Riforma Formazione professionale: la proposta dello Snals Confsal

NEL MARASMA GENERALE CHE COSTELLA IL MOMENTO ISTITUZIONALE, CARATTERIZZATO DALL’ASSENZA DI IDEE E DALL’INADEGUATEZZA DEL GOVERNO CROCETTA, IL SINDACATO HA TRACCIATO I CONTENUTI RIFORMATORI DI UNA POSSIBILE RISCRITTURA DEL SETTORE

“Un progetto serio di riforma del settore passa necessariamente da una fase di transizione”.

Ad affermarlo Giuseppe Milazzo, coordinatore regionale Formazione professionale del sindacato Snal Confsal.

“Occorre condurre ogni sforzo per evitate interruzioni di servizio e carenze funzionali di ogni genere – precisa Milazzo -. Avviare un percorso riformatore nel settore della Formazione professionale significa ricondurre innanzitutto il sistema alla legge vigente, ossia alla previsione legislativa e normativa, perché solo il principio di legalità può ispirare qualunque intenzione politica ed azione amministrativa”.

In un documento consegnato il 9 maggio, nel corso della lunga e convulsa giornata di protesta dei lavoratori del settore a Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale, Milazzo ha racchiuso i cardini del processo riformatore individuato dallo Snals Confsal.

Poggia su sette punti programmatici il contributo del sindacato al confronto in atto tra il Governo di Rosario Crocetta e le rappresentanze dei lavoratori. Dalla questione devastante degli stipendi maturati e non percepiti, allo status giuridico del personale, senza tralasciare la vicenda legata al valore dell’Albo degli operatori della formazione professionale, allo strumento di salvaguardia occupazionale del personale, al puntuale pagamento delle retribuzioni al personale.

Lo Snals punta poi sulla costituzione dell’Agenzia pubblica del sistema formativo. Un approfondimento a parte è stato dedicato agli Sportelli Multifunzionali.

Di seguito pubblichiamo il testo completo del documento.

“La scrivente organizzazione sindacale settore formazione professionale firmataria di CCNL intende offrire il proprio contributo alla volontà amministrativa di riformare il sistema della FP dichiarata dal Governo Regionale e per esso dagli Assessori alla Pubblica Istruzione ed alla Formazione Professionale, dall’Assessore al Lavoro e dal Dirigente Generale regionale ad interim dei tre comparti Interventi Formativi, Servizi Formativi ed Obbligo di Istruzione e Formazione. Ovviamente in questa fase, di primo approccio, la nostra proposta individuerà segnatamente le problematiche che i lavoratori vivono e le proposte possibili di risoluzione. In primo luogo quando s’intende chiudere con il passato soprattutto, come definito dal Governo Regionale, di ‘mala gestio’, bisogna gestire la “transizione verso la Riforma” per evitare interruzioni di servizio e carenze funzionali di ogni genere. Bisogna innanzitutto ricondurre il sistema alla Legge, ossia alla previsione legislativa e normativa, perché solo il principio di legalità può ispirare qualunque intenzione ed azione amministrativa ed è sicuramente il “terreno dialettico” su cui ritrovarsi. Bisogna, allora, individuare le criticità di un sistema ormai impregnato di disfunzioni ed illegittimità.

A) Stipendi maturati e non percepiti.

Come primo atto bisogna chiudere il pregresso e le vertenze aperte dal personale, in quanto la mole di contenzioso posto già in essere e che si sta, ancora, generando nei confronti degli enti di formazione (debitore principale) e della Regione Siciliana (coobbligato per dovere di vigilanza come ente appaltante) non favoriscono i processi di riforma, né tantomeno la distensione delle relazioni. Serve, dunque, impinguare il fondo di garanzia regionale per liquidare le spettanze ai lavoratori (stipendi maturati non liquidati, contributi non versati, TFR non accantonato), che può essere alimentato da tutti i residui finanziari degli anni passati, a causa dei rendiconti ancora non chiusi e da ogni fonte finanziaria compatibile ed utilizzabile. Su questo tema, giova precisare, che il Governo Regionale ha non poche responsabilità, non importa se a capo vi erano Lombardo o Cuffaro, ma in base al principio dell’unità dell’azione amministrativa, oggi ne risponde il Governo Regionale attuale, quindi questa Amministrazione Attiva deve farsi carico del problema e dei correlativi oneri finanziari. Tutti i lavoratori del sistema della formazione professionale, oggi avanzano mensilità pregresse maturate (da otto a ventiquattro) e mai liquidate: i lavoratori devono essere pagati, poi l’Amministrazione Regionale si rivalga sugli enti di formazione inadempienti, principio disposto dalla legge ed anche dal Codice dei Contratti (D.P.R. n. 207/2010 art. 4 e 5).

B) Reductio ad unum dello status giuridico del personale.

I lavoratori, iscritti all’albo ex art. 14 l.r. 24/76 e D.A. n. 38/GAB del 11 ottobre 2013, devono essere censiti in due categorie: personale con incarico e personale senza incarico, che dunque deve essere ricollocato (L.r. 25/93 e CCNL di categoria). Oggi questi vivono una enorme incertezza per lo status giuridico variegato ed alquanto confusionale in cui si trovano: personale con incarico ad impegno parziale (a progetto, a moduli, ad orario settimanale non completo), personale senza incarico degli elenchi delle eccedenze 2013 (mobilità ai sensi dell’Allegato 12 art. 26 del CCNL 1994-1997), personale posto in CIGD (L. 223/91 e 2/2009), personale negli elenchi C.A. n. 10/94, personale sospeso degli enti di formazione definanziati (Ial Cisl, Aram, Ancol, Iraps, Anfe, etc.). Bisogna considerare il personale senza incarico in modo totale o parziale con un unico status giuridico e sotto la tutela di una unica normativa di salvaguardia occupazionale e di sostegno al reddito.

C) Pubblicare con effetto immediato l’Albo degli operatori della formazione professionale.

Bisogna dare nuovo impulso all’Albo, previsto dalla legge regionale, con precipue intenzioni quella di uniformarsi alla legge, di censire tutto il personale (qualificazioni, anzianità, mansioni, livelli e competenze) e di stabilire, finalmente, il blocco effettivo delle assunzioni al 31 dicembre 2008. Tuttavia registriamo che ancora dopo un anno e mezzo si fatica a dare piena efficacia a questo strumento, quindi si acceleri il processo di pubblicazione in GURS.

D) La Riforma preveda lo strumento di salvaguardia occupazionale del personale dell’Albo.

Le leggi regionali ed il CCNL di categoria prevedono l’obbligo in capo agli enti di formazione ed alla Regione di mantenere i livelli occupazionali del personale impegnato nei tre ambiti del Sistema della formazione professionale. Tuttavia si registra una forte disfunzione nel determinare un meccanismo davvero funzionale e tempestivamente operativo di salvaguardia dei livelli occupazionali. Gli strumenti normativi prevedono la possibilità di predisporre progetti ad hoc, anche triennali, per la mobilità del personale rimasto privo di incarico presso altri enti di formazione con disponibilità di posti vacanti, ma anche presso la pubblica amministrazione, le scuole e le università. Si potrebbero, ad esempio, produrre progetti a tempo di utilizzazione degli operatori presso l’amministrazione regionale negli uffici con maggiori carenze di personale (ufficio gestione e programmazione), anziché esternalizzare servizi come la verifica delle rendicontazioni. In subordine la normativa esistente prevede meccanismi di riqualificazione del personale, anche, attraverso progetti di aggiornamento (alta formazione o voucher formativi). Ciò che però preme precisare che questi meccanismi non devono fare perdere la retribuzione ai lavoratori, come oggi sovente avviene, quindi questi interventi devono essere predisposti in via generale come automatismi logici e giuridici in una più puntuale applicazione della normativa vigente.

E) La Riforma preveda il puntuale pagamento delle retribuzioni al personale.

Oggi il personale dipendente viene pagato in tre soluzioni con il primo acconto, con l’acconto intermedio e con il saldo. Con questo sistema, dunque, non viene pagato puntualmente con ritardi persino di anni, soprattutto a causa della chiusura delle rendicontazioni ferme per anni, ad esempio, nella filiera dell’obbligo di istruzione e formazione al 2008, degli interventi formativi al 2010, degli sportelli multifunzionali al 2010. Infatti gli operatori che, giova ricordare, svolgono un servizio pubblico necessario, Costituzionalmente e Statutariamente previsto, e sottoposto alla vigilanza della Regione vengono rimbalzati nelle loro richieste di percepire le retribuzioni tra le manchevolezze degli enti di formazione ed i ritardi di erogazione degli acconti dovuti in anticipazione dalla Regione. Tutto questo con l’avvio di contenzioso dannoso e costoso per il recupero delle retribuzioni, in alcuni casi impossibile, da parte dei lavoratori. Qualunque sia la proposta del Governo Regionale sul nuovo sistema della formazione professionale non dovrà prescindere da meccanismi di pagamento puntuale secondo il CCNL di settore e secondo le prescrizioni della legge. Una proposta che facciamo da tempo è quello di prevedere l’erogazione dell’intera quota del personale (100%) in anticipazione ed eventualmente garantire l’esborso con maggiori garanzie (fidejussioni, accordi bancari, ecc.). Sicuramente un servizio commissionato dalla Regione non può continuare in simile prassi di illegittimità sui pagamenti del personale.

F) Agenzia pubblica del Sistema.

Questa O.S., a seguito delle assemblee sindacali tenute con i propri iscritti, che hanno sofferto i danni causati a loro ed alle loro famiglie dalla ‘mala gestio’ di alcuni enti di formazione, ed essendo il Sistema della FP un servizio pubblico obbligatorio con finanziamenti interamente pubblici, chiede che si preveda l’istituzione di una Agenzia pubblica del Sistema (anche utilizzando il Ciapi di Priolo o altro ente pubblico) con il risparmio di notevoli risorse finanziarie, come previsto anche dalle mozioni discusse da ultimo in Parlamento Regionale e come annunciato nei comunicati stampa del Governo Regionale.

G) Sportelli Multifunzionali.

Un capitolo a parte merita la vicenda degli Sportelli Multifunzionali i cui operatori nella maggior parte sono personale con qualifica specialistica ( orientatori, integratori, progettisti, ecc. ) conseguita a seguito di riqualificazione voluta con selezione di evidenza pubblica, anche se limitato al solo personale della formazione professionale, dalla stessa Regione (POM 1 e 2 ). Riqualificazione che è costata alla Regione decine di miliardi delle vecchie lire e che hanno visto il personale degli Sportelli collaborare e supportare i C.P.I. nella loro attività istituzionale in ottemperanza dei d.lgs.181/00 e 297/02. Per tale personale con accordi sindacali del 1998 era stato previsto, dopo la riqualificazione e una breve esperienza sul campo – Info Orient – , “ di utilizzare il personale opportunamente riqualificato all’esterno del sistema formativo regionale ( UPLMO, SCICA….)” accordo firmato per il Governo dall’allora Presidente Drago. E’ da allora che il personale degli Sportelli aspetta di vedere realizzato un suo diritto. Diritto maturato giorno dopo giorno supportando le attività dei CPI, che senza l’attività di orientamento espletata dagli operatori degli sportelli non avrebbe potuto erogare le politiche attive del lavoro previste dalle norme comunitarie e nazionali. Con stipendi percepiti con notevole ritardo e osservando la puntualità con cui la Regione erogava non solo gli emolumenti ma anche i premi di produzione ai dipendenti dei C.P.I. ed agli lsu.

Oggi gli operatori degli Sportelli sono licenziati o sospesi dall’attività dagli Enti di provenienza per mancanza di gestione di attività “ della filiera degli ex Servizi Formativi “ e si ritrovano nella situazione contemplata all’art.2 legge regionale 1 settembre 1993 n.25 e dallo stesso contratto di categoria, che ne prevedono il mantenimento dei livelli occupazionali e la mobilità esterna . Senza colpa alcuna degli operatori degli Sportelli oggi si ha in atto una forzata interruzione di pubblico servizio. Dopo ben tredici anni di lavoro specialistico per conto della Regione tale personale ha il diritto di vedere riconosciuto il contributo dato alla Regione e il diritto, più di quanti da ben trent’anni senza concorso alcuno sono stati inseriti nei ruoli regionali ( ex legge 285, ex legge 37, lsu. ecc.), di transitare in pianta stabile nei ruoli regionali. Senza l’apporto specialistico degli operatori degli Sportelli gli atti esterni prodotti dai C.P.I. sono legali? I lavoratori che ricevono indennità dall’INPS possono serenamente spendere il misero contributo che ricevono o , per non aver ricevuto idonea attività di orientamento, dovranno prudentemente accantonarlo e sperare di non doverlo restituire? La scrivente organizzazione sindacale, mossa sempre da spirito di collaborazione, resta a disposizione per documentare le proprie osservazioni e chiarire le soluzioni proposte”.

Il Coordinatore regionale settore formazione professionale Snals Confsal

Giuseppe Milazzo


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