S. Giovanni Li Cuti, studenti ristoratori per un giorno I clienti seduti ai tavoli sono i proprietari del locale

Scelta del menù, lavoro ai fornelli e servizio ai tavoli. Niente di strano per il ristorante Cutilisci, noto locale al quartiere San Giovanni Li Cuti, se non fosse che a gestire tutto per l’intera giornata di ieri, martedì 27 febbraio, sono stati gli allievi dell’ente di formazione Archè di piazza dei Mestieri. E per capovolgere la prospettiva, a fare da clienti nel giorno di chiusura del locale, sono stati gli stessi proprietari del ristorante e i loro dipendenti.

“Il mondo del lavoro incontra la formazione”. È questo il titolo dell’evento che ha visto gli studenti del secondo anno del percorso di formazione salabar vestire i panni di professionisti del settore della ristorazione. Cucina, mise en place, sistemazione di tavoli e sedie, servizio in sala. Tutto è stato gestito in maniera autonoma dai ragazzi che hanno avuto l’occasione di vivere un momento di crescita personale e professionale, mettendo in pratica la teoria appresa in aula.

«Sicuramente questa giornata mi ha fatto capire come gestire i diversi stati d’animo – dice Federico – soprattutto l’ansia in vista dello stage che farò a breve». All’inizio della giornata Filippo era preoccupato: «In un primo momento – afferma il ragazzo – pensavo di non farcela ma poi, anche grazie all’aiuto dei miei compagni di classe e del docente Silvestro Trovato, sono riuscito ad affrontare e a superare le varie difficoltà che si sono presentate. Mi ha stupito il modo in cui ho interagito con i clienti – conclude – quasi come fosse naturale rispondere alle loro esigenze».

Anche per i gestori del ristorante la particolare giornata è stata positiva. «È stato insolito e divertente mettersi, per una volta, dall’altra parte. Ci ha colpiti molto l’entusiasmo dei ragazzi e soprattutto la loro voglia di apprendere, che è venuta fuori con domande e richieste di chiarimento», commenta Davide Tomasello, uno dei proprietari di Cutilisci che da anni collabora con l’ente Archè. «Abbiamo già in programma di ripetere l’esperienza con questi ragazzi perché siamo convinti che la formazione professionale sia un valore aggiunto per i ragazzi che sono in cerca della loro strada e per la valorizzazione dei loro talenti. Cercheremo anche di capire – conclude – quali possibilità potremmo offrire a qualcuno di loro una volta che avranno concluso il loro periodo di formazione».

Michela Costa

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