L'immagine del duce in una targa per commemorare la frana del 1922. L'associazione partigiana scrive alla procura di verificare il reato di apologia del fascismo. «Era capo del governo e diede fondi per ricostruzione», replica il primo cittadino a MeridioNews
San Fratello, la foto di Benito Mussolini su un monumento Anpi chiede di rimuoverla. Sindaco: «Strumentalizzazioni»
Una foto di Benito Mussolini esposta in una targa su un monumento voluto dall’amministrazione comunale per ricordare la frana dell’8 gennaio del 1922 che colpì il paese di San Fratello, in provincia di Messina. «Più che rammentare la frana, le sue vittime e la devastazione del centro del Messinese, celebra con molta più enfasi la visita del dittatore Benito Mussolini avvenuta nel marzo 1924». A sollevare la questione e a chiederne la rimozione è stato il comitato provinciale dell’associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) che ha inviato una nota al prefetto, alla procura di Patti e anche al sindaco di San Fratello. «È solo una strumentalizzazione politica artatamente congetturata da chi sta preparando la propria campagna elettorale», ha risposto a MeridioNews il primo cittadino Salvatore Sidoti.
In una delle foto in bianco e nero, davanti a una carrozza, si vede ritratto il duce in visita ufficiale nel centro del Messinese insieme al generale sanfratellano Antonino Di Giorgio che nella didascalia viene descritto come «all’epoca ministro della Guerra». Come fa notare il presidente provinciale dell’Anpi di Messina Giuseppe Martino, «nella targa c’è pure un errore marchiano: Di Giorgio nel marzo del 1924 era solo sindaco di San Fratello; ministro della Guerra fu nominato il 30 aprile dello stesso anno». Appena un mese dopo quel contatto con Mussolini. Al di là della svista sulla carica di Di Giorgio, per l’Anpi «l’apposizione di questa targa è contraria ai valori cui si richiama la nostra Costituzione e, nell’aria pesante di intolleranza che soffia nel Paese, la sua presenza è molto più che inopportuna». Un simbolo che rischia di diventare un esempio distorto soprattutto per le giovani generazioni che «in assenza di condanna e ostracismo dei valori fascisti da parte delle istituzioni, rischiano di essere trascinate nel vortice dell’odio per “gli altri”».
Per il primo cittadino di San Fratello, però, si tratta solo di una «strumentalizzazione». Quel monumento avrebbe dovuto essere inaugurato alla presenza anche del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci l’8 gennaio «ma abbiamo desistito per via della pandemia», dice al nostro giornale Sidoti spiegando che «a noi dell’amministrazione comunale è venuta l’idea di commemorare la frana che poi fu anche l’occasione per cui il generale Di Giorgio aveva invitato e sensibilizzato a venire a San Fratello Mussolini che, piaccia o non piaccia – continua – in quel momento era il capo del governo». Nella targa si legge poi quella visita sarebbe servita anche per «affrontare i problemi legati alla ricostruzione». La frana di quasi due anni prima, infatti, aveva distrutto una il paese e «in quella occasione – sottolinea il sindaco – Mussolini diede anche dei sostanziosi contributi per costruire le nuove case e così nacque il Comune di Aquedolci».
Adesso, proprio nella settimana in cui si celebra il giorno della Memoria, è l’Anpi a chiedere «all’opinione pubblica e alle forze democratiche di biasimare l’apposizione della targa, e alle autorità di agire per la sua pronta rimozione». L’associazione partigiana, inoltre, ha sollecitato la procura di Patti a verificare se «nella targa stessa ricorrano eventuali violazioni della legge Scelba», ovvero la norma del 1952 che introdusse il reato di apologia al fascismo.