Turismo, tra aeroporti e locali inadatti ai grandi eventi  Messina: «Sono queste le emergenze da cui ripartire»

È l’ultimo arrivato in ordine cronologico, ma in un paio di settimane ha cominciato a familiarizzare con gli uffici di via Notarbartolo a Palermo. Classe 1973, catanese, attualmente coordinatore di Fratelli d’Italia in Sicilia, Manlio Messina è stato indicato da Nello Musumeci come successore di Sandro Pappalardo all’assessorato al Turismo e, in piena stagione vacanziera, comincia a familiarizzare con i nuovi uffici e le nuove mansioni.

Assessore, ha cominciato a raccapezzarsi?
«Ma sì, l’esperienza in questi casi aiuta. E la mia, accumulata negli anni con altri enti amministrativi, mi ha consentito sin da subito di entrare nella materia. È chiaro che parliamo di numeri più importanti ma, in linea di massima, sto prendendo dimestichezza con la materia».

Come ha dichiarato pochi minuti dopo la sua nomina, riceve un’eredità significativa da Pappalardo che aveva iniziato a pianificare il lavoro. Da dove ripartire adesso?
«Il governo ha dato una programmazione importante nel primo anno, adesso bisogna incrementare il percorso e destinare attenzione su alcuni settori. Ma in linea con i miei colleghi, preferisco parlare poco e lavorare tanto».

Però ci saranno dei temi caldi a cui è stata data priorità.
«Stiamo lavorando su una serie di emergenze, prime fra tutte l’aeroporto di Trapani-Birgi e il palasport di Acireale. E poi stiamo cominciando a lavorare sulla programmazione triennale, abbiamo la concezione che il turismo non possa prescindere da una programmazione attenta capace di guardare al lungo periodo».

Resta il tema dei grandi eventi, rispetto ai quali la Sicilia è impreparata, a cominciare dalla grande polemica dell’estate sull’impossibilità di organizzare un Jova Beach Party (il tour estivo di Jovanotti nelle spiagge) anche nell’Isola.
«È un argomento abbastanza rognoso, ma la sensazione è che il limite maggiore sia legato alle infrastrutture. La Sicilia non ha, purtroppo, strutture adeguate a grandi concerti, se non casi isolati come può essere lo stadio di Messina, anche se non nasce ovviamente per questo tipo di esigenze. Non esistono luoghi attrezzati di un certo tipo e anche qui penso, per esempio, alle problematiche dell’Anfiteatro di Taormina, dove la maggior parte dei concerti provano a ricadere, proprio perché mancano luoghi adeguati per eventi rivolti a un pubblico di 40 o 50mila persone. Bisogna fare un ragionamento infrastrutturale e burocratico perché anche gli stessi teatri che abbiamo a disposizione, e in questo caso penso ai teatri di pietra che occupano spazi dignitosi, comunque importanti, che prevedono platee anche di tre o quattromila persone, necessitano di una rivisitazione normativa. Anche su questo stiamo ragionando».

Lei è anche il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, che in questi mesi ha acquisito esponenti di peso, dai fratelli Luca e Rossana Cannata al sindaco di Catania Salvo Pogliese. Come rilanciare l’azione del partito?
«Eh, stiamo cercando di cedere il passo a qualcuno che possa sostituirmi all’interno del partito, perché gli impegni stanno diventando davvero tanti. Ricopro questo incarico con particolare orgoglio, la Sicilia è stata una delle Regioni più premiate dal voto e di questo ne andiamo molto fieri, ci gratifica molto perché significa che il progetto di aprire a un mondo più moderato di centrodestra sta funzionando ed è apprezzato dalla gente. Ci inorgoglisce molto l’adesione del sindaco Salvo Pogliese che è anche un segnale molto importante per il nostro movimento, perché a Catania si riunisce una storica comunità della destra italiana. Evidentemente la serietà che stiamo mettendo in campo, senza sparare tra le stelle promesse inutili, sta pagando».

Dunque la Sicilia ancora una volta diventa laboratorio politico, perché se il progetto di Giorgia Meloni è l’allargamento ai moderati, nell’Isola Musumeci riunisce attorno allo stesso tavolo tutti i rappresentanti del centrodestra.
«Sì, quello è il nostro obiettivo, pur distinguendo tra l’apertura al mondo moderato e l’inciucio. Noi non siamo per l’inciucio, ma per l’apertura a un mondo che ha la convinzione che l’unico posto che è utile a far crescere il nostro Paese e la nostra Regione, sia il centrodestra. Laddove c’è gente che pensa di poter strizzare l’occhio a destra e a sinistra, allora non c’è spazio in Fratelli d’Italia».

Miriam Di Peri

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