«Mafia, disperazione e fatalismo». C’è questa triade dietro l’exploit dell’azzardo online nei piccoli Comuni siciliani. Il dato – uno dei pochi sul tema reso ancora disponibile dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli – arriva dalla seconda edizione del Libro nero dell’azzardo realizzato da Federconsumatori e Cgil, in collaborazione con la fondazione Isscon. Nell’isola dell’azzardo online ci sono ben 28 Comuni nell’elenco dei cento italiani in cui si spende di più. Non solo e non tanto le grandi città, ma soprattutto piccoli centri dove si arriva perfino a superare di gran lunga il doppio dalla cifra della media nazionale (che è di 1.925,83 euro pro-capite). «Alla base di questa forma di decentramento – commenta a MeridioNews il coordinatore regionale della campagna Mettiamoci in gioco Gino Gandolfo – ci sono, da una parte, gli interessi delle organizzazioni criminali e, dall’altra, gli alti tassi di disoccupazione che fanno il paio con la fede nella dea bendata».
Il 2023 è stato per l’azzardo un nuovo anno record con 150 miliardi di euro complessivi di raccolta nel settore (pari alla spesa per il consumo alimentare), di cui 82 miliardi solo in rete. E la Sicilia – insieme alla Calabria e alla Campania – è una regione in cui per l’azzardo online non si bada a spese: quella pro-capite per il totale della popolazione residente (considerando anche i bambini appena nati) è stata di 2057 euro. E siciliane sono anche le tre province in vetta alla classifica dell’azzardo online: Messina (con 3.245,71 euro pro-capite), Palermo (3.244,77 euro) e Siracusa (3.203,92 euro). Non arrivano a queste cifre le altre province dell’Isola che, però, rientrano tutte nei primi 40 posti dell’elenco nazionale. In nessuna si scende sotto i 2000 euro. E ci sono Comuni in cui i numeri lievitano.
I casi più eclatante sono quelli di Ficarazzi e di Patti. Nel primo caso, si tratta di un paesino dell’hinterland palermitano che non arriva a 13mila abitanti e che è all’ottavo posto della classifica con i suoi 5.183,69 euro di spesa pro-capite (calcolata nella popolazione di età compresa tra i 18 e i 74 anni) per l’azzardo online. A superare la soglia rossa dei 5000 euro (precisamente con una spesa di 5.144,90 euro) c’è anche il Comune in provincia di Messina che di abitanti ne conta poco più di 12mila. A seguire troviamo altri territori disseminati per l’Isola: Floridia (in provincia di Siracusa) con 4.668,62 euro; Lipari (Messina) con 4.310,38 euro; Partinico (Palermo) 4.221,08 euro; Acate (Ragusa) 4.202,41 euro; Ramacca (Catania) 4.151,05 euro; San Gregorio di Catania 3.919,70 euro; Scordia (Catania) 3.794,90 euro; Pozzallo (Ragusa) 3.548,95; Villabate (Palermo) 3.522,07 euro; Avola (Siracusa) 3.512,68; Sant’Agata di Militello (Messina) 3.450,97 euro; Priolo Gargallo (Siracusa) 3.398,09 euro; Carini (Palermo) 3.389,95 euro; Bagheria (Palermo) 3.369,29 euro; Misilmeri (Palermo) 3.346,45 euro; Misterbianco (Catania) 3.340,26 euro.
«L’azzardo ha invaso i piccoli Comuni dell’Isola – analizza Gandolfo al nostro giornale – In questi territori, innanzitutto, le mafie pensano di portare avanti malaffare e riciclaggio senza dare troppo nell’occhio». Una forma di strategia di inabissamento che porta le organizzazioni criminali, che da tempo hanno infiltrato con attività illegali anche il settore legale dell’azzardo, a tentare di camuffarsi scegliendo luoghi meno centrali. «Una quota consistente dell’azzardo legale online è da fare risalire all’utilizzo di questo canale da parte delle mafie – si legge nello studio di Federconsumatori e Cgil – Con prudenza, ne stimiamo l’entità in 16-18 miliardi», ovvero il 20-22 per cento del totale delle giocate online.
A rendere davvero attraente l’azzardo online per le comunità dei territori più piccoli c’è «il binomio formato da disoccupazione e disperazione che – spiega il coordinatore di Mettiamoci in gioco – fa radicare la convinzione di risolvere il problema “tentando la fortuna“». Un atteggiamento irrazionale e fatalistico rafforzato dal fatto di potere azzardare online comodamente da casa, senza nemmeno farsi vedere dal vicino, e a qualsiasi ora del giorno e della notte. «In un piccolo paese della provincia siciliana afflitto dal processo di spopolamento – aggiunge – si soffre l‘assenza di centri di aggregazione. E questo fa nascere soprattutto nei giovani una noia che pensano di sconfiggere con quelli che vengono erroneamente definiti “giochi da intrattenimento” ma che – sottolinea – fanno cadere nel rischio patologia».
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