Santi Formica: “La riforma delle Province? Farà aumentare i costi e farà fallire i Comuni”

“SI E’ CONSUMATA UNA DELLE PAGINE PIU’ BUIE DELLA STORIA DEL PARLAMENTO SICILIANO”

Pubblichiamo integralmente il comunicato di Santi Formica, presidente del Gruppo “Lista Musumeci verso Forza Italia, a proposito della legge sulle Province approvata ieri sera dall’Ars.

Con l’approvazione della cosiddetta legge di riforma delle Province, si è consumata una delle pagine più buie della storia del Parlamento siciliano. Dopo una gestazione di quasi nove mesi e con continue “minacce di aborto”, si è assistito prima in commissione, dove non solo non si è tenuto conto delle audizioni di valenti docenti di diritto costituzionale, tutti contrari ai vari disegni di legge di volta in volta presentati laddove non prevedevano il voto diretto e popolare, ma addirittura si è assistito al paradosso di un Presidente di commissione (di maggioranza) che incardina una sua proposta ed il governo che presenta emendamenti per stravolgerla e, successivamente, li ritira sostenendo tutto ed il contrario di tutto “pur di arrivare in Aula..

Il successivo percorso d’Aula poi è un festival di contraddizioni, dove emerge con chiarezza l’unico intento del presidente della Regione, Rosario  Crocetta, e cioè approvare una legge qualsiasi pur di poter dichiarare da “Giletti”: “Ho fatto la riforma”.

E mentre i Siciliani stanno morendo di fame, la Sanità è commissariata da oltre un anno, i fondi europei non si spendono, i lavoratori della formazione da oltre un anno non percepiscono stipendi, i Forestali sono senza risorse, un governo incapace di qualsiasi provvedimento per le centinaia di migliaia di disoccupati e per i giovani disperatamente costretti ad emigrare, la maggioranza ed il presidente Crocetta si sono baloccati ad approvare una norma che moltiplicherà i costi, lascerà senza servizi i cittadini, farà fallire tutti i Comuni

Tutto questo solo ed esclusivamente per impedire ai cittadini di votare, si impone lo sfascio per potere nominare, senza l’intralcio del voto popolare, i trombati o, nella migliore delle ipotesi, consentire la contrattazione, il ricatto ed il baratto tra sindaci per la nomina dei presidenti dei nuovi enti.

Avevamo proposto di diminuire i costi, quasi azzerandoli, in ossequio alla “spending review”, lasciando però intatto il principio della democrazia, ma proprio su questo ci siamo scontrati contro un muro, in pratica erano disposti a tutto e a cambiare tutto ad una sola condizione: l’eliminazione del voto popolare.

I cittadini tutto questo lo devono sapere, così come devono sapere che comunque alla fine per le ragioni che ho esposto, si è approvata una scatola vuota che rimanda ad una successiva nuova legge ( e siamo alla terza edizione) per dare contenuti e sostanza ai propositi solo annunciati in questa legge.

Alla fine, dopo aver impegnato il Parlamento per più di 3 mesi, l’unico scopo che in questa fase si voleva raggiungere era ed è stato il prolungamento sine die del commissariamento delle (vecchie-attuali) Provincie.

Senza alcun controllo dei cittadini sull’operato e sui criteri di spesa e gestione dei Commissari.

UN GRANDE RISULTATO.

 


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