Regione, a rischio 30 milioni di euro di fondi europei per l’ambiente

DEBBONO ESSERE UTILIZZATI ENTRO IL 30 GIUGNO, ALTRIMENTI… BUONA NOTTE… A DENUNCIARLO SONO I PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALL’ARS

Trenta milioni di fondi europei stanziati per rafforzare la rete ecologica siciliana, incentivando le imprese del settore, rischiano di tornare al mittente. Il filo che lega questo denaro alla Sicilia potrebbe rompersi il 30 a giugno: se entro questa data la Regione non emanerà i decreti di impegno di tali somme, addio…

“A quanto pare – afferma la deputata del Movimento 5 Stelle Claudia La Rocca – solo la scorsa settimana l’assessorato al Territorio ed Ambiente ha ultimato l’esame delle opposizioni alla graduatoria di ammissione al finanziamento e a breve dovrebbe emanare il decreto da inviare alla Corte dei Conti. Sembra che la causa della lentezza della procedura sia dovuta ad un depotenziamento degli uffici. Ma una cosa è certa: la Sicilia non può permettersi di perdere queste risorse”.

Invece il rischio è enorme, visti i tempi strettissimi per completare l’iter burocratico. Per cercare di correre ai ripari il gruppo parlamentare Cinquestelle all’Ars ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione e all’assessore al Territorio e Ambiente per sapere come superare le difficoltà e quali azioni il governo intenda intraprendere per ottimizzare il personale, colmando le carenze di organico, per consentire all’assessorato al Territorio ed Ambiente di lavorare nella maniera più efficace ed efficiente”

I 30 milioni a rischio sono stati stanziati per una linea di intervento del programma operativo del fondo europeo per lo sviluppo regionale Sicilia 2007-2013, denominata “Azioni congiunte di tutela, sviluppo sostenibile e promozione imprenditoriale del sistema della rete ecologica siciliana”.

Per assicurarseli la Regione ha intrapreso un cammino che si è rivelato al rallentatore a causa del depotenziamento subito dall’assessorato al Territorio ed Ambiente che, a causa della riduzione del personale, si è ritrovato con 90 unità in meno.

“La lentezza della ‘macchina’ burocratica – afferma il deputato M5S Giampiero Trizzino – determina spesso la perdita di fondi europei. Questo dato emerge a chiare lettere dall’ultimo rapporto annuale della Regione, nel quale si dichiara che i forti ritardi accumulati sono dovuti in gran parte alla continua riorganizzazione dell’amministrazione regionale, che ha comportato in molti casi l’annullamento di procedure già avviate. Un esempio di quanto detto è oggi visibile presso l’assessorato Territorio e Ambiente: la vicenda dei lavoratori precari, da poco riassunti, fa emergere uno spaccato organizzativo che di certo non ha contribuito alla corretta gestione delle risorse comunitarie. Oggi assistiamo a percentuali bassissime di ‘impegni’ di somme su linee di intervento che, se bene impiegate, avrebbero la forza di riattivare interi settori economici attualmente in dissesto, non ultimo il turismo”.

Nota a margine

Con rispetto parlando, la storia della lentezza della ‘macchina’ amministrativa, soprattutto con riferimento agli uffici dell’assessorato al Territorio e Ambiente, non ci convince proprio. 

Ricordiamo che lo scorso anno gli uffici di quest’assessorato regionale hanno rilasciato, in tempi record, tutte le autorizzazioni al progetto per il centro agro-foto-voltaico che dovrebbe essere realizzato tra Gela e Butera.

Sarebbe interessante interrogare il Governo – magari con un atto ispettivo apposito – per sapere come mai, lo scorso anno, gli uffici dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, che oggi scopriamo ‘lenti’, hanno rilasciato tra marzo e maggio – in appena due mesi! – tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione di enorme parco agro-foto-voltaico.

La verità è che gli ‘uffici’ della Regione, quando vogliono, sanno essere veloci. Se non sono veloci, è evidente che ci sono problemi…

Non ci convince nemmeno la storia dei lavoratori precari riassunti dall’assessorato al Territorio e Ambiente. Negli uffici pubblici si accede per concorso e non attraverso il precariato o attraverso selezioni strane. La Costituzione parla chiaro.

 

 


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