«La Regione Siciliana finalmente si è accorta del cambiamento climatico» parole pronunciate con tono polemico da Tiziano Spada, deputato del Partito democratico, durante l’ultima seduta dell’Assemblea regionale siciliana, dove l’asessore all’Agricoltura Luca Sammartino ha risposto ai quesiti posti dai parlamentari mentre a poche centinaia di metri di distanza, a palazzo d’Orleans, si riuniva la giunta […]
Emergenza idrica, chiesto lo stato di emergenza nazionale dal governo Schifani
«La Regione Siciliana finalmente si è accorta del cambiamento climatico» parole pronunciate con tono polemico da Tiziano Spada, deputato del Partito democratico, durante l’ultima seduta dell’Assemblea regionale siciliana, dove l’asessore all’Agricoltura Luca Sammartino ha risposto ai quesiti posti dai parlamentari mentre a poche centinaia di metri di distanza, a palazzo d’Orleans, si riuniva la giunta che poi ha richiesto al governo nazionale lo stato d’emergenza, appunto, per la crisi idrica.
«La siccità in Sicilia sta diventando drammatica – dice il presidente della Regione Renato Schifani – La Regione ha già messo in campo una serie di azioni per mitigare la crisi, aiutando i settori produttivi e limitando i disagi ai cittadini, ma servono anche urgenti interventi statali per operare su reti e sistemi di approvvigionamento idrico e per sensibilizzare i cittadini a un uso più razionale della risorsa. Inoltre, sono necessari sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico che sono in gravissima difficoltà».
Intanto in Sicilia l’acqua è sempre più razionata. Alla fine anche Palermo ha dovuto cedere, comunicando che diminuirà la pressione dell’erogazione su gran parte del territorio a partire dal 5 aprile. E non si contano gli interventi necessari snocciolati in Aula, dall’acquisto del foraggio per il bestiame del comparto zootecnico, che come spiegato da Sammartino costerà sei volte tanto, visto che dovrà arrivare da altre regioni per la pessima annata, a tutte le pecche dimostrate negli anni dai consorzi di bonifica, senza contare la prima di tutte le questioni: le condizioni delle condotte siciliane, che sprecano un livello di acqua di gran lunga superiore rispetto alla media nazionale.