Rigassificatore della Valle dei templi: mezza marcia indietro di Lombardo

“E’ bene che gli imprenditori ci indichino la strada, ma alcuni di loro in passato hanno intrattenuto con il governo della Regione un rapporto parassitario e non trasparente”. Non cita mai direttamente Confindustria o Ivan Lo Bello nel suo intervento in Aula, il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Ma, il riferimento è ovvio dopo quello che è successo in questi giorni.

L’affondo arriva alla fine del suo discorso a Sala d’Ercole,  nel corso del quale ha illustrato il bilancio  della Regione per smentire il rischio default paventato in questi giorni.  Certo non ha negato che ci siano criticità, e non poteva farlo:  le ha messe nero su bianco anche la Corte dei Conti siciliana. Ma di questo vi abbiamo parlato in questo articolo.

Quello che ci preme sottolineare adesso, è la mezza marcia indietro  di Lombardo sul progetto di costruire un  rigassificatore a Porto Empedocle, a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento.  Dice Lombardo: ” Ci sono state iniziative imprenditoriali che hanno realizzato solo utili, lasciando sulla nostra cassa oneri altissimi per la bonifica di territori o delle aree marittime, o peggio, hanno distrutto la salute dei lavoratori. A questi imprenditori abbiamo saputo dire di no”.  E ancora: ” Abbiamo detto no all’eolico e questo ha dato  fastidio. Lo abbiamo fatto per salvaguradre il territorio e poi, abbiamo scoperto che, non solo so trattava per lo più di investimenti stranieri che neanche davano lavoro ai siciliani, ma  c’era  pure il malaffare. Sui rigassificatori – ha aggiunto il presidente della Regione-non abbiamo detto no a quello di Porto Empedocle, anche se le autorità comunali si sono opposte. Avranno ragione o torto? Non so nemmeno come è finita, mentre a Priolo c’è di certo un problema di sicurezza”.

Avranno ragione o avranno torto? Forse avrebbe dovuto chiederselo prima di autorizzarlo. Ma, il dubbio è già qualcosa e, forse, il Presidente adesso potrà informarsi meglio e, magari,  scoprire che in nessun Paese civile del mondo si autorizzerebbe mai un impianto del genere (considerato ad alto rischio incidente dalla cosiddetta direttiva di Seveso) a due passi da una zona archeologica che è considerata tra le più belle al mondo, oltre che patrimonio dell’Unesco.

Apprezzabile il dubbio di Lombardo, anche se un po’ tardivo. Se fosse un uomo comune, si potrebbe dire che  già porsi la domanda è un grande passo. Ma lui è un uomo delle istituzioni, il massimo rappresentante di quelle siciliane. E per  dimostrare che crede in ciò che dice, dovrebbe bloccare definitivamente il progetto. Magari revocarlo in auto-tutela (i lavori sono solo all’inizio).  E consigliare all’Enel di costruirsene uno  a Rimini oppure a Lignano Sabbie d’oro,  dove  vuole, purché sia oltre lo Stretto e lontano dai nostri tesori. Tra l’altro, non avrebbe difficoltà a trovare economisti che gli spiegano che si tratta di un’affare solo per l’Enel & company, non per i siciliani che di certo non hanno bisogno di questi impianti per l’approviggionamento energetico.

Certo, resterebbe  il problema del sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto (vedi caso dell’Udc e vedi caso dipendente Enel)  al quale  i soldi che il gruppo ha cominciato a versare al Comune per le compensazioni ai danni, piacciono assai. Ma non si possono mettere a rischio i Templi per fare contento Firetto , l’Udc e magari pure qualche altro personaggio più interessato ad arricchirsi, che a preservare la Valle dei Templi.

(Sul blog del governatore il video con l’intervento integrale. Al 34esimo minuto circa, il passaggio sui rigassificatori).

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