Unict, pastazzo di agrumi per fini energetici Coca-Cola: «Grandi possibilità di successo»

E’ stato ratificato l’accordo tra l’Università degli studi di Catania e il Distretto Agrumi di Sicilia per il progetto di ricerca indirizzato alla valorizzazione bio-energetica del pastazzo, prodotto di scarto risultante della lavorazione industriale degli agrumi. Il pastazzo, nello specifico, è il residuo umido successivo al processo di produzione del succo. Attraverso un procedimento di trasformazione può diventare un componente fondamentale nella produzione di biogas, biometano, energia elettrica e termica, venendo così sottratto al destino di rifiuto, peraltro complicato. Protagonisti del progetto sono la Coca-Cola foundation, associazione no profit della multinazionale di Atlanta che garantirà un finanziamento di 380mila euro, la cooperativa Empedocle impegnata da anni nella produzione di energie alternative e il Dipartimento di gestione dei sistemi agroalimentari e ambientali dell’ateneo catenese.

«L’accordo è un chiaro esempio del lavoro di sinergia tra la ricerca universitaria e la produzione industriale volto a valorizzare in maniera privilegiata il territorio e le risorse locali», ha detto il rettore Giacomo Pignataro che nel suo discorso ha fatto leva sui concetti di innovazione e bio-sostenibilità. «Con quuesto progetto diamo un futuro ai giovani studenti», ha concluso. Giovanni Cascone, presidente del dipartimento universitario di via Santa Sofia enuncia le altre finalità del progetto: «Vogliamo creare un manuale sulle modalità di lavorazione del pastazzo con obiettivi energetici e – entra nel tecnico – installare presso l’università un impianto di alta tecnologia per la digestione anaerobica, utile nella trasformazione del pastazzo».

Università, distretti produttivi, contributi privati, partecipazioni regionali trovano spazio nel progetto che vanta 137 sostenitori, dei quali più di cento imprese singole e associate ma anche enti di tutela delle produzioni di qualità IGP e DOP, rappresentanze agricole, Comuni ed enti di ricerca. I sottoscrittori nel 2011 hanno firmato un Patto di Sviluppo per «meglio sostenere la filiera agrumicola, creare valori che possano ritornare al produttore e fare squadra secondo un semplice principio di aggregazione», spiega Federica Argentati, presidente del Distretto con sede a Catania.
Il progetto si comporrà di due parti: una prima fase di studio e ricerca ed una seconda parte che vedrà invece la realizzazione dell’impianto pilota.

Ma perché una onlus della multinazionale Coca-cola ha deciso di investire in un progetto siciliano? A spiegarlo è Vittorio Coni, direttore comunicazione e relazioni istituzionali del noto brand. «Sostenibilità ambientale, qualità tecnica, territorialità, alto potenziale ed elevate potenzialità di applicazione pratica e di successo: sono fattori che non potevano non convincerci».


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Università di Catania e Distretto agrumi di Sicilia insieme per un progetto di ricerca industriale. L'obiettivo è il riutilizzo del prodotto di scarto derivante dalla produzione di succhi di agrumi, il pastazzo. Un accordo che unisce il sistema produttivo e il mondo dell'innovazione energetica puntando sulla territorialità. Vittorio Coni della Coca-Cola foundation, onlus che finanzia il progetto, parla di «elevate potenzialità di applicazione pratica oltre che di successo»

Università di Catania e Distretto agrumi di Sicilia insieme per un progetto di ricerca industriale. L'obiettivo è il riutilizzo del prodotto di scarto derivante dalla produzione di succhi di agrumi, il pastazzo. Un accordo che unisce il sistema produttivo e il mondo dell'innovazione energetica puntando sulla territorialità. Vittorio Coni della Coca-Cola foundation, onlus che finanzia il progetto, parla di «elevate potenzialità di applicazione pratica oltre che di successo»

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