forte, come l’Mpa. E’ chiaramente un voto di protesta». Ma non nei confronti della politica. Se Di Stefano è infatti un professionista, Marletta il politico lo fa di mestiere. Prima della candidatura, sedeva già come consigliere alla Provincia di Catania con Rifondazione Comunista. Caratteristiche comuni anche alla sua quadra, per lo più giovane come il suo capofila. C’è Salvo Grasso, 23 anni e piercing alla lingua: è lui il primo consigliere palagonese eletto con la lista di Marletta, Palagonia bene comune (Rifondazione comunista e Italia dei Valori). Due giovani su quattro sono anche gli assessori designati: Laura Laganà, 25 anni, che gestirà le politiche sociali e Nicola Giaquinta, 35 anni, a cui saranno affidati i settori sport e iniziative per i giovani. Giovane è anche gran parte dello staff che ha seguito Marletta nella sua campagna elettorale: in piazza – sempre piena – e nei quartieri, tra la gente. «Non è solo una questione politica – spiega un cittadino – E’ soprattutto una rivoluzione culturale. La gente è stanca e in Valerio vede il riscatto».

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«Valerio oggi per Palagonia è un pupillo. Nella speranza di poter avere un sindaco vero, che sia il sindaco di tutti i palagonesi», spiega un anziano signore. Novant’anni, bracciante agricolo in pensione, la parlantina di un professore racconta della «dinastia fagoniana»: il potere per tre generazioni della famiglia più influente del paese, i Fagone. Fausto, l’ultimo della famiglia a sedere sulla poltrona di primo cittadino, è ora imputato a Catania nel processo Iblis per concorso esterno in associazione mafiosa. Mentre il suo successore, Francesco Calanducci, sfiduciato dalla giunta, ha lasciato il Comune in mano a un commissario. Che a sua volta ha passato il testimone a un altro commissario. «Da Palagonia persino i commissari scappano», sorride amaro un altro anziano signore. E le casse comunali intanto piangono miseria: mancano infatti a bilancio più di 20 milioni. «Tutte tasse non pagate dai cittadini – ammette Di Stefano – Nessun candidato ne ha parlato, ma l’unica strada possibile è riscuotere». «Introducendo però degli scalini diversi in base ai consumi – aggiunge Marletta – Oggi a Palagonia la Tarsu o l’acqua si pagano con un fisso, non importa se una famiglia ha due figli che magari studiano fuori. Finiscono a pagare doppio».

Un buco di bilancio che limita fortemente la futura amministrazione. Nonostante di costosi interventi, in paese, ci sarebbe un gran bisogno. «Vivo a Palagonia da sempre e non immaginavo esistessero zone così», dice scuotendo la testa a ogni passo una ragazza. Segue Marletta nel suo giro nel quartiere storico e popolare di Palagonia: dove le strade sono sconnesse, i palazzi – anche i più pregiati – cadono a pezzi, le sterpaglie ai lati della strada sono un pericolo d’incendio costante. Il tutto nonostante le numerose segnalazioni degli abitanti. Marletta sospira e non promette miracoli. «Ma posso assicurarvi – dice – che da lunedì, se sarò sindaco, parlerete direttamente con me». Nel suo programma, intanto, tante idee a costo zero: come il wi-fi libero – «per garantire a tutti l’accesso alle conoscenze» – e una serie di spazi autogestiti per giovani e non solo. Ma anche progetti più impegnativi, «per cui si potrebbe pensare di coinvolgere i privati, magari con un progetto di finanza». Come un auditorium o un campo da calcio: opere quasi ultimate dalle passate amministrazioni ma mai consegnate alla città e adesso in mano ai vandali e all’incuria.

«Chi non ha conoscenza della vita non può amministrare una città – è la riserva principale avanzata dallo sfidante Di Stefano – e loro sono troppo giovani». Ma l’eventuale inesperienza della possibile nuova giunta non sembra preoccupare i palagonesi. Entusiasti di vedere un volto nuovo sulla poltrona di primo cittadino. Ma anche un ragazzo normale, «uno del popolo, figlio di persone semplici che da trent’anni gestiscono un chiosco in centro». In attesa dei risultati del ballottaggio, intanto, almeno per una settimana sul punto più alto di Palagonia si è vista sventolare una bandiera rossa. Con falce e martello stampate. «Sembra che tutti siano diventati comunisti – commenta un cittadino – Sembra…».


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Mancano ancora due giorni al ballottaggio per le elezioni amministrative nel Comune in provincia di Catania con poche finanze e molte ombre. Ma in paese sembra che tutti abbiano già deciso chi sarà il futuro sindaco. Il giovane di Rifondazione comunista: due caratteristiche che per i palagonesi significano riscatto. Lo sfidante Francesco Di Stefano: «E' un voto di protesta. Chi non ha conoscenza della vita non può amministrare una città»

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