Un legame che nasce vent'anni fa e si alimenta. Patrizia Sandretto, presidente della fondazione torinese che porta il suo nome, arriva nel capoluogo etneo con una collezione internazionale di opere. «In Sicilia ci sono artisti contemporanei di grande valore», dice
Sandretto da Torino al Palazzo Biscari di Catania Collezionista: «Felice di portare le mie opere qui»
È un legame che nasce vent’anni fa e che si alimenta nel tempo quello di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della omonima Fondazione che ha sede a Torino, con Catania e la Sicilia. Un collegamento che qualche anno fa ha dato vita a un progetto palermitano realizzato con Maurizio Cattelan e che oggi si rinnova e si rafforza grazie a un’energia e una collaborazione in cui Sandretto credo molto: quella con Pietro Scammacca, curatore insieme a Ludovico Pratesi della mostra Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo a Palazzo Biscari, che verrà inaugurata l’8 luglio a Palazzo Biscari.
«Il lavoro di Pietro e di tutta la famiglia nei confronti di questo bellissimo palazzo e di Catania è molto importante – dice a MeridioNews Patrizia Sandretto, a Catania per presentare la mostra – Esisteva un museo dentro questo splendido palazzo e mi è sembrato molto bello partecipare alla riapertura portando venti opere di una collezione che è torinese ma anche internazionale, e che è felice di presentarsi qua». In una terra che, lo ripete spesso, ama particolarmente. «Il legame che ho con la Sicilia è immenso – ribadisce – Vent’anni fa abbiamo dato vita al progetto Da Guarene all’Etna, un percorso che partiva da un piccolo paese piemontese per arrivare al grande vulcano di questa splendida regione. E abbiamo presentato, a Taormina, una prima mostra di opere di giovani fotografi italiani».
Perché sui giovani Sandretto punta e crede molto. Anche su quelli siciliani. «Ci sono degli artisti immensamente bravi e di grande qualità, a partire dai grandi come Piero Consagra, tanto per citarne uno, fino ai molti giovani come Renato Leotta, artista siciliano presente in collezione che porteremo anche in questa mostra a Catania. Oggi tutta l’Italia, compresa la Sicilia, ha degli artisti di valore e lo vedo anche dai risultati della residenza per curatori stranieri che organizziamo a Torino. I giovani curatori si fermano quattro mesi in Italia e viaggiano molto, passando anche da Catania. E sono sempre entusiasti dell’energia e della qualità degli artisti che trovano in questa regione».
L’Isola sta assumendo un ruolo sempre più prestigioso nel panorama artistico contemporaneo, come confermano Scammacca e Pratesi raccontando la mostra, che occuperà due aree di Palazzo Biscari: l’installazione ambientale dell’artista Alicja Kwade sarà visitabile nel salone delle feste fino al 14 agosto, mentre la mostra collettiva intitolata La stanza analoga sarà fino al 7 settembre negli appartamenti dell’ala di levante del palazzo, aperti al pubblico per la prima volta dopo più di mezzo secolo.
Tre gli obiettivi principali di Sandretto, collezionista di fotografie, arte al femminile e opere che possano creare un dialogo tra gli artisti di tutti i Paesi: sostenere gli artisti attraverso il dialogo, il confronto e la produzione di nuove opere; avvicinare all’arte contemporanea un pubblico sempre più ampio attraverso attività educative, laboratori, iniziative per bambini e corsi per insegnanti, la domenica dedicata alle famiglie, le giornate dedicate al disegno e un ristorante che da qualche mese ha conquistato anche la Stella Michelin; la mediazione culturale dell’arte contemporanea, che da subito l’ha spinta a distribuire nelle sale giovani laureati a disposizione dei visitatori.
Ma i giovani credono ancora nel potere dell’arte? Sandretto non ha dubbi. «L’arte contemporanea, in un momento politicamente ed economicamente difficile come questo, può essere uno strumento importantissimo per raccontarci il momento in cui viviamo e metterci davanti i problemi di oggi. Sta a noi, poi, voler ascoltare ciò che gli artisti vogliono dirci attraverso le loro opere. L’arte contemporanea e gli artisti contemporanei sono importanti per il nostro Paese. Dobbiamo ascoltarli e comportarci di conseguenza. Tra l’altro l’arte contemporanea, attraverso la mediazione e il lavoro educativo, può esser spiegata ai bambini, ai ragazzi, agli adulti, alle persone con disabilità, e può diventare un modo per migliorarci tutti e per farci porre maggiore attenzione al mondo».