Il primo cittadino di Catania si è sempre mostrato pronto a ripresentarsi. Proprio però quando il centrosinistra sembrava avviato a ricompattarsi sul suo nome, è arrivato il terremoto dell'inchiesta Garbage affair centrata sugli uomini di sua fiducia. La politica si divide fra richiesta di dimissioni e fair play
Scandalo rifiuti, ricandidatura di Bianco si complica Opposizioni attaccano, low profile dal centrodestra
«Hanno tradito la mia fiducia». Il fulcro della linea difensiva scelta dal sindaco Enzo Bianco sta tutto nella frase clou del comunicato diffuso dopo la conferenza stampa della procura. Nell’exit strategy del primo cittadino non si sorvola, e sarebbe davvero difficile anche solo provarci, sul legame strettissimo tra il primo cittadino etneo e i due nomi più pesanti coinvolti nell’ultimo scandalo al Comune. Massimo Rosso e Orazio Fazio erano stati uomini scelti direttamente dal sindaco, collocati in posizione chiave per impersonare la linea dell’amministrazione fra i corridoi di Palazzo degli elefanti, nel corso di quel mandato che potrebbe segnare la fine dell’era Bianco a Catania. O forse no. Lo si capirà nell’arco dei prossimi sette-dieci giorni.
Come un bimbo che vuole smettere di gattonare, l’ipotesi della ricandidatura alle Comunali di giugno sembrava essersi, anche se malfermamente, issata in piedi. Oltre alla determinazione fatta trapelare dal sindaco, dal centrosinistra erano giunti vari endorsement. E, al netto dei silenzi, segnali di apertura iniziavano ad arrivare pure dai veri playmaker del Pd catanese, i parlamentari renziani Luca Sammartino e Valeria Sudano. A sostegno di ciò, i rumors dall’interno dei dem, ai quali però adesso si affianca un nuovo senso di spaesamento indotto dall’inchiesta Garbage affair. Il bimbo insomma è scivolato, e dei timidi progressi compiuti finora non c’è più traccia.
Nel Pd si preferisce per il momento non commentare, anche per non compromettere nulla in vista della vera partita che si disputerà nei prossimi giorni. Quando si dovrà capire se Bianco andrà comunque avanti oppure se rinuncerà al quinto mandato, lasciando la palla del centrosinistra ad altri. Forse ci spera, peraltro, Emiliano Abramo che, a dispetto dell’abito civico indossato, presidia la galassia progressista con costante attivismo e l’obiettivo di sedurre gli attori più importanti di quel pezzo di politica cittadina: dallo stesso Sammartino a Nicola D’Agostino fino all’area Cgil Raia-Villari, di recente pronunciatasi a favore di Bianco, così come l’ex assessore regionale Anthony Barbagallo. Il sindacato stamane non ha tentennato nell’esprimere «sdegno e amarezza» per quanto emerso dalle indagini. Nelle carte dell’inchiesta spunta però il nome dell’ex assessore al Welfare Angelo Villari, già capo della Cgil a Catania, tirato in ballo da Antonio Deodati per la presunta richiesta di favori in vista delle scorse Regionali. Elezioni che vedevano Villari candidato nella lista del Pd, finito primo dei non eletti a Catania.
Chi prova a trarre una conclusione dallo scossone di oggi è proprio l’aspirante primo cittadino Abramo: «L’era Bianco è finita, non è possibile che l’amministrazione della presunta legalità, almeno secondo la narrazione del sindaco, non sapesse a chi conferiva fiducia, incarichi e promozioni – si legge in una nota – Le responsabilità e le scelte politiche si intrecciano con quelle amministrative».
Tutt’altro l’atteggiamento scelto dal centrodestra. Il candidato sindaco di Forza Italia Salvo Pogliese opta per il low profile. Non ci saranno commenti sulle conseguenze politiche dell’inchiesta, né attacchi diretti a Bianco. Almeno non in questa fase. «Inutile sparare sulla Croce rossa» è l’orientamento che filtra dagli ambienti vicini all’europarlamentare azzurro. Questo anche se proprio la malmessa gestione della nettezza urbana a Catania è uno dei cavalli di battaglia scelti da Pogliese per additare il «fallimento amministrativo» della giunta uscente. Intanto il governatore Nello Musumeci, proprio nel giorno più buio per Bianco, annuncia di avere in programma una visita istituzionale a Catania che, da quanto si apprende, si svolgerà in stretto raccordo con il primo cittadino: «Su invito del sindaco il presidente della Regione, lunedì alle 9.30, sarà in visita al Comune – si legge in un comunicato – Per l’occasione, si terrà una seduta straordinaria della giunta municipale per affrontare, con il governo regionale, alcuni dei principali temi della città e dell’hinterland etneo».
Il Movimento 5 stelle, da poco sceso in campo con il candidato Giovanni Grasso, invoca il passo indietro del sindaco: «Da anni denunciamo un sistema di corruttele dietro il business dei rifiuti – dichiarano i parlamentari grillini catanesi a Roma e a Palermo – Ora basta, la politica si assuma le proprie responsabilità, Bianco tragga le conclusioni del suo fallimentare mandato e si dimetta. Non si poteva ignorare quanto stava accadendo, mentre i cittadini continuano a pagare per un servizio scadente e per una raccolta differenziata mai partita».
Dal consiglio comunale, infine, arriva la presa di posizione di uno dei leader dell’opposizione in aula, Sebastiano Arcidiacono. «A fronte delle responsabilità penali che spetta alla magistratura accertare, emergono con tutta evidenza le gravi colpe e le omissioni della politica, in particolare del sindaco Bianco, che ha scelto tra i suoi collaboratori di Palazzo persone da lui stesso definite infedeli verso l’interesse pubblico e la collettività – afferma in una nota il vicepresidente del Consiglio – Enzo Bianco lascia un Comune ridotto ai minimi termini, azzerato nei valori della moralità pubblica. Bianco e l’assessore al ramo Rosario D’Agata siano conseguenziali e, anziché mettere le mani avanti con ricostruzioni poco convincenti, traggano le conclusioni delle loro scelte dissennate e delle omissioni reiterate». Arcidiacono, pur non affermandolo direttamente, strizza l’occhio alla richiesta di un passo indietro del sindaco che un altro oppositore a Palazzo degli elefanti, il consigliere Manlio Messina di Fratelli d’Italia, invece richiama apertamente attraverso i sociali: «Aspettiamo le dimissioni di Enzo Bianco».