St microlectronics, sindacati proclamano sciopero «Mensa scadente e ci sono problemi di sicurezza»

«Malgrado i nostri appelli al confronto, la direzione aziendale catanese di St microelectronics continua a ostentare indifferenza verso i lavoratori». Inizia così la nota con la quale i rappresentanti rsu di Fiom e Uilm proclamano lo stato di agitazione nello stabilimento catanese della ditta italo-francese. La misura rappresenta un secondo passaggio nelle attività di protesta che, in questi giorni, le sigle sindacali stanno portando avanti contro le politiche della direzione. 

Dopo essersi astenuti dal servizio mensa, i dipendenti hanno optato per un inasprimento delle misure: «Ci asterremo dall’attività lavorativa in tutti i turni di luglio nel venerdì notte, sabato e domenica sia di pomeriggio che di notte – scrivono le rappresentanze -. Il personale a turno centrale e due turni si asterrà dal lavoro venerdì 22 e 29». 

Al centro delle motivazioni che hanno portato alla situazione attuale, il documento del 12 giugno scorso, con il quale i sindacati avevano reso pubbliche alcune problematiche ritenute ormai insostenibili. Prima di tutto «i continui disagi per i trasporti e la cattiva gestione dei servizi di ristorazione», ma anche «i gravi problemi di sicurezza, stress, inquadramento, amministrazione del personale e mancanza di una politica delle risorse umane».

«Molti colleghi aderiranno sicuramente alla mobilitazione – conferma un operaio a MeridioNews – condividiamo quasi tutti le motivazioni. È anche vero però che i giorni di sciopero saranno molti e peseranno in modo rilevante sulla busta paga». Per questo motivo, nonostante lo spirito di condivisione potrebbe verificarsi una riduzione della partecipazione. «La decurtazione non è indifferente. Stiamo parlando di 80 euro a turno che aumentano nella fascia notturna per via delle maggiorazioni. Se moltiplichiamo per le giornate annunciate, la somma inizia a diventare pesante e non tutti riusciranno a sostenerla». 

Ciononostante, perdita economica a parte, la scelta di un’azione forte nei confronti dell’azienda era stata chiesta a gran voce durante le assemblee dei lavoratori. A incidere, oltre alle carenze elencate, ci sarebbero anche «alcuni episodi di vessazioni da parte della dirigenza e di alcuni responsabili», conclude il dipendente. 


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