Un mercoledì da ‘Vibrazioni’

Un mercoledì scandito da diversi momenti firmati “Le Vibrazioni”. La rock band italiana è stata infatti protagonista dapprima della Conferenza Stampa organizzata da Andrea Marino Management Glamour Spettacoli e dall’Associazione Culturale Esonemea, tenutasi nell’Ex Monastero dei Benedettini e poi del concerto ospitato dal Teatro Metropolitan di Catania.

 

Ore 17. L’aula 75 inizia a riempirsi di studenti, fan, curiosi, fotografi e chi più ne ha più ne metta. Finalmente arrivano i 4 componenti del gruppo, Francesco, Marco, Alessandro e Stefano, accolti da un caloroso applauso, con un’aula sempre più colma di gente (qualcuno addirittura arrampicato alle finestre…).

Prendono posto insieme ai moderatori dell’evento. Francesco, leader della band, si accende una sigaretta e si parte.

Le prime domande formulate dagli organizzatori vertono sulla nascita delle canzoni, sul rapporto con la letteratura e il tipo di influenze che ha sulle loro creazioni, sulle nuove scelte operate in materia di produzione e distribuzione (il nuovo album, “Officine Meccaniche” è stato registrato interamente su nastro analogico ed e’ uscito sui telefonini prima ancora che nei negozi), sul mercato pirata dei download gratuiti e la conseguente crisi delle case discografiche.

Prende la parola quasi sempre Francesco, talvolta appoggiato da Marco, il bassista. “Le canzoni nascono spontaneamente e magicamente…I testi li scrivo io ed e’ tutto un lavoro di cuore, pancia e…ventre!”.

Segue un applauso e poi via alle domande degli studenti.

 

Si chiede qualcosa sul loro cambiamento di stile e sui rapporti con gli altri artisti di spicco nella scena musicale italiana. Si parla allora di crescita e maturità: “Coi brani degli album precedenti ci siamo resi conto che trapelava solo una parte di noi, è difficile far vedere come sei e lo è ancora di più se ti costruiscono attorno delle cose non vere…Col nuovo album abbiamo cercato di andare verso un’altra direzione, correndo il rischio di non essere più Le Vibrazioni che tutti conoscono, ma Le vere Vibrazioni che siamo…”

Grande momento di ilarità quando una ragazza (una di quelle appese ad una finestra) chiede, forse con tono un pò provocatorio, da dove nascesse la canzone “Per non farsi ingoiare”. Tutti ridono e applaudono. Francesco compreso, che però prende il microfono e accoglie la provocazione dicendo: “Nasce dal culto del ‘fellatio’, una cosa che piace a tutti ma a cui ho voluto dare una vena poetica, perchè in realtà c’è tanta poesia ed è una forma d’arte…”.

Riprendono le domande…E loro sembrano sempre più divertiti da questa situazione, tanto che quando uno dei moderatori dice “direi che puo’ andare…”, il cantante prende in mano la situazione ed è addirittura lui ad indicare chi deve intervenire. Finita la Conferenza i ragazzi vengono assaliti per i rituali autografi. Riescono poco a poco ad uscire dall’aula, salgono sul furgoncino e salutano nella speranza di poter ricevere lo stesso calore al concerto.

 

Ore 21. Il Teatro Metropolitan di Catania è pronto per accogliere il tanto atteso live. Non si riesce a riempire tutto nonostante la grande affluenza… Si spengono le luci intorno alle 21,30 e la sala resta illuminata dai tanti e tanti telefonini accesi.

Entra la band. Parte a seguito di un breve intro il primo, pompato e violento brano “L’inganno del Potere” e così via, tra pezzi storici e pezzi nuovi, tra rock vintage e modernità pop, senza contare la grandissima capacità di estensione vocale del cantante.

Riescono da subito a coinvolgere il pubblico. Un pubblico che già conosce a memoria tutti i brani del nuovo album e che si esibisce in cori incredibili. La performance è caratterizzata, come già siamo stati abituati, da grande carisma ed energia. Francesco sembra proprio nato apposta per fare questo mestiere: sul palco si muove con estrema facilità e disinvoltura, movimenti decisi e precisi, braccia in alto che indicano il cielo o magari gli spettatori, invita ai cori, invita a battere le mani a tempo e tutti gli danno ascolto. La sua eccentricità vien fuori soprattutto quando per la canzone “Drammaturgia” sale sul palco con un cilindro, un paio di occhiali decisamente caricaturali e una bottiglia di vino in mano. In tutto questo infila le mani dentro i pantaloni da cui fa uscire una maglia firmata “Le Vibrazioni” e la lancia su un gruppo di ragazzi che ovviamente si fanno in quattro per cercare di afferrarla (io ero troppo distante… non ci ho nemmeno provato…).

 

Il momento di maggiore raccoglimento, silenzio e disciplina si raggiunge per la canzone “L’Angolo Buio” (Le Vibrazioni II). Un brano assolutamente acustico contro gli orrori delle guerre, dedicato a Madre Natura. Ma non sono assolutamente da tralasciare gli altri componenti del gruppo. Stefano (altro chitarrista oltre Francesco) che oltre a sfoggiare il solito cappello da cowboy, non si smentisce nemmeno a livello musicale, che anzi lo vede decisamente migliorato anche nei suoi momenti di assolo di chitarra, puliti, precisi e molto energici.

Alessandro è il batterista. Ecco. Questa è una figura che ho sempre considerato “sfigata” (se mi permettete il termine) perche’ sta sempre un po’ nascosta. Stavolta invece la batteria era sopraelevata, per cui lui si vedeva, eccome se si vedeva!! La potenza che dava ai colpi e soprattutto il fascino ipnotico dei movimenti di braccia, perfettamente sincronizzati. Bravo davvero, quasi il migliore di tutto il concerto.

Infine Marco (non per importanza chiaramente), il bassista, quello alto, alto e magro, magro… altra figura di spicco tra i quattro. Durante la performance sembra davvero che lui e il suo strumento si fondano. Mentre suona si piega completamente sul suo basso, ed è incredibile come riesca a farlo, un contorsionista mancato, ma sicuramente un bassista ben riuscito! Il mio terrore piu’ grande era che indossasse anche stavolta il “mitico” kilt scozzese da cui non si separa (quasi) mai. E invece sembra davvero che il cambiamento di cui tanto si e’ parlato, sia vero, anche per quanto riguarda il look!!

 

Finisce il concerto…I ragazzi si ritirano, ma al coro di tutto il Teatro Metropolitan che gridava “Fuori!!”, escono per altri 3 brani. E mentre dà il primo tocco alla chitarra, Francesco, dopo aver ricevuto in dono una confezione di pasta di mandorle da una simpatica signora, legge un biglietto datogli dalla direzione del Teatro: “La direzione autorizza tutti a fare ciò che volete”. A questo grido finale, tutti i presenti si alzano dalle loro sedie, raggiungono il palco e finalmente si scatenano per gli ultimi brani. Marco si toglie la maglietta, Francesco in camicia bianca, Stefano inginocchiato a terra. E’ il momento del tutto per tutto. Le ultime, ultimissime, energie bisogna spenderle adesso. Il concerto si chiude con “Seta”, al grido “Ho una lingua goliardica che divora le tue bugie ed in preda alla libido io lecco la tua pelle che è come Seta…”.

Applausi, flash, plettri che volano, mani tese verso l’alto, ultimo breve momento di delirio. Autografi e inchini. “Grazie Catania” e “Le Vibrazioni” spariscono nel buio del fondo del palcoscenico ancora caldo, ancora vibrante.


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