Rifiuti, due professoresse UniMe per dopo Pierobon L’Udc propone Baglieri come alternativa ad Astone

Donna e docente all’Università di Messina. L’alternativa a Maria Annunziata Astone – la presidente del Corecom Sicilia da qualche giorno data per papabile nuova assessora ai Rifiuti, dopo la decisione di Nello Musumeci di accompagnare alla porta Alberto Pierobon – passa da un profilo quasi speculare. Forse soltanto un caso, forse un modo per testare il polso al presidente della Regione che, nel corso del faccia a faccia di martedì scorso con i deputati dell’Udc, ha ribadito che il cambio è necessario soltanto per evitare di ritrovarsi a ricevere disposizioni dal Tar in merito alle quote rosa in giunta e non certo per andare incontro ai desiderata di chi in futuro – leggasi famiglia Genovese – potrebbe ritrovarsi nei panni di valente alleato. Ai centristi, Musumeci ha dato così l’opportunità di proporre il nome di chi dovrà occupare la casella, a patto che sia un nome all’altezza del compito. E per quanto il mercato non pulluli di figure esperte di gestione dei rifiuti e al contempo disposte a calarsi nelle paludi di un mondo trasversalmente avvelenato, Eleonora Lo Curto, Giovanni Bulla e lo stesso assessore Mimmo Turano sono convinti di avere trovato la figura giusta. 

Dopo avere anche ieri tentato invano di allungare l’esperienza di Pierobon ai vertici dell’assessorato di viale Campania, i tre deputati hanno ottenuto la disponibilità di Daniela Baglieri. Di origine comisana, è professoressa ordinaria di Economia e gestione delle imprese nell’ateneo della città dello Stretto. Nel curriculum c’è anche l’esperienza da presidente di Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania. Una nomina che arrivò nel 2016, sotto il governo Crocetta, ma soprattutto – c’è chi tiene a specificare – come indicazione dell’area moderata che sosteneva quella giunta. Adesso, per Baglieri si potrebbe presentare la possibilità di entrare in un governo a trazione destrorsa, ma che comunque continua ad assicurare all’Udc una rappresentanza adeguata. Due assessori a fronte di un gruppo di deputati che, dopo le fuoriuscite di Margherita La Rocca Ruvolo, Vincenzo Figuccia e Danilo Lo Giudice, si è ridotto a tre. 

A stabilire però se Baglieri potrà andare a occupare la scrivania che negli ultimi tre anni è stata di Pierobon sarà comunque Musumeci. Nel tardo pomeriggio, è previsto un nuovo confronto, durante il quale al governatore verrà fatto il nome della docente. Il presidente si troverà così a scorrere i curricula di due professoresse che operano nella stessa università. C’è, infatti, chi dà l’ipotesi Astone tutt’altro che tramontata. Nell’attesa di capire quali saranno le valutazioni – nel polsino dei deputati Udc ci sarebbe anche un altro nome nel caso in cui su Baglieri dovessero essere sollevate perplessità – le chat ribollono di commenti, specialmente di chi legge nell’attuale momento un passaggio importante per iniziare a tracciare il percorso di avvicinamento alle alleanze che, l’anno prossimo, serviranno per affrontare le Regionali. E chiaramente non mancano i pettegolezzi, come quello che invita a notare la parentela che lega Maria Annunziata Astone all’ex parlamentare democristiano Giuseppe Astone. La cui famiglia era stata coinvolta – tramite partecipazioni societarie che dalla Germani srl portavano alla Fineco e da lì alla Emit – nell’affare del termovalorizzatore mai realizzato a Bellolampo. Tecnologia a cui, proprio l’anno scorso, Musumeci ha dato l’impressione di non voler chiudere la porta per il futuro della gestione dei rifiuti in Sicilia. 

Indipendentemente da quale sarà la scelta, una cosa è certa: la rinuncia a Pierobon per più di uno è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Tra questi ci sono anche i componenti della commissione ispettiva per la verifica delle autorizzazioni concesse negli anni scorsi ai privati che gestiscono discariche e impianti di trattamento. Una misura voluta da Pierobon e sposata da Musumeci, ma che adesso potrebbe registrare un’improvvisa frenata: stando a quanto appreso da MeridioNews, infatti, più di uno dei componenti – compresi appartenenti alle forze dell’ordine – attendono di capire se l’incarico, ricevuto appena due mesi fa, rientri ancora tra i piani del governo e della futura assessora. Chiunque essa sia, l’auspicio è che la Sicilia non si ritrovi presto, ancora una volta, dietro la lavagna.


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