Vanno respinte le accuse generalizzate al sistema politico siciliano. I responsabili dello sfascio ci sono: vanno solo individuati e segnalati all'opinione pubblica, evitando i giudizio qualunquistici che, alla fine, aiutano solo i furbi e i mestatori
Sono il “Gatto e la Volpe”, ovvero Crocetta & Lumia che bloccano la Regione siciliana e non i Partiti
VANNO RESPINTE LE ACCUSE GENERALIZZATE AL SISTEMA POLITICO SICILIANO. I RESPONSABILI DELLO SFASCIO CI SONO: VANNO SOLO INDIVIDUATI E SEGNALATI ALL’OPINIONE PUBBLICA, EVITANDO I GIUDIZIO QUALUNQUISTICI CHE, ALLA FINE, AIUTANO SOLO I FURBI E I MESTATORI
Piano piano la verità sta venendo fuori. A parte l’intervista di oggi rilasciata a Live Sicilia dall’ormai ex assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, ci sono fatti oggettivi che sono sotto gli occhi di tutti.
Va in primo luogo operata una distinzione di ruoli e di atteggiamenti. Per sottolineare che certi atteggiamenti sono l’espressione di chi occupa certi ruoli. Ci spieghiamo meglio.
Dire che tutta la politica siciliana da di sé un’immagine appannata, se non devastante, è una generalizzazione inaccettabile. Perché non tutta la politica siciliana partecipa a questo gioco allo sfascio. Il Movimento 5 Stelle all’Ars, ad esempio, pur avendo in alcune occasioni prestato il fianco al Governo di Rosario Crocetta, non può essere assimilato al Governo e ai Partiti che sostengono Rosario Crocetta e il suo gruppo di potere.
Anche sul PD il giudizio va espresso sui fatti e sulle persone. E i fatti e l’atteggiamento delle persone ci dicono che a fare i furbi, in queste settimane di crisi, sono stati, come al solito, il governatore Crocetta e il senatore del Megafono (e non del PD!), Giuseppe Lumia.
Due personaggi che possono essere definiti il Gatto e la Volpe della politica siciliana.
Il Governo Crocetta bis è nato – ammesso che sia nato, perché a nostro avviso troppe cose, ancora, sono in aria – sulla base di una spaccatura provocata scientemente da Lumia e Crocetta.
Analizziamo i fatti. Il presidente e il senatore, non appena hanno capito che mai e poi mai lo stesso Lumia sarebbe stato candidato alle elezioni europee, hanno nominato i manager della sanità. Nell’effettuare tali nomine, hanno garantito alcune formazioni politiche (Udc, Articolo 4, Democratici e riformisti per la Sicilia del solito Totò Cardinale e, forse, una parte del PD). Ma hanno lasciato fuori la parte del PD che poi avrebbero lasciato fuori dalla Giunta: i cuperliani.
Certo, l’indicazione di dare vita al Governo Crocetta bis è arrivata dalla segreteria nazionale del PD. Ma da Roma è arrivata l’indicazione di porre fine alle polemiche.
A questo punto, Lumia e Crocetta hanno interpretato le indicazioni di Roma a modo loro. Sapendo di dovere cedere un assessorato all’area di Giuseppe Lupo, uno assessorato ai renziani e due assessorati all’area Cuperlo hanno rimescolato le carte.
Prima hanno proposto all’area Cuperlo di nominare Angelo Villari assessore, persona per bene, ma vicino a Lumia e Crocetta e non ai cuperliani. Con questo assessore ‘travestito’ da cuperliano, Crocetta e Lumia, che – come l’ex presidente Raffaele Lombardo – vivono di poltrone avrebbero ceduto un solo assessorato.
Appena hanno incassato il “no” dei cuperliani hanno dato, come da accordo, un assessorato ai renziani, uno all’area Lupo e si sono presi i due assessorati che dovrebbero andare all’area Cuperlo.
La manovra è raffinata. Lumia e Crocetta contano, alla fine, di cedere un solo assessorato all’area Cuperlo e di tenersi il secondo. Per questo, da ieri, hanno messo in giro la voce che il segretario del PD, Fausto Raciti, sarebbe tornato a discutere con il Governo. O, addirittura, che l’accordo sarebbe già quasi fatto. L’importante è che l’area Cuperlo si accontenti di un solo assessorato, magari di ‘peso’ medio…
Ma le cose non stanno così. A noi risulta che Crocetta e Lumia dovranno rispettare gli accordi che erano stati già siglati a Roma: debbono ‘cacciare’ due assessorati e non ‘spatuliare’ provando a tenersene uno in più.
Questo punto è fondamentale. Perché oltre a tutte le mistificazioni che nell’intervista a Live Sicilia l’ex assessore Marino spiega benissimo – là dove parla di pallottole in busta e teste di agnello che, più che segnali di mafia, sembrano sceneggiate – ci sono altre mistificazioni.
La democrazia è anche partecipazione e collegialità. Non ci può essere democrazia senza partecipazione e senza collegialità. Contravvenire agli impegni assunti in merito alla gestione dei settori dell’Amministrazione – ci riferiamo alle deleghe degli assessorati – e poi raccontare agli organi d’informazione che alcuni settori del PD ne fanno una questione di poltrone, è pratica scorrettissima che fa male alle istituzioni e alla democrazia.
Se c’è un accordo politico, l’accordo va rispettato. Sotto questo profilo, Lumia e Crocetta sono persone profondamente scorrette. Qualche mese fa Crocetta, davanti alle richieste, legittime, del PD siciliano, che chiedeva il rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale, rispondeva che si sentiva imbarazzato da un Partito che gli chiedeva le poltrone.
Lui, però, le poltrone se li tiene e non si ‘imbarazza’. Si tiene le poltrone della sanità pubblica, si tiene i nove commissari delle Province, si tiene altre centinaia di poltrone e si tiene anche gli assessorati regionali che dovrebbero spettare ad altri. E, come già accennato, non si ‘imbarazza’ affatto.
Certo, davanti a questo spettacolo – le polemiche di questi giorni – la gente non può che generalizzare e fare di tutta l’erba un fascio. Tutto questo – l’abbiamo scritto qualche giorno fa e lo ribadiamo ancora oggi – appanna fortemente l’immagine dei Partiti politici tradizionali.
Però bisogna avere chiaro di chi sono le responsabilità. Il primo elemento negativo è una legge elettorale assurda che non elegge un presidente della Regione, ma un ‘monarca assoluto’ che fa quello che vuole. E questa non è democrazia, specialmente se il presidente – è il caso di Crocetta – non rispetta sistematicamente gli impegni che ha assunto con i Partiti e con gli elettori. Bisogna rivedere questa legge e trovare il modo di mandare a casa il presidente senza sciogliere il Parlamento.
Poi ci sono gli uomini, con i loro vezzi e i loro vizi. E’ inutile che ci giriamo attorno: a creare tutto questo ‘bordello’ sono stati Lumia e Crocetta. A Roma i vertici del PD sono convinti che, per altri quattro anni, bisogna sopportarli. Noi non ne siamo convinti. Anche perché il braccio destro di Renzi in Sicilia, Davide Faraone, in questa come in altre storie, almeno fino ad ora, ha aggiunto solo confusione alla confusione che c’era già.
Già la confusione. Perché in tutto questo ‘bordello’ c’è un Parlamento siciliano che, per la terza settimana consecutiva, ha girato a vuoto. Ci sono 5 milioni di siciliani che aspettano che il Governo governi. Solo che il Governo, tra le furbizie di Crocetta e Lumia e le divisioni negli altri Partiti non ha una maggioranza in Aula.
In queste condizioni – non cambiando gli scenari – è molto più serio commissariare la Regione siciliana. La cosa a noi non piace. Ma con Crocetta e Lumia sulla plancia di comando che bloccano tutto per la loro frenesia di poltrone, non vediamo altra soluzione.