Il comizio di chiusura del Catania day conferma il buono stato di salute del M5s a sette giorni dal voto. Piazza Università gremita. il leader sale sul palco per ultimo ma scalda la folla. Attacchi sugli impresentabili al candidato presidente del centrodestra. Spazio al programma ma pure ai vaffanculo. Guarda le foto
Regionali, in migliaia per Grillo in piazza a Catania Selfie per Musumeci: «Lui ci odia, noi sorridiamo»
Il comizio che chiude il Catania day pentastellato comincia con venti minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia. La Catania degli aperitivi lunghi non ha fretta. Sul piano politico, è forse più importante delle iniziative che si terranno oggi a Palermo. Siamo nel quartier generale di quello che ormai tutti, nell’entourage del Movimento, considerano il vero avversario: il candidato della destra Nello Musumeci. Bisogna dare un segnale forte, dopo il forfait per raffreddore di Beppe Grillo («Ho parlato con uno del Pd, e vedi come sto?») alla marcia di undici chilometri che avrebbe dovuto portare, nel pomeriggio, la carovana gialla da Aci Trezza a piazza Università. E il segnale arriva, forte e chiaro: la piazza è affollatissima, cartelli e bandiere non si contano. La cravatta viola – su abito scuro – di Giancarlo Cancelleri rimarrà l’unica a sventolare sul palco. Accanto a lui si presentano Alessandro Di Battista, in jeans sdruciti e consueto giubbotto da motociclista, e Luigi Di Maio, completo blu e camicia bianca.
È proprio il vicepresidente della Camera ad aprire le danze. Con un tono liftato, senza urlare, punta Musumeci dall’inizio alla fine. «Ha svuotato le carceri per cercare di non far vincere Giancarlo», è il riferimento più spigoloso ai cosiddetti impresentabili assiepati nelle liste di centrodestra. Poi ricorda le tappe di avvicinamento al voto del 5 novembre, le decine di iniziative nelle città siciliane. «Ha messo le tende in Sicilia», ammette Di Battista quando è il suo turno. Qui il registro cambia, comincia una grandinata di vaffanculo sulla vecchia politica, sui partiti, su Silvio Berlusconi, su Francantonio Genovese. La folla apprezza e reagisce con boati da stadio. Perfezionato l’obiettivo di arroventare la piazza, è lo stesso Dibba – come uno speaker da football americano – a introdurre Cancelleri.
Il candidato alla presidenza della Regione del M5s non perde tempo: «Negli ultimi giorni Musumeci mi ha definito vampiro, cialtrone e imbecille – ringhia – è carico d’odio contro di me. Ma non sorride mai, e allora sapete che facciamo? Gli mandiamo un bel sorriso tutti insieme». Chiede alla gente di mettersi in posa, si gira di spalle assieme a Di Battista e Di Maio e scatta un selfie collettivo. Comunicazione politica, fatta bene.
La temperatura continua a salire. Alleggerito, ormai del tutto a suo agio con migliaia di occhi addosso, Cancelleri passa in rassegna il programma di governo costruito negli ultimi mesi: politiche economiche di crescita associate a sgravi fiscali per gli imprenditori che assumono, concorsi e nuove assunzioni nella sanità, un fondo da impiegare per effettuare sconti del 30 per cento ai turisti provenienti dallo Stato con i flussi maggiori, da selezionare anno per anno. Infine gli immancabili tagli ai costi della politica: «Faremo una legge di due righe – promette – “La Regione Siciliana abolisce i vitalizi e dimezza gli stipendi dei deputati regionali”». È quel che il pubblico vuole sentire. Cancelleri lancia la campagna «adotta un astensionista» e saluta ma – come Di Maio, come Di Battista – rimane sul palco. Grillo è già sulla scaletta.
«Non applaudite, ancora non sapete cosa voglio dirvi», esordisce il comico. Indossa un lungo pullover di lana. Rimedio contro l’influenza, ma non sembra affatto fuori forma. Ricorda la campagna elettorale del 2012. E la traversata a nuoto dello Stretto. «Gianroberto (Casaleggio, cofondatore del Movimento scomparso nell’aprile 2016) mi seguiva con apprensione: lui – si commuove – era un montanaro, non sapeva nemmeno nuotare». Applausi rispettosi. Poi elenca una serie di innovazioni (tecnologiche, economiche, sociali) che un’ipotetica Sicilia a cinque stelle potrebbe introdurre: auto elettriche, società aperte e ricche come Dubai, bitcoin. Sulla moneta digitale la battuta riesce: «Chi, pochi anni fa, ha acquistato un bitcoin al costo di un dollaro ha fatto un affare: ora vale quattromila euro». Qualcuno lo corregge: «Sono seimilaseicento». Lui si curva un po’ in avanti, stringe il pugno sotto la cintura e urla: «Ma cazzo, è aumentato di nuovo». Si va a chiudere. Grillo prende sotto braccio Cancelleri e parte una canzoncina. Piazza Università si svuota molto lentamente, c’è ancora adrenalina nell’aria. Nello Musumeci e il resto del mondo sono avvisati: la partita delle Regionali è durissima per tutti.